mercoledì 29 maggio 2013

La Traslazione dei Santi Sossio e Severino

La traslazione dell’urna di un santo, da un luogo di originaria custodia ad un altro luogo che assume la funzione di nuovo santuario, richiama il simbolo sacro del cammino del popolo d’Israele verso la terra promessa fatto al seguito dell’arca dell’alleanza trasportata dalla tribù sacerdotale:
Poi Giosuè disse ai sacerdoti: «Prendete in spalla l'arca del patto e passate davanti al popolo». Ed essi presero in spalla l'arca del patto e camminarono davanti al popolo” (Giosuè 3, 6).
Essa richiama pure le disposizioni spirituali, che devono accompagnare il cammino del popolo, e la necessità di costruire un tempio al Signore:
Disponete dunque il vostro cuore e l'anima vostra a cercare il Signore vostro Dio; poi alzatevi e costruite il santuario di Dio, il Signore, per trasferire l'arca del patto del Signore” (1Cronache 22,19).
In questo cammino ed in queste disposizioni si ritrova il senso della contemplazione comunitaria e dell’epifania della potenza celeste:
Allora si aprì il tempio di Dio che è in cielo e apparve nel tempio l'arca dell'alleanza. Vi furono lampi e voci e tuoni e un terremoto e una forte grandinata” (Apocalisse 11, 19).
E’ il luogo sacro che testimonia la presenza del Santo che guida, interviene ed assiste il suo popolo nel cammino della sua storia e della sua salvezza. E’ questo anche un segno del dono della Nuova Alleanza stipulata nel nome di Gesù Cristo, Figlio di Dio, e della sua presenza sacramentale nella sua Chiesa.
La comunità ecclesiale di Frattamaggiore, propaggine di un popolo ricco di fede e di storia, vede ed evidenzia innanzitutto questi significati religiosi e salvifici nella celebrazione della traslazione dei Santi Sossio e Severino che essa realizza nei giorni intorno al 31 Maggio di ogni anno.
Il 31 Maggio del 1807 il concittadino vescovo Michele Arcangelo Lupoli riuscì a realizzare la traslazione del santo patrono; ed oggi la comunità frattese è custode delle reliquie di San Sossio congiunte con quelle di San Severino abate. Si tratta di una eredità che lega spiritualmente la comunità locale all’antico monastero benedettino napoletano abolito dai Francesi e dal quale furono traslate le sacre spoglie. Oggi la custodia del santuario, che accoglie le spoglie del diacono martire del paleo-cristianesimo campano e le spoglie dell’abate evangelizzatore nel V secolo delle genti germaniche dell’antica frontiera danubiana dell’impero romano, esprime una religiosità molto sentita che si commisura anche nei tratti spirituali proposti nel titolo di Città benedettina che l’Ordine di San Benedetto ha voluto concedere nel 1997 a Frattamaggiore come riconoscimento della comune ed antica devozione, e come progetto di vita cristiana e di diffusione del messaggio di preghiera e di missione del grande patriarca del monachesimo.
La commemorazione vede impegnata la Chiesa patronale di San Sossio, insignita del titolo di Basilica Pontificia, nella connotazione delle celebrazioni con particolari significati pastorali e con particolari iniziative di riflessione religiosa, di ricerca storica, di studio agiografico, e di coinvolgimento etico del mondo laico e della istanze civili delle comunità che condividono la devozione dei due Santi.
La concessione del dono dell’Indulgenza Plenaria da parte della Penitenzieria Apostolica su mandato del Santo Padre ha rimarcato i significati religiosi di una millenaria devozione che portava i pellegrini a pregare sulla tomba dei Santi Sossio e Severino venerati un tempo nel monastero omonimo di Napoli. Oggi che i sacri resti dei due Santi riposano nella Basilica frattese la devozione legata alle indulgenze e al loro efficace intervento continua ad avere una pratica notevole.
La presenza delle urne dei due Santi si arricchisce di significati spirituali, religiosi e storici. Il popolo cerca nella presenza del Signore nel suo luogo santo anche il senso della sua identità e della sua storia. Nel luogo ove sono presenti i corpi di San Sossio e di San Severino, amici del Signore e modelli esemplari della sua santità, le comunità devote, quella frattese con le altre italiane di area campana e laziale, e quella austriaca con le altre di area europea e germanica, ritrovano storie e sensi che appartengono alla loro identità culturale e ai loro valori religiosi: la narrazione e l’attualizzazione delle meraviglie operate dal Signore, attraverso i suoi santi, lungo il cammino dei popoli e delle civiltà che hanno seguito la loro ‘arca’, la traslazione delle loro urne.
Lo studio e la pubblicistica intorno alla traslazione, ovvero alle traslazioni, dei due santi venerati nella Basilica frattese, hanno fatto scoprire molte di queste meraviglie, molti antichi avvenimenti portentosi narrati dagli agiografi che hanno descritto le varie traslazioni di San Sossio e di San Severino, e ne hanno steso ufficialmente gli Acta latini per la futura memoria. L’Anonimo altomedievale, Giovanni diacono dell’antico monastero benedettino napoletano, ed il frattese Michele Arcangelo Lupoli arcivescovo, per San Sossio; e poi Eugippo, e ancora Giovanni diacono e Michele Arcangelo Lupoli, per San Severino; hanno tutti arricchito la loro narrazione con il riporto di portenti e miracoli, quasi di “lampi voci e tuoni” alla maniera apocalittica.
Ricordiamo che nel 2007, per l’occasione del bicentenario della traslazione, la Basilica di San Sossio, in collaborazione con l’Istituto di Studi Atellani presieduto dal dott. Francesco Montanaro ha pubblicato tutti gli ACTA delle varie traslazioni in italiano e in tedesco. Un rimarchevole ed erudito lavoro in questo senso è stata la traduzione del testo latino di Giovanni Diacono operata da Mons. Angelo Perrotta, ultima sua fatica realizzata come parroco emerito di San Sossio.  

Come ogni anno, anche in questo 31 maggio 2013, le celebrazioni in Basilica sono solenni. Presenziano il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo, il Vescovo emerito Mario Milano, l'Ambasciatore d'Austria presso la Santa Sede Alfons M. Kloss, il Rettore della basilica Mons. Sossio Rossi con il Clero locale, e i Rappresentanti delle numerose comunità devote. La processione popolare con le urne dei due Santi percorre la vie cittadine e significativamente la Via XXXI Maggio dedicata all'evento storico della Traslazione del 1807.

Portale della Basilica Pontificia di San Sossio

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