domenica 1 novembre 2020

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

P. S. - Cappellina campestre della deposizione

Sono trascorsi 25 anni dalla pubblicazione di questa mia meditazione sulla pagina diocesana di Avvenire (1995). La ripropongo, rivivendola ancora oggi.


L'autunno è nella sua pienezza, l'estate è passata, l'inverno si intravede all'orizzonte del tempo che viene.

La natura depone lentamente la vitalità trascorsa e si accinge al riposo della stagione ultima, fiduciosa nel risveglio primaverile.

La commemorazione dei defunti e il ricordo dei cari trapassati si pongono in questo contesto stagionale.

Dove la sofferenza è indotta da una morte che interviene a negare le tensioni di una vita che vorrebbe ancora sussistere; e che vorrebbe concludersi ancora un poco oltre, dopo l'esperienza della sua pienezza, senza troppo dolore.

Dove la pienezza della vita va oltre il limite del ciclo temporale in corso, e si diffonde umilmente, ma fortemente, in quelli successivi ed ulteriori che non sono ancora dati ma che sicuramente appieno saranno.

Dove la deposizione del corpo appare negare il passaggio dell'essere oltre la barriera del tempo che gli è dato, e l'introduzione nel sogno di una nuova primavera della vita.

Dove la tristezza, quando si muore dintorno, è nella sensazione di non riuscire a vedere ancora il luogo cristiano del mistero pasquale che accoglie le speranze della vita, e che solo il Padre conosce.

Nel ciclo in corso sussiste però la tradizione che seppellisce i defunti nei riti delle 'Confraternite della buona morte'; e sussiste il ricordo del nome dei cari che nei cimiteri, nelle 'terre sante', negli angoli e nelle edicole casalinghe, si addobba di fