lunedì 1 ottobre 2012

Il Convegno di apertura dell'Anno Pastorale in Diocesi di Aversa


Il Convegno di apertura del nuovo Anno Pastorale 2012-13 nella Diocesi di Aversa si è svolto secondo l'agenda prevista, intensamente vissuto e frequentato nei suoi vari momenti dall'accoglienza ai Vespri conclusivi.
Momenti caratterizzanti della comunicazione, svolta nella serata di venerdì 28 Settembre 2012 in Cattedrale, sono stati quello dell'Introduzione del vescovo ordinario mons. Angelo Spinillo, quello della Presentazione dell'Icona del Convegno fatta da d. Stanislao Capone sacerdote diocesano, e quello della Relazione del vescovo ospite mons. Giovanni D'Ercole ausiliario dell'Aquila.
L'orizzonte spirituale dell'Anno della Fede indetto da papa Benedetto XVI con il Motu proprio Porta Fidei ha fornito la chiave di lettura pastorale e teologica-ispirativa per i tre interventi centrali del Convegno.

Il vescovo Spinillo ha voluto assimilare l'attività del Convegno ad un evento festoso per la Comunità ecclesiale diocesana con forte valenza di coinvolgimento personale. Un coinvolgimento che si opera per il consolidamento della conoscenza dei contenuti della fede e per la testimonianza dei credenti che procedono sulla strada del Vangelo. Egli ha operato una disamina delle attività ufficiali e degli eventi recenti che hanno impegnato la vita e la riflessione della Diocesi. Ha fatto riferimento all'operatività delle Comunicazioni Sociali, alla vita del Seminario, alle esperienze parrocchiali ed associative, alle gravi problematiche ambientali del territorio. Ha indicato nello sprone pastorale di Benedetto XVI, riguardante la riscoperta della bellezza della fede, lo stimolo ad impegnarsi nella testimonianza delle virtù cristiane, della Fede della Speranza e della Carità, per vivere nel vincolo spirituale della salvezza, nella preghiera allo Spirito Santo, l'esperienza comunitaria del credere in Cristo come Maria e secondo l'esempio dei Santi. Ha poi descritto i 4 momenti dell'anno pastorale che si collegano alla riflessione sui 4 articoli della professione della Fede: Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo e la Chiesa.

D. Stanislao ha descritto i significati simbolici e teologici dell'icona (una delle 7 porte della Cattedrale di Aversa) scelta per rappresentare, con il linguaggio dell'arte, le tematiche del convegno nello spirito della riscoperta della bellezza della fede.

Mons. Giovanni D'Ercole ha voluto svolgere la relazione sul tema 'Io credo in Dio Padre' con “umiltà e cuore”. Ha immediatamente esordito con l'affermazione dell'Amore del Padre che dona vita e senso della vita all'uomo: “Noi siamo solo se Dio ci ama”.
L'Anno della Fede improntato alla Porta fidei ricavata da Benedetto XVI dalla lettura degli Atti degli Apostoli (At 14,27), porta d. Giovanni a considerare la Porta come una Relazione che si ristabilisce tra il credente e Dio in un tempo che è caratterizzato da “crisi di relazioni” e da “difficoltà” che si verificano ai vari livelli della vita contemporanea. Crisi e difficoltà nei linguaggi, nelle aspettative, nei comportamenti, che danno le sensazioni dell'essere abbandonati. “Ma Dio c'è! Dio non ci abbandona”: le parole di d. Giovanni irrompono come ad illuminare le coscienze e a salvare da una particolare crisi: “la crisi dei padri”, “la crisi tra le generazioni” che nel mondo che cambia, nel 'piccolo villaggio' della società occidentale, si esprime con “la difficoltà a far sentire padre un padre di figli”. Egli ha così scoperto “l'importanza del Vecchio”, la risposta a “che cosa è il Padre?”: “Egli è colui che ti ascolta!”.
Mettersi quindi “in ascolto sacerdotale” è l'atteggiamento più giusto per fare l'esperienza del Padre.
Con queste premesse emozionali il discorrere di Mons. D'Ercole assume andamenti molteplici. Un andamento storico-patristico con il riferimento ai tempi di Agostino che difronte ai “barbari distruttori” forte della sua fede in Dio dice: “non vedo un mondo che crepa ma sto vedendo già un mondo che nasce”.
Un andamento antropologico con il riferimento ai significati di ideogrammi cinesi che significano insieme individualità ed opportunità relazionale.
Un andamento mistico con il riferimento all'esperienza dell' ”avere Dio” di Santa Teresa e alla riflessione di Gandi sul Cristianesimo.
Un andamento socio-pedagogico con il riferimento ai linguaggi giovanili dei “nativi digitali” che spingono gli “arcaici digitali”, ed egli stesso è uno di questi, ad usare le opportunità della rete per ascoltare e dialogare sulla fede con i giovani.
Ed allora si riscopre la bellezza antica della fede, quella legata alla gioia dell'annuncio del Vangelo, “la bellezza di comunicare la fede con gioia”. Si comprende il pensiero di Thomas Merton, il giornalista divenuto monaco trappista, circa “la luce del Vangelo” che “non sta nel convincere ma nel comunicare”.
Nel dialogo con l'assemblea le argomentazioni di Mons. D'Ercole sulla fede in Dio assumono anche un carattere squisitamente catechetico ed abbondano così di edificanti esempi e di belle narrazioni di esperienze di vita.
Non mancano infine i suoi consigli pastorali per realizzare ai livelli parrocchiali iniziative adatte a rendere significativo l'anno della fede in diocesi. 

Il breve dibattito che è seguito con l'assemblea è stato iniziato con una domanda del Vicario Generale d. Francesco Picone che ha riguardato la forza che spinge il vescovo Giovanni D'Ercole ad essere comunicatore instancabile. "Anche nelle difficoltà so che sto annunciando il Vangelo" è stata la risposta.