martedì 13 dicembre 2011

La costruzione del presepio

La motivazione fondamentale della costruzione del presepio si lega ad una riflessione di carattere teologico e devozionale sulla Incarnazione del Figlio di Dio, e alla rappresentazione simbolica del mistero della Natività. Altre motivazioni attengono la tradizionale relazione educativa tra le generazioni e l’interagire in una comunità di vita e di valori. Molti ricordano il presepio della fanciullezza come una costruzione a cui partecipare in famiglia con la guida del padre, nel palazzo o nella comunità ecclesiale e cittadina con la guida di una persona esperta. Il presepio veniva semplicemente realizzato per celebrare l'avvenimento religioso della Nascita di Gesù, e la sua costruzione riusciva a motivare l'impegno e a stimolare la creatività fino a procurare la profonda emozione della coscienza di partecipare a momenti importantissimi per la propria e l'altrui vita. 
Quella emozione non è un dato relegabile solo alla memoria; essa è sempre esperibile, anche nell'oggi, perché è una espressione precipua dell'animo umano, e riappare quando questo si ritrova a riflettere sui valori essenziali della vita e sui contenuti dei propri convincimenti. E' una emozione, talvolta di carattere estetico e religioso, che diviene un moto operativo, artistico ed educativo, quando i valori e i convincimenti cerca di rappresentarli oggettivamente e costruttivamente attraverso un linguaggio ed un’opera simbolici e significativi 
Tale è l'emozione che la costruzione del presepio suscitava un tempo, offrendo materia alla riflessione e alla rappresentazione dei valori e dei legami familiari e comunitari; e che risuscita rioffrendosi con spunti costruttivi e rappresentativi dei valori nei discorsi e nei legami dell'oggi. 
In molti luoghi del napoletano, tra gli amici che si ritrovano a parlare del presepio è comune l'esperienza della leggenda d'origine che lega il proprio ricordo infantile con il periodo natalizio. Si tratta della memoria di gesti comunitari antichi evocata dalla costruzione del manufatto presepiale insieme con le situazioni di vita e i sentimenti della festa più amata dai bambini e dagli anziani. 
Il presepio si ripropone così come luogo della memoria e del dialogo tra le generazioni, espressione simbolica e rappresentazione di una riflessione, di una fede e di un discorso che è sempre pedagogico anche nelle sue manifestazioni più evidentemente artistiche o religiose. 
In questa memoria ci si sente particolarmente coinvolti a causa delle notevoli trasformazioni economiche ed ambientali ingeneratesi con la modernità, ed il richiamo della tradizione risponde psicologicamente ad una esigenza di riflessione sulla propria identità culturale e personale. 

Bibliografia:   P. Saviano, Civiltà del presepe - Natale e storie di paese, Roma 2009          libro on line
                

domenica 11 dicembre 2011

Mons. Alessandro D'Errico tra i premiati della nona edizione del Premio Bonifacio VIII

Ad Anagni, 'Città dei Papi', il 9 Dicembre 2011 si è tenuta la cerimonia di chiusura della IX edizione del Premio Bonifacio VIII. Un riconoscimento nazionale ed internazionale, istituito dall'Accademia Bonifaciana, che intende onorare gli operatori di pace e i promotori dell'assistenza ai paesi più poveri. Un premio che, secondo le parole del Presidente Sante De Angelis, “trae ispirazione dal messaggio di pace del Papa del primo Giubileo e che persegue l'obiettivo perennemente attuale per il bene dell'umanità, coniugando la promozione culturale con i valori dello spirito e realizza un significativo impegno sociale a favore di diverse situazioni di disagio e di indigenza”. 
Il premio, simboleggiato con un volto di Bonifacio VIII artisticamente scolpito da Egidio Ambrosetti, fu assegnato per la prima volta nel 2003 al papa Giovanni Paolo II. Da allora a cadenza annuale, e nella cornice architettonica dei palazzi della cittadina medievale, esso è stato consegnato a svariate e meritevoli personalità della vita ecclesiastica, istituzionale, civile e militare.
Tra queste: i Cardinali Jose Saraiva Martins, Renato raffaele Martino, Javier Lozano Barragan, Angelo Comastri, Crescenzio Sepe, Ersilio Tonini, Elio Sgreccia, Giovanni Lajolo; i Presidenti emeriti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi; il Premio Nobel Rita levi Montalcino ed il Senatore Giulio Andreotti.
Quest'anno ha voluto sottolineare il valore del Premio Bonifacio anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha inviato una medaglia di rappresentanza e ha rivolto un messaggio che evidenzia il percorso civile e culturale ed il costante impegno per la pace, il dialogo e la coesione sociale.   
La cerimonia del 9 Dicembre ha riguardato la premiazione di Mons. Arcivescovo Alessandro D'Errico, Nunzio Apostolico in Bosnia-Erzegovina e Montenegro, nella cui opera pastorale e diplomatica, svolta a nome della Chiesa nella complessità dei rapporti interreligiosi e civili delle regioni balcaniche, sono particolarmente esaltati i valori promossi dal Premio Bonifacio.
Nella stessa giornata hanno ricevuto il riconoscimento anche altre importanti personalità: il cardinale Salvatore De Giorgi Arcivescovo emerito di Palermo, Mons. Carlo Liberati Arcivescovo Prelato di Pompei, il Generale Biagio Abrate, l'Ammiraglio Bruno Branciforte, Angelo Caloia Presidente della Fabbrica del Duomo di Milano, Miguel H. Diaz Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, il Senatore Lamberto Dini.
Papa Benedetto XVI ha inviato un messaggio con “una speciale Apostolica Benedizione all'Istituzione organizzatrice dell'evento e agli Autorevoli Personaggi insigniti del Premio”.
La locandina dell'evento, intitolata '...per una cultura della pace...' e raffigurante il beato Giovanni Paolo II alla ricezione del Premio, è stata realizzata da una artista ucraina.