Sorgono
dal profondo del cuore l'esigenza e la gioia di condividere le parole
di Papa Francesco dette al Messaggio Urbi et Orbi la Domenica
di Pasqua 2013 in Piazza San Pietro colma di popolo e di genti. Esse
illuminano di luce evangelica gli anfratti dell'anima che è sempre
in cerca del Signore e ne rintraccia la via per i sentieri spirituali
della fede e per le strade del mondo.
Papa
Francesco nella semplicità e profondità del suo magistero ci
rilegge la pagina del Vangelo della Risurrezione e ce ne testimonia
nuovamente, con l'ausilio della Scrittura e dei Padri, il significato
attuale ricco di verità e speranza.
Cari
fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero, buona Pasqua! Buona
Pasqua!
Che
grande gioia per me potervi dare questo annuncio: Cristo è risorto!
Vorrei che giungesse in ogni casa, in ogni famiglia, specialmente
dove c’è più sofferenza, negli ospedali, nelle carceri…
Soprattutto
vorrei che giungesse a tutti i cuori, perché è lì che Dio vuole
seminare questa Buona Notizia: Gesù è risorto, c’è la speranza
per te, non sei più sotto il dominio del peccato, del male! Ha vinto
l’amore, ha vinto la misericordia! Sempre vince la misericordia di
Dio!
Anche
noi, come le donne discepole di Gesù, che andarono al sepolcro e lo
trovarono vuoto, possiamo domandarci che senso abbia questo
avvenimento (cfr Lc 24,4). Che cosa significa che Gesù è
risorto? Significa che l’amore di Dio è più forte del male e
della stessa morte; significa che l’amore di Dio può trasformare
la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel
nostro cuore. E questo può farlo l’amore di Dio!
Questo
stesso amore per cui il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è andato
fino in fondo nella via dell’umiltà e del dono di sé, fino agli
inferi, all’abisso della separazione da Dio, questo stesso amore
misericordioso ha inondato di luce il corpo morto di Gesù, lo ha
trasfigurato, lo ha fatto passare nella vita eterna. Gesù non è
tornato alla vita di prima, alla vita terrena, ma è entrato nella
vita gloriosa di Dio e ci è entrato con la nostra umanità, ci ha
aperto ad un futuro di speranza.
Ecco
che cos’è la Pasqua: è l’esodo, il passaggio dell’uomo dalla
schiavitù del peccato, del male alla libertà dell’amore, del
bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria siamo noi:
l’uomo vivente (cfr Ireneo, Adversus haereses, 4,20,5-7).
Cari
fratelli e sorelle, Cristo è morto e risorto una volta per sempre e
per tutti, ma la forza della Risurrezione, questo passaggio dalla
schiavitù del male alla libertà del bene, deve attuarsi in ogni
tempo, negli spazi concreti della nostra esistenza, nella nostra vita
di ogni giorno. Quanti deserti, anche oggi, l’essere umano deve
attraversare! Soprattutto il deserto che c’è dentro di lui, quando
manca l’amore di Dio e per il prossimo, quando manca la
consapevolezza di essere custode di tutto ciò che il Creatore ci ha
donato e ci dona. Ma la misericordia di Dio può far fiorire anche la
terra più arida, può ridare vita alle ossa inaridite (cfr Ez
37,1-14).
Allora,
ecco l’invito che rivolgo a tutti: accogliamo la grazia della
Risurrezione di Cristo! Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di
Dio, lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la potenza del suo amore
trasformi anche la nostra vita; e diventiamo strumenti di questa
misericordia, canali attraverso i quali Dio possa irrigare la terra,
custodire tutto il creato e far fiorire la giustizia e la pace.
E
così domandiamo a Gesù risorto, che trasforma la morte in vita, di
mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace.
Sì, Cristo è la nostra pace e attraverso di Lui imploriamo pace per
il mondo intero.
Iltesto intero sul portale del Vaticano
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