venerdì 2 marzo 2012

Versanti di profonda umanità al centro di Napoli


E' il senso del messaggio scritto nella lettera della collega  A.M. Anastasia inviata a la Repubblica a fine febbraio. Riguarda il vivere di emarginati che si incontrano accampati sulle soglie e negli atri cancellati di antiche chiese, o ai piedi di monumenti e tra le siepi dei giardini circostanti. Su questo vivere, generato da una molteplicità di cause (scacco relazionale, sbandamento, abbandono, migrazione, disoccupazione, povertà...), si confrontano e confliggono culture del pregiudizio e culture dell'accoglienza. La problematica permane nella sua drammaticità ed interpella la ricerca, la comunicazione, l'etica, la politica, la religione; invoca liberazione, solidarietà, servizio, volontariato e cooperazione. La lettera è maturata nell'atteggiamento di una persona che partecipa e sostiene le iniziative della Comunità di Sant'Egidio; è stata scritta in risposta ad un'analisi pregiudiziale che si era andata affermando circa i segni del degrado civile presente a Napoli. La discussione sui contenuti della lettera ha rappresentato un'occasione offerta al dialogo educativo e didattico in una classe liceale e ne sono sortiti interessanti riflessioni e commenti. Riporto la lettera e qualche commento studentesco.
“Anche i cani randagi ricevono cibo e sopravvivono così, con i cartocci lasciati dove sostano: non dovrebbero sopravvivere anche esseri umani, nostri simili che per disgrazia e sfortuna incrociamo in angoli di strada come cuccioli abbandonati? Certo che si... Questa domanda dovremmo porcela ognuno di noi e cercare di arrivare in fondo ai nostri cuori. I senzatetto sono 'Persone' che più di altri hanno bisogno di affetto, cura, attenzioni, e non devono essere lasciati abbandonati a se stessi;  non sono sacchi di immondizia da portare via nelle discariche. Cacciando via loro dalle strade non si pulirebbe la città, ma si sporcherebbe la nostra coscienza per un atto di non solidarietà. Un complimento andrebbe, invece, fatto a loro che nonostante tutto non hanno mollato, hanno deciso di combattere contro il freddo, il gelo, il caldo torrido, ma più di tutto contro la loro stessa vita non sicuramente felice e tranquilla. A Napoli il degrado da anni è a causa dell'inciviltà e dell'icapacità, e non certo a causa di persone che dovrebbero essere aiutate con amore a superare il loro dolore e la loro afflizione.” (Samantha Riemma)
“Napoli come tantissime altre città ospita da anni povere persone che sostano in alcuni posti per sopravvivere. Ci sono molti che ritengono ciò un degrado della città, un qualcosa che la svalorizza. Secondo me il vero degrado della città si trova nella mancanza di solidarietà verso queste persone, perchè è facile parlare quando non si vive veramente in una situazione così drammatica. Molti pensano che non ci sono soluzioni, non esistono vie d'uscita per salvare chi si trova in queste condizioni. Ma io sono fiduciosa e penso che sia il Comune di Napoli e sia i Comuni di altre città possono trovare soluzioni innovative, come la fondazione di case di accoglienza, mense, ecc...” (Maria Grazia Russo). 



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