domenica 17 giugno 2012

Amici dei poveri a convegno a Napoli


Sabato 16 Giugno 2012 alle ore 8.20 sono partito in bicicletta per Napoli. Alle ore 9.10 stavo già sull'atrio della basilica di San Lorenzo ove si teneva il Convegno Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri. Il titolo è una frase del beato papa Giovanni XXIII. E' stata una passeggiata di 15 chilometri tutti in pianura e discesa. Il Convegno è stato organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con l'Arcidiocesi di Napoli e la Comunità Papa Giovanni XXIII, ed ha coinvolto oltre un centinaio di raggruppamenti 'amici dei poveri' provenienti da tutta l'Italia. Non son mancate testimonianze di confessioni e gruppi stranieri, in particolare gli ortodossi greci di Apostoli. L'amplissima chiesa gotica era gremitissima. Ho faticato un poco ad individuare tra la folla la collega Anastasia che, operante nell'ambito dei progetti napoletani della Comunità di Sant'Egidio, mi ha spesso proposto di partecipare a qualche incontro. Prima di intravederla, ho potuto scambiare qualche parola con il prete ortodosso seduto in prima fila, interprete dell'intervento previsto in greco, e ho potuto salutare l'amico Giorgio, prete della diocesi di Aversa e mio compaesano, impegnatissimo nell'assistenza al volontariato sociale e appassionato pure lui della bicicletta. La collega mi ha presentato ad Alfano, impegnato nella Caritas di Nola. Qualche foto prima dell'arrivo puntuale del cardinale Sepe e subito le parole del Convegno. Alcune le ho fissato sulla brochure ricevuta all'entrata, scaricabile in PDF.
Molto bella e significativa l'icona del convegno in stile 'paleocristiano': due fratelli, uno con l'albero rigoglioso e l'altro con l'albero impoverito, che condividono il cesto con i frutti colti dall'albero pieno.
Alcune parole della moderatrice Gabriella Pugliese sono per la chiesa dei francescani e per Napoli che ospita l'incontro: “una città segnata da profonde povertà ma allo stesso tempo capace di grandi slanci di generosità”.
Altre parole sono di Antonio di Donna, Vescovo ausiliare di Napoli, che riferisce lo spirito del Concilio Vaticano II a riguardo delle povertà, rileggendo il N. 8 della Lumen Gentium. Importante nella sua lettura critica e teologica il riporto del concetto di don Milani: “fare strada ai poveri, senza farsi strada”.
Le parole di Francesco Soddu, Direttore della Caritas nazionale, sono preliminarmente rivolte alle sette diocesi recentemente terremotate dell'Emilia e della Lombardia; poi esprimono l'opzione e i servizi che la Chiesa realizza per i poveri.
Le parole del cardinale Crescenzio Sepe appaiono ricche di riferimenti umani e teologici, intrecciate con la narrazione personale. Egli accoglie i convenuti come Città e come Chiesa, come Cittadino Onorario e come Vescovo. La sua comunicazione sulla realtà dei poveri è ricca di aspetti antropologici, cristologici, sacerdotali ed ecclesiologici. La sua verve accompagna verità e concetti profondi; anche con ironia, quando elenca i vescovi presenti quasi a rappresentare l'intera Conferenza Episcopale Campana da lui convocata sul tema delle povertà. Non manca il ricordo di Giovanni Paolo II, il suo “grande maestro” che invitava a “spalancare le porte a Cristo”, e le sue parole ispirate dal papa beato sono state : Questo è un tempo in cui tutto si chiude. Perciò, mentre tutto si chiude, la Chiesa deve aprire: aprire ogni giorno una nuova porta, che sia quella di una chiesa, di un centro di ascolto, di una casa che accoglie. Soprattutto deve aprire le porte del cuore. Solo così sarà possibile vincere anche battaglie impossibili. Chi è amico dei poveri è amico di Cristo e chi è amico dei poveri di Cristo, è amico della Chiesa. Ha salutato tutti con il solito “E 'a Maronna v'accumpagna.”
Le parole di Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant'Egidio, chiaro e profondo nel suo discorso di Storia ecclesiastica e di Storia contemporanea, nell'orizzonte dell'insegnamento del Concilio Vaticano II, hanno viaggiato per la casistica, la statistica e la problematica delle povertà assolute e relative, descrivendo quadri storici ed attuali, evidenziando criticità e proponendo prospettive di servizio, di impegno e di speranza. L'esempio del francescanesimo, fare storia a partire dai poveri e vivere la gratuità sono stati i concetti chiave della sua relazione che è stata la fondamentale del Convegno. Alcune sue frasi:
Si può fare storia a partire dai poveri, perché c’è una forza attrattiva e diffusiva del bene. Ogni incontro con il povero suscita energie di amore, che non si trovano in una vita individualista ed egoista. La solidarietà con i poveri è una straordinaria energia di cambiamento”;
La gratuità libera l’uomo di oggi dal sentimento di estraneità all’altro, di paura e di diffidenza. Mostra la comunanza di destini ed indica un futuro assieme. Emancipa dalla solitudine delle proprie sofferenze e crea un sentimento più largo”.
Qualche minuto prima di mezzogiorno vi è stato un intervallo con uno stacco musicale. Ho avuto occasione di scambiare qualche parola con il cardinale Sepe e con Marco Impagliazzo sulla gratuità. Abbiamo ricordato che la gratuità ha un riferimento evangelico ed è anche il motto contenuto nello stemma del vescovo di Aversa mons. Angelo Spinillo: gratis accepistis, gratis date (Mt 10,8).
Sono ritornato a Fratta passando prima per le bancarelle di Port'Alba, dove ho acquistato qualche vecchio libro agiografico, e risalendo sotto un bel sole per la via della 'Doganella'.


