mercoledì 8 agosto 2018

Tarcisio uomo di Chiesa


L’altro giorno (6 agosto) il prof. Tarcisio Salvato ha concluso la sua vicenda terrena. Nel paese natio (Frattamaggiore) la notizia è stata commentata e vissuta con commozione dalla gente perché Tarcisio era conosciuto da tutti e da tutti stimato come uomo di chiesa e testimone della carità del Vangelo. Nonostante il periodo estivo la Basilica di San Sossio si è riempita di persone di tutte le età per onorare la sua memoria e partecipare alla celebrazione religiosa che è stata presieduta da Mons. Angelo Spinillo Vescovo di Aversa.
Molti sulla rete dei social hanno voluto ricordare con ammirazione i tratti fondamentali della personalità umana e cristiana di Tarcisio, che negli ultimi anni ha vissuto assistito dalla famiglia ed ha partecipato alle funzioni religiose accompagnato con una sedia a rotelle.
Il suo percorso quotidiano, prima della infermità, si svolgeva tra le parrocchie cittadine, soprattutto la Basilica di San Sossio, Sant’Antonio e San Rocco, impegnato nella catechesi giovanile, nell’aiuto ai poveri, nel canto corale e nella costante preghiera di adorazione al Santissimo. Era l’ultimo ad uscire alla chiusura dopo ore di orazione genuflessa nel silenzio della chiesa, e raggiungeva casa con una bicicletta sempre diversa, perché quasi sempre gliela portavano via.

Mons. Angelo Crispino, in pellegrinaggio a Lourdes con la comunità parrocchiale dell’Assunta, è stato il primo a divulgare sui social la notizia della dipartita di Tarcisio e a tratteggiarne la memoria in relazione alla esperienza ecclesiale frattese: “Sono in molti a scrivere che è una "persona per bene" ma è troppo poco ricordarlo così perché chi ha avuto la gioia e la consolazione di incontrarlo, di conoscerlo e di condividere con lui esperienze umane, culturali, professionali e pastorali non può chiudere bocca, tanta è la luce, la grazia e l'amore che promanava dalla sua persona e dalla sua testimonianza. Uomo dolce e mite, uomo di fede vera e di servizio, uomo di cultura ed educatore insigne, uomo di bontà e di carità sono solo alcuni aspetti della sua personalità incline al bene del prossimo e ad accogliere quanti vivevano condizioni di disagio sociale, di difficoltà esistenziali, di emarginazione culturale, di povertà materiale! Tarcisio è stato l'uomo di tutti, a servizio dei singoli ma ancora di più, esemplare e lodevole nelle istituzioni scolastiche agendo da educatore sapiente e generoso, e nelle varie comunità ecclesiali dove ha prestato la sua preziosa collaborazione quale ministrante, catechista, animatore dei ragazzi affidati alla protezione di S. Tarcisio, benemerita associazione fondata dalla cara mamma e ancora, quale esperto di canto nella corale parrocchiale. Una ricchezza carismatica che viene lasciata in eredità alla nostra città!”

Antonio Anatriello, in occasione degli auguri per il compleanno 2016 postati su fb, a lui si rivolse con queste parole: “In questo giorno: un solidale e affettuoso pensiero, ricordando la tua bontà, la tua fede, la tua sincera ma non chiusa fedeltà alla Chiesa, la tua semplicità, la tua signorilità e gentilezza, la tua riservatezza...”

Papa Francesco, da Cardinale nel 2002 commentando il Mistero dell’Assunzione di Maria, espresse l’interrogativo: “Non cerchiamo il nostro vero volto negli occhi degli altri? Non è vero che riposiamo da questa ricerca solo quando incontriamo il volto di un altro che ci ama e che vogliamo contemplare?”

Con questa ispirazione sicuramente qualche tratto del ‘volto’ di Tarcisio lo possiamo rilevare dalle sue stesse parole: quelle della commemorazione che egli fece nel 2003 della figura di don Pasqualino Costanzo, che scrisse con enfasi autobiografica per Il Nuovo Pellegrino della Parrocchia di San Rocco, e che leggiamo di seguito.


