martedì 28 luglio 2015

La lettera del Vescovo di Aversa al Presidente della Campania

Propongo alla lettura alcune parti della lettera che Mons. Angelo Spinillo vescovo di Aversa, insieme con i Direttori degli Uffici della Curia diocesana, ha inviato il 20 Luglio 2015 all'on. Vincenzo De Luca neo eletto Presidente della Regione Campania.
La lettera, che è stata resa pubblica sul portale diocesano in rete e dai media locali, contiene un'ampia analisi pastorale della situazione sociale della diocesi e, nell'indicare la serie delle problematiche fondamentali (territorio, bambini, giovani, ambiente ed economia), si propone come stimolo per la riflessione e per l'intervento istituzionale.

La Chiesa diocesana e le energie del territorio. Sull’onda delle speranze suscitate dalla prossima apertura dell’Anno Santo della Misericordia (8 dicembre p.v.) e dalla recente pubblicazione dell’enciclica “ Laudato sì “, intendiamo rinvigorire i rapporti con le istituzioni, soprattutto con quelle regionali.
La comunità, di cui esercitiamo la responsabilità pastorale, è quella che vive nel territorio di quasi tutte le “ecoballe” e di discariche di terribile impatto; di buona parte dei Regi Lagni e di un tratto della costa domitia. E’ anche quella che vive in periferie urbane, in cui una condizione di profondo malessere spesso si esprime in forme lesive delle altrui libertà. E’, infine, quella che accoglie da decenni migliaia d’immigrati bisognosi di tutto. È un territorio fortemente segnato dal ruolo dominante, nel tempo, di interessi affaristici e criminali. Ma questa comunità sta dimostrando di voler costruire un futuro di dignità civile.
Luci di speranza si sono accese nella nostra terra. La Chiesa ha sempre incoraggiato, e oggi accompagna, questa liberazione di energie soprattutto giovanili. Ovunque, essa cerca di rendere testimonianza dell’infinito amore di Dio per ogni sua creatura, tanto più se in condizione di bisogno. Questo momento di particolare grazia ed intensità vogliamo oggi che si traduca in una presenza rinnovata e rafforzata tra i bambini e i giovani, tra le donne e gli uomini della nostra terra.
Nutriamo la speranza che l’azione delle istituzioni possa guardare con interesse a questa testimonianza, che si realizzerà non nella forma di generici appelli, ma di fattivi contributi alla lettura di bisogni, intercettati attraverso la capillare rete di comunità, di cui la Chiesa territorialmente si sostanzia.

Attenzione preferenziale ai bambini, sopra ogni altra cosa. Intorno alla cura amorevole per la loro sicurezza e per il loro benessere, si possono rigenerare vincoli di comunità spesso sfilacciati o apparentemente dissolti.

Vicinanza e sostegno ai giovani. I giovani si sentono chiamati alla vita, vogliono cose normali: un lavoro dignitoso e duraturo, una nuova famiglia. Impegno primario per noi sarà quello di trovare con loro le vie, perché ogni giovane vita possa aprirsi al futuro con ritrovata fiducia. Nei territori si può fare molto, ma solo nel quadro di un’appassionata azione del governo regionale, sostenuta da una strategia coraggiosa e lungimirante.
Grazie a Dio, comunque, i giovani non stanno fermi; sempre più numerosi sono quelli impegnati a vivere e a diffondere una nuova cultura di valorizzazione dei beni comuni e di cittadinanza partecipe. Anche in questo campo, la Chiesa è impegnata a sostenere ogni sforzo comunitario e a favorire sinergie intergenerazionali.

Rapporti con l'ambiente. Su questo, i vescovi campani, negli ultimi anni, hanno ripetutamente richiamato l’attenzione delle istituzioni. Poi il 27 settembre 2014, proprio da Aversa, hanno proposto a tutti i cittadini campani di assumere un orizzonte comune, quello di “Ricostruire la città”, la “civitas”, le forme e le pratiche della convivenza civile.
Come il Santo Padre oggi ci indica nell’enciclica “Laudato si’ ”, i rapporti con l’ambiente, sono solo l’altra faccia dei rapporti sociali. L’impegno di rigenerazione deve riguardare, quindi, a un tempo, le regole della convivenza, il funzionamento delle istituzioni, quello dell’economia.
Ecco perché, per un profondo risanamento ambientale, occorre una vera riscossa civile, politica, culturale. Oggi, nel disordine ancora imperante, scarti materiali e scarti umani tristemente si confondono.