Diocesi di Aversa: il Convegno conclusivo dell'anno pastorale 2011-2012


Con la preghiera dei Vespri in Cattedrale si è chiuso venerdì 8 giugno 2012 il Convegno conclusivo dell'anno pastorale 2011-2012. Il Convegno Pastorale Diocesano iniziale si era tenuto il 24 settembre 2011 nella chiesa abbaziale di san Lorenzo fuori le mura. Leggiamo dalla lettera del Vescovo Mons. Angelo Spinillo i significati, i momenti salienti e le iniziative avutisi nel corso dell'anno pastorale.

"L'anno pastorale 2011-2012 volge al termine. Per grazia di Dio lo abbiamo vissuto con intensità in tanti momenti caratterizzati da un sempre impegnato ed attento dialogo fraterno e formativo. Insieme ci siamo preoccupati di curare l'educazione di tutti i membri della comunità cristiana al vivere la fede nella realtà delle situazioni della vita e negli ambiti della storia personale e sociale di ogni credente. Ci siamo preoccupati di educarci all'ascolto della presenza e della parola di Dio che sempre risuona nei diversi ambiti del vivere quotidiano e sempre chiama ad aderire alla volontà del Padre e ad assumere atteggiamenti e scelte nuove, feconde di vita e di carità.
Abbiamo vissuto:
il 24 settembre 2011, il Convegno di inizio anno pastorale, con S. E. Mons. A. Staglianò;
il 24 novembre 2011, l'incontro sull'educarci alla fede nell'ambito" tradizione", con il Rev. P. Pino Stancari;
il 23 febbraio 2012, l'incontro sull'educarci alla fede nell'ambito "fragilità e affettività umana", con il Rev. Prof. Carlo Rocchetta;
il 15 marzo 2012, l'incontro sull'educarci alla fede nell'ambito "cittadinanza" con il Magistrato Dott. Raffaele Cantone.
A conclusione di questo tempo, ci sembra importante, come già fu detto in settembre, vivere un momento di verifica e di sintesi della strada percorsa."

Il convegno conclusivo si è svolto in due momenti: il primo ha visto i vari gruppi convocati nelle varie sedi indicate per la discussione delle tematiche dalle 17.30 alle 19.00; il secondo si è vissuto dalle 19.15 nell'assemblea in cattedrale con le sintesi dei relatori dei gruppi e le indicazioni pastorali del Vescovo.
Personalmente ho partecipato nella pinacoteca del seminario vescovile alle riflessioni del primo gruppo sul tema: educarsi all'ascolto, all'annuncio e alla trasmissione. Si è trattato di una discussione molto partecipata sul fondamentale argomento della testimonianza della fede. Ho sviluppato nel mio intervento la proposta di contemperare la fede con il sentimento antropologico della 'fiducia' che bisogna avere nella libertà, nella dignità e nella capacità dell'uomo, e/o dell' "altro", di essere disponibile all'accoglienza del dono della fede e alla comprensione del messaggio evangelico. Ho proposto di considerare l'ascolto, l'annuncio e la trasmissione come le tre parole di un dialogo che coinvolge credenti, non credenti, e le generazioni. L'ascolto presuppone la volontà, cioè che si abbia la disposizione interiore ad accogliere le parole della fede; l'annuncio presuppone la ricerca, cioè che si abbia la disposizione a recepire la bellezza della novità, e che si sia animati dal desiderio della salvezza; la trasmissione presuppone una sapienza impegnata, una capacità ed una esperienza tese ad 'educare alla vita buona del Vangelo'.
Che poi sia sempre possibile rivolgere le parole della fede a chiunque nel dialogo, mi è parso esemplare riferirmi al Maestro che con il linguaggio delle parabole insegna la verità e ne adatta le dinamiche per la comprensione in ogni situazione ed esperienza esistenziale ed umana.