mercoledì 24 aprile 2013

SONA C'A SCETA. LA FESTA DEL GESU' RISORTO A FRATTAMAGGIORE


La Festa di Gesù risorto La festa che si celebra da qualche secolo a Frattamaggiore con grande manifestazione di popolo, il pomeriggio del Lunedì in albis, è espressione sinergica dell'impegno e dell'interesse delle componenti religiose civili e culturali del paese. Essa coinvolge la popolazione e le sue generazioni, richiama gente ammirata da ogni dove, e da qualche decennio ha assunto caratteristiche che valorizzano in maniera innovativa un antico canovaccio congregazionale che la propone come una forma di teatro religioso popolare.
Per la sua realizzazione opera soprattutto la Basilica Pontificia di San Sossio, che è depositaria delle strutture materiali della festa (statue e strumenti), custode attenta e valorizzatrice del messaggio religioso della tradizione originaria. Operano anche le altre organizzazioni culturali del paese, come la Pro Loco e l'Istituto di Studi Atellani, che curano della festa i significati culturali di riflessione storico-sociale ed educativi. Ed operano le associazioni popolari dei 'portatori' delle statue e dei volontari della protezione civile.
La festa si configura come un vero e proprio bene culturale meritevole di essere conosciuto, salvaguardato e valorizzato. Per questa sua significazione fondamentale ed attuale essa è divenuta anche un campo privilegiato dell'intervento del Comune, che non fa mai mancare l'apporto politico ed organizzativo per la salvaguardia della tradizione che viene considerata importantissima espressione dell'identità storico-culturale della città.

Il documento più antico - A metà del XVII secolo si consolidò l’uscita in processione delle numerose congregazioni locali nel Lunedì in albis per celebrare il mistero della Risurrezione di Cristo. A questo proposito si legge nel Libro Manoscritto dell’Oratorio della Madonna delle Grazie:
Jesus Maria - Si è concluso per li fratelli del nostro oratorio che si invitino li fratelli della congregatione del santissimo Rosario a favorire colla processione della resurretione di nostro Signore che si fa hoggi Lunedì in Albis quale promettano fare ogni anno con l’agiuto de idio osservando questa essere la nostra festa titolare, onde per convenienza se ricevea, noi habiamo da precedere in questa tantum con interponere decreto etiam del sig.r vescovo a nostre spese e sì noi facessimo altre feste seu processioni non presumono pretendere precedenza ma solamente questa tantum festa della resurrectione nostra e non altra.
Dal Nostro oratorio li 21 Aprile 1642 et così anco se habia da intendere con tutte le altre congregationi. Io dottore Geronimo Capasso”

Il nome e il significato della Festa - La manifestazione è denominata nel gergo popolare frattese antico come “sona ca’ sceta” (fort.: “suona con la tromba del risveglio”) che annuncia l’incontro del popolo con il Risorto ed il suo “ritrovamento” nell’ambiente tipico, canapiero, paesano antico: “l’hanno truveto rint’ ‘a stoppa arravuglieto”.
Si tratta di un “annuncio” che coinvolge l’intera popolazione e che viene rimandato a voce dalla folla da un luogo all’altro del paese il quale, così, diviene lo scenario urbano del rincorrersi e del movimento concitato dei “santi”, sollevati in alto per essere visibili da tutti e trasportati a spalla, i quali vanno alla ricerca del Risorto, la cui presenza viene a lungo confusamente segnalata tra loro fino al finale ritrovamento.
La manifestazione assume in questo modo la funzione di partecipare a livello popolare il sentimento di sbigottimento, di sorpresa, e di religiosità, di fronte al ‘miracolo’ del Lunedì dell’Angelo, di fronte al miracolo del Cristo sottratto alla morte e presente misteriosamente nella testimonianza di quelli che lo hanno visto vivente. Si vedono così riverberare della Pasqua le dimensioni sacrali, celebrate nella Liturgia ecclesiale e nella Sacra Scrittura, attraverso la manifestazione spettacolare della fede popolare che ha modo di attuare un particolare momento di comprensione e di attualizzazione del mistero divino.

Tra Storia, Fede e Tradizione. Tra queste tre dimensioni della vita morale del popolo si può collocare questa bella manifestazione della religiosità popolare che è la Festa del Gesù risorto del Lunedì in albis a Frattamaggiore.

La Festa ha una dimensione storica e rimanda alle antiche relazioni sociali ed organizzative che si realizzavano tra le componenti del popolo frattese, tra Clero ed Eletti, tra Religiosi e Laici.
Le Congreghe erano proprio strutture intermedie tra Chiesa ed Universitas che consentivano una partecipazione diffusa della gente alle problematiche della sacralità religiosa e del potere civile.
La Festa fu istituita nel '500 come celebrazione popolare del mistero della risurrezione e si avvalse del contributo di tutte le Congreghe che operavano nell'ambito della vita religiosa e culturale dell'antico casale.
Dai Registri della Chiesa di San Sossio si possono leggere le Cronache documentate dei Parroci dell'epoca. Dai libri delle Congreghe si possono anche individuare altri riferimenti storici e culturali. Si ritrovano documentazioni nelle opere degli storici locali; di Giordano, Ferro, Capasso, Costanzo, e nelle opere di storiografia contemporanea.
La Festa ha anche una annotazione letteraria nella descrizione ottocentesca di Francesco Torraca che la considerava nel novero delle feste e dei riti pasquali del napoletano e della Campania.

La Festa ha una dimensione di fede e rappresenta un modello di catechesi popolare sul tema e sul mistero della Risurrezione di Gesù. Alla maniera medievale della “Bibbia dei Poveri”, del “Dramma Sacro” e della “Lauda Francescana”, essa rappresenta visivamente e con il coinvolgimento del popolo e del paese il racconto del Vangelo.
Con gli effetti di una certa spiritualità, la fede antica vissuta dai Padri ci viene trasmessa oggi con uno schema ed una modalità che assomiglia ad un canovaccio teatrale che si avvale del linguaggio delle vie e dei luoghi e delle strutture umane del paese antico per rendere comprensibile a tutti lo stupore degli Apostoli, la gioia della Maddalena e di Maria, le Meraviglie del Signore che si realizzano con la Risurrezione e con l'incontro con il Risorto.

La Festa ha una dimensione tradizionale e svolge una funzione educativa e di legame tra le generazioni del paese. In questo senso essa può essere considerata un vero e proprio Bene Culturale, un complesso di valori da trasmettere con la conoscenza, la partecipazione e con la valorizzazione etica. Ciò è testimoniato dal grande coinvolgimento di tutte le componenti del paese, delle famiglie, dei padri e dei figli, degli anziani e dei giovani, che ritrovano nella Festa un occasione per dialogare e ritrovare insieme una identità comune, morale, religiosa e civile.


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