Nuova alleanza con la terra. Una primavera per i nostri eccellenti prodotti agricoli è a portata di mano. Bisogna, però, uscire definitivamente dalle dispute un po’ speciose tra “allarmismo” e “negazionismo”. Forse, proprio mediante un confronto franco e diretto tra produttori e consumatori, occhi negli occhi, sarà possibile voltare pagina: eccellenza e sicurezza dei prodotti sono valori che possono potenziarsi l’un l’altro, purché si condivida il valore primario della verità, almeno quando si tratta della salute di tutti. Le vocazioni dei territori, interpretate progettualmente con spirito di cooperazione, costituiscono la strada maestra per costruire un’economia nuova, inclusiva, che cammini sulle gambe dei giovani. 


Ricordo del professore Aldo Fabris

Una domenica mattina della primavera del 1977 ci recammo, Peppe ed io, all'appuntamento con il prof. Aldo Fabris per rifinire contenuti e forma delle nostre tesi di laurea in Sociologia del Lavoro, che avremmo poi discusso, con lui Relatore, laureandoci con votazione eccellente il 4 luglio successivo. Il ricordo di quella domenica, sempre caro, è riaffiorato una di queste sere mentre svolgevo una ricerca in rete e ho letto di sfuggita il link che portava al portale del Premio Aldo Fabris – Premio Italiano per la Formazione e Valorizzazione del Capitale Umano (premiofabris.it).
Il prof. Aldo Fabris quella mattina ci attendeva nella sua stanza al 24° piano dell'Hotel Ambassador (ex Jolly Hotel) il grattacielo situato al centro di Napoli a pochi passi da Piazza Municipio. Ricordo le emozioni per l'incontro con il nostro Docente e per l'alta prospettiva che il luogo proponeva sul panorama napoletano. Il sentimento dell' “altezza” della situazione fu per me predominante: con l'animo dello studente recepivo la grande importanza di quel colloquio diretto con il Professore, peraltro molto alto fisicamente, che ci accolse con familiarità e subito presentò l'elenco dei suoi rilievi e dei suoi suggerimenti per le nostre tesi che aveva letto con attenzione e grande interesse. Credo che quell'incontro con noi due suoi studenti fosse per lui uno dei motivi più importanti per la sua venuta a Napoli, in aereo da Parigi dove, come egli stesso ci disse, aveva accompagnato la sua Signora per una Mostra d'Arte. Un incontro sapienziale e di grande gentilezza che mai ho dimenticato, come credo sia capitato anche a Peppe. Non ho mai dimenticato neppure il particolare della raccomandazione che mi rivolse salutandoci: “Mi raccomando: soprattutto con due t.

Il pensiero circa l'esistenza di un Premio Aldo Fabris per gli studi del Management e delle Risorse Umane mi ha fatto temere che il nostro Professore fosse ormai defunto e che il premio fosse stato istituito in sua memoria. E così ho letto un poco dai comunicati del Premio:
si ispira alla figura de prof. Aldo Fabris, ed ha lo scopo di promuovere tra i giovani attivita' di studio e ricerca sulle organizzazioni per lo sviluppo della cultura manageriale intesa come fattore fondamentale di crescita economica nazionale. Fabris, un caposcuola nella formazione e nell'organizzazione aziendale, era stato per numerosi anni direttore dell'Ifap Istituto di formazione dell'Iri, docente presso l'Universita' di Bari e autore di numerosi libri e pubblicazioni sul tema degli studi organizzativi degli ultimi trenta anni”.

Il mio ricordo del Professore, e credo anche quello di Peppe, ha le connotazioni contestuali della nostra relazione formativa ed universitaria. Ma dopo tanti anni ho avvertito l'esigenza di approfondire la conoscenza della sua figura umana. Non ho trovato molto nel corso della mia ricerca che ho provato a fare con l'ausilio della rete, ma il poco è significativo. Nel 1996 si è celebrato il quinto anniversario della sua dipartita con un Mostra fotografica organizzata nella sede di Roma dell' IRI Management. Dal portale del Premio Aldo Fabris, con notizie e bibliografia, è possibile recuperare una foto del volto del Professore. Dalla lettura on line di alcune pagine di un libro edito da Franco Angeli editore (U. Morelli - G. Varchetta, Cronaca della formazione manageriale in Italia: 1946-1996), e specificamente dalla memoria scritta da U. Morelli è possibile ricavare interessantissimi tratti della figura umana del Prof. Aldo Fabris. Li leggiamo volentieri:
 


domenica 19 luglio 2015

Religiosità e Cultura in Costa d'Amalfi

Alcuni giorni di vacanza intorno alla metà di Luglio trascorsi in Costa d'Amalfi e soggiornando a Maiori sono stati arricchiti con la diretta esperienza di significative e belle manifestazione della religiosità e della cultura. Tra queste la visita alla Duomo di Amalfi in pellegrinaggio al sepolcro dell'Apostolo Andrea, la visita alla Basilica di Minori ove si custodisce la reliquia di Santa Trofimena martire del IV secolo celebrata con una grandiosa festa patronale, la visita alla Collegiata di Maiori impegnata a vivere la festa di Maria SS.ma del Carmelo anche con eventi culturali organizzati dall'antica Arciconfraternita del Carmine.
La Storia Locale della Costiera, ricca di Autori (Pansa, Camera, Cerasuoli etc.) e di Opere storiografiche antiche e contemporanee, assume interessantissimi tratti legati alla storia ecclesiastica dell'Arcidiocesi di Amalfi e degli altri Centri Storici del territorio.
Mons. Giuseppe Imperato, storico insigne delle istituzioni ecclesiastiche della Costiera, nel primo numero (1/1969) della Rassegna Storica dei Comuni scrisse La Costa delle quattro Cattedrali per trattare di Storia tradizioni religiose e folklore della Costiera amalfitana. Tracciò le linee essenziali della storia ecclesiastica ed agiografica di Amalfi, e della altre antiche città episcopali della Costiera (Scala Ravello e Minori con le loro ex-cattedrali) un tempo “Vescovadi piccoli di estensione, ma numerosi di popolo allora e centri floridissimi di attività culturali, artistiche e sociali”. L'apertura ai commerci con l'Oriente e i rapporti con la Palestina e Costantinopoli determinarono la ricchezza della Costa d'Amalfi che dalle vie del mare ritraeva non solo i suoi beni economici ma anche quelli del suo patrimonio religioso. In questo senso giunsero in Costiera le venerate reliquie dei suoi Santi: il corpo dell'Apostolo Andrea fu portato ad Amalfi all'inizio del '200 dal cardinale Antonio Capuano, da Nicomedia giunsero a Ravello le reliquie di San Pantaleone, dal mare giunse miracolosamente a Minori il corpo di Santa Trofimena, dal mare raccolta da una rete di pescatori giunse anche la bella statua della Madonna con Bambino che si venera nella Collegiata di Santa Maria a Mare di Maiori.
Nei giorni della vacanza estiva ho avuto occasione di verificare la grande devozione popolare e religiosa che circonda la figura di Santa Trofimena patrona di Minori e compatrona della Costiera, la festa grande e lei dedicata con la processione del Popolo e delle Congreghe antiche della città, con le luminarie e i fuochi d'artificio in notturna sul mare che richiamano migliaia di visitatori. Per la devozione a Santa Trofimena e per la ricostruzione storiografica del suo dossier agiografico, che si basa sul ritrovamento di un antico manoscritto del IX secolo, si muovono la Basilica di Minori la Pro Loco e studiosi ricercatori.
In questo senso il Centro Cultura e Storia 'Pompeo Troiano' ha pubblicato per Terra del Sole Edizioni “La Santa e la Città: Santa Trofimena e Minori – problemi storiografici e tradizione manoscritta” a cura di Antonio Mammato.

Un'altra esperienza molto significativa per gli aspetti storici e culturali legati alla tradizione religiosa locale è stata in questi giorni la Presentazione dell'Archivio Storico riordinato della Arciconfraternita del Carmine di Maiori. Il dott. Crescenzo Paolo Di Martino che aveva in precedenza curato il riordinamento dell'Archivio della Collegiata di Santa Maria a Mare ha portato a termine anche un lavoro di sistemazione e di regesto delle Carte e dei Libri Congregazionali dell'Arciconfraternita del Carmine, la quale dal 500' persiste con numerosi Confratelli e con una Cappella ricca di storia e di arte accanto alla Chiesa Collegiata.

Il Convegno della Presentazione, organizzato da Bonaventura Landi Priore della Congrega e da don Vincenzo Taiani Parroco della Collegiata, è stato moderato da Donato Sarno e si è tenuto proprio nella Cappella del Carmine. Si è registrato un folta presenza di pubblico, e sono stati messi in risalto gli importanti legami storici e culturali della Congregazione con la tradizione civile e religiosa della Città di Maiori.