sabato 19 marzo 2022

PADRE NELL'OMBRA


Patris corde
(Con cuore di Padre) è il titolo della Lettera Apostolica che il Santo Padre Francesco scrisse sul finire del 2020 in onore di San Giuseppe per celebrarne il patrocinio sulla Chiesa Universale. 
Durante la Quaresima dell’anno successivo (2021), in piena pandemia di covid19, si tennero una serie di conferenze serotine nella Basilica Pontificia di San Sossio in Frattamaggiore (Diocesi di Aversa) per trattare singolarmente i 7 capitoli del documento pontificio. 
Ogni capitolo venne presentato a cura di una delle 7 comunità parrocchiali del paese. Alla Parrocchia dell’Assunta toccò di trattare l’ultimo capitolo (Padre nell’ombra appunto) insieme con una sintesi della Lettera Apostolica.
Come diacono ebbi l’incarico di coordinare l’intervento della comunità parrocchiale dell’Assunta, che fu realizzato con la collaborazione di tutte le sue componenti, ministri gruppi e giovani. 
A distanza di un anno, oggi 19 Marzo 2022, in occasione della solennità di San Giuseppe e della ricorrenza del XVI anniversario della ordinazione diaconale, che ricevetti dal Vescovo Mario Milano proprio nella Basilica di San Sossio insieme con il confratello Lorenzo Costanzo, rileggo alcuni spunti del testo che preparai per la presentazione multimediale in 7 diapositive affidata alla Parrocchia dell’Assunta.

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I – CON CUORE DI PADRE 

Con la Lettera Apostolica Patris Corde e con l’indizione di un Anno speciale, Papa Francesco rinnova l’affidamento della Chiesa al patrocinio di San Giuseppe. (Dichiarato Patrono della Chiesa Cattolica da Pio IX l’8 dicembre 1870).

La riflessione di Papa Francesco inizia con il riferimento ai tempi difficili e luttuosi che motivano il ricorso al patrocinio di San Giuseppe; e si sviluppa con un approccio sia biblico e sia pastorale, descrivendo i tratti della paternità di Giuseppe.

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Le parole dell’esordio. Con cuore di padre: così Giuseppe ha amato Gesù, chiamato nei quattro Vangeli “il figlio di Giuseppe”.

I quattro Vangeli. Non è costui il falegname, il figlio di Maria (Mc 6,3) … il figlio del falegname (Mt 13,55) … il figlio di Giuseppe (Lc 4,22) … Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe (Gv 6,42)?

Il significato della paternità di Giuseppe è intrecciato da Papa Francesco con il racconto dei Vangeli, dalla nascita al ministero pubblico di Gesù. Giuseppe è l’uomo giusto, lo sposo casto e provvidente che accoglie Maria e il figlio, che si tiene in ascolto della parola che gli viene da Dio. Egli è così figura esemplare del credente che a lui fa riferimento nelle scelte fondamentali della vita.

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Questo significato è anche intrecciato con le indicazioni del Magistero Pontificio sul ruolo di Giuseppe nella Storia della Salvezza. Egli è Patrono della Chiesa Cattolica (Pio IX), Patrono dei Lavoratori (Pio XII), Custode del Redentore (Giovanni Paolo II), Patrono della buona morte (CCC). 

Papa Francesco, Patris corde. Dopo Maria, Madre di Dio, nessun Santo occupa tanto spazio nel Magistero pontificio quanto Giuseppe, suo sposo”. 

Lo scopo di questa Lettera Apostolica è quello di accrescere l’amore verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio”.

Tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà”.

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Il Santo Padre con la sua riflessione sull’esempio di San Giuseppe intende riportare al centro dell’attenzione una paternità vissuta con spirito di servizio e di adesione alla volontà di Dio. 

San Giuseppe è il Padre Amato, il Padre della Tenerezza, il Padre dell’Obbedienza, il Padre dell’Accoglienza, il Padre del Coraggio Creativo, il Padre Lavoratore, il Padre nell’Ombra. 

Sono i sette tratti proposti da Papa Francesco che le Parrocchie frattesi hanno voluto insieme approfondire nei lunedì quaresimali di quest’anno.




II – PADRE NELL’OMBRA

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Padre nell’ombra. E’ il tratto conclusivo di stasera affidato all’approfondimento della Parrocchia dell’Assunta. 

Anche nella riflessione su questo tratto, arricchita con metafore suggestive, il Santo Padre opera un approccio sia biblico e sia pastorale; richiamando esplicitamete ed implicitamente i passi e i luoghi della Sacra Scrittura, ed ispirandosi al Magistero dei suoi predecessori, soprattutto alla Redemptoris Custos di San Giovanni Paolo II.

Dalla tradizione ecclesiale il Santo Padre recupera l’acclamazione “Benedetto San Giuseppe suo castissimo Sposo”, per connotare una paternità basata sull’amore e sulla libertà. Della immagine letteraria dell’Ombra del Padre, romanzo dello scrittore poloacco Dobraczynski, egli si serve per delineare il ruolo della particolare e sacra paternità di Giuseppe. 

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Ne emerge il senso di una paternità, relazionata a Gesù, che è segno e funzione della misteriosa e sacramentale presenza di Dio nella storia, nelle generazioni e nella famiglia umana. E’ sottinteso in questa visione il mistico racconto della Storia Sacra e della Rivelazione Cristiana, che giustifica San Giuseppe come colui che “coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della Redenzione ed è veramente ministro della salvezza [...] mediante l’esercizio della sua paternità”. (Giovanni Paolo II,Redemptoris Custos).

Agli Apostoli, ai Profeti, e alla Chiesa è stato rivelato il mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo” (Ef 1,9); ovvero che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo” (Ef 1,6). E “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli”. (Gal 4, 4-5).Avvenne che l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.” (Lc 1,26-27).

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". (Mt 1, 18-21)

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù”. (Mt 1, 24-25)

I Vangeli dell’infanzia narrano le vicende che evidenziano il ruolo avuto da Giuseppe dalla nascita di Gesù a Betlemme fino al suo ritrovamento tra gli anziani del Tempio di Gerusalemme. Il padre itinerante in ascolto della volontà di Dio, che attraversa il deserto per portare in salvo la sua famiglia in Egitto, e che al tempo opportuno decide di ricondurla in patria a Nazaret; dove Gesù  “cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”. (Lc 2,40)

Giuseppe l’uomo giusto nella tradizione del suo popolo, che nella sua famiglia, nella relazione sponsale con Maria e nella relazione educativa con Gesù, diviene il segno della paternità di Dio.

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.” (Lc 2, 41-52)

La riflessione di Papa Francesco su Giuseppe si propone con un orizzonte etico e pedagogico: “La paternità che rinuncia alla tentazione di vivere la vita dei figli spalanca sempre spazi all’inedito. Ogni figlio porta sempre con sé un mistero, un inedito che può essere rivelato solo con l’aiuto di un padre che rispetta la sua libertà”.

La riflessione del Santo Padre si dipana tra l’Ombra e il Segno del Padre, tra la Custodia e la Castità. L’ispirazione è ancora biblica e pastorale. 

Mosè ricorda a Israele: “Nel deserto [...] hai visto come il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino” (Dt 1,31). Così Giuseppe ha esercitato la paternità per tutta la sua vita. [25 Redemptoris custos]

Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. Sal 121,5

Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio! Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali. Sal 36,8

Chi abita al riparo dell'Altissimo passerà la notte all'ombra dell'Onnipotente. Sal 91,1

Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Lc 1,35

Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: "Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!". Mc 4,7

Non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. Mt 23,9

Il Padre celeste, che «fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. Mt 5,45 

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Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. (S. Francesco, Cantico delle creature)

La Parola del Padre celeste dona luce di santità alla paternità casta di Giuseppe, al suo dono d’amore e alla sua libertà. 

Papa Francesco (Patris Corde). Forse per questo, accanto all’appellativo di padre, a Giuseppe la tradizione ha messo anche quello di “castissimo”. Non è un’indicazione meramente affettiva, ma la sintesi di un atteggiamento che esprime il contrario del possesso. La castità è la libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita. Solo quando un amore è casto, è veramente amore. L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici. Dio stesso ha amato l’uomo con amore casto, lasciandolo libero anche di sbagliare e di mettersi contro di Lui. La logica dell’amore è sempre una logica di libertà, e Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera. Non ha mai messo sé stesso al centro. Ha saputo decentrarsi, mettere al centro della sua vita Maria e Gesù. La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé.”

La santità, come quella di Giuseppe, diviene così esemplare per tutti i fedeli che per vocazione perseguono “la perfezione del proprio stato”. Infatti ogni vera vocazione, matrimoniale o religiosa e consacrata, “nasce dal dono di sé che è la maturazione del semplice sacrificio”. E così diviene “segno della bellezza e della gioia dell’amore”.


ICONE


Caravaggio – San Giuseppe padre nell’ombra alla luce della Sacra Scrittura

De Ribera – San Giuseppe padre nell’ombra Casto, Custode e Guida

Assunta – San Giuseppe padre educatore nella paideia familiare

Basilica – San Giuseppe padre casto nella sintesi cultuale


San Giuseppe dormiente: Il sonno del fedele nella tradizione popolare

Mi cocco e m’addormo sotto ‘o manto r’a Maronna

Mi cocco e m’addirizzo sotto ‘o manto di Gesù Cristo.


 LA LETTERA APOSTOLICA DI PAPA FRANCESCO