Personalmente penso che la figura di Tarcisio possa essere compresa bene nella dimensione della testimonianza storica ed ecclesiale di un laico impegnato nella vita della comunità locale; in maniera così intensa che non si può fare a meno di legarla al ministero del servizio e della pastorale nella Chiesa. La carità operante, la guida per i giovani, l’esemplare vita spirituale espressa nella testimonianza e nella preghiera, le condivise esperienze della ricerca di Dio, il chiaro riferimento alla guida dei Pastori e alla collaborazione con i sacerdoti, portano a comprendere Tarcisio nella schiera di quei laici esemplari che sono organicamente vicini ai parroci e ai loro collaboratori nel cammino e nel progetto pastorale. Esempi di questi laici ce ne sono sempre stati nella storia della chiesa locale, in particolare nella chiesa post-conciliare che ha vissuto la transizione della pastorale giovanile, fondata sulla Azione Cattolica sull’Oratorio e su nuovi percorsi comunitari e di volontariato, tra questi ricordo Michele Imbembo, Peppino Sessa, molti altri e lo stesso Tarcisio (per un approfondimento di questo argomento puoi leggere questo post).

In particolare per la conoscenza di Tarcisio posso far riferimento ad alcuni altri avvenimenti ed impegni che hanno caratterizzato la qualità della sua testimonianza cristiana.
Nell’attività della Caritas di San Rocco egli è stato il volontario della frontiera; l’ho visto immergersi senza mezze misure e/o ritrosie, e con grande spirito di servizio, nell’opera di misericordia corporale e spirituale svolta per qualche persona indigente che viveva in strada ai margini della parrocchia.
Amante della Parola di Dio, che spesso proclamava come lettore dall’ambone, egli ha partecipato nel 2008 a La Bibbia Notte e Giorno organizzata dalla CEI, leggendo, tra i tanti lettori che si alternarono nella Chiesa di Santa Groce di Gerusalemme a Roma, alcune pagine del Libro del Siracide, in particolare i brani da lui amati sull’amicizia.


Nel 2010, e poi anche negli anni successivi, fu impegnatissimo per far da guida di pastorale turistica a schiere di fedeli Frattesi, tra i quali il sottoscritto, che si recavano in pellegrinaggio alla Cattedrale di Policastro per vivere la grazia dell’apertura del processo di beatificazione del Vescovo Federico Pezzullo (1890-1979). Si comprende l’entusiasmo personale e coinvolgente di Tarcisio, nipote del vescovo Federico che era fratello di sua madre (per un approfondimento di questo argomento puoi leggere questo post).



In particolare nell’ottobre del 2010 un evento importante della cultura storica ecclesiatica della Diocesi di Aversa registrò il suo intervento ufficiale tra i relatori della presentazione del libro del prof. Luciano Orabona, scrittore e docente di Storia della Chiesa: Laici e Vangelo in terre del Mezzogiorno - L'Azione Cattolica di Aversa e della Campania tra cronaca e storia.


La presentazione si tenne nella Chiesa della Madonna dell Grazie e quello di Tarcisio fu un intervento ricco di riferimenti storici e spirituali.
Nel 2011 Tarcisio fece l’esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa organizzato dalla Comunità della Basilica di San Sossio. Partecipai a quel pellegrinaggio anch’io e raccolsi la testimonianza di Ernesto che condivideva la stanza d’albergo circa la sua continua preghiera, per la quale si raccoglieva anche di notte.


Vissuto nella spiritualità eucaristica, in onore pure del Santo di cui porta il nome, Tarcisio volle ringraziare e lodare il Signore con intensità in tutte le circostanze. Nella chiesa di Sant’Anna a Gerusalemme, particolarmente nota per la sua acustica, volle partecipare al canto religioso e sublime dei tanti che si cimentavano con bravura e sentimento.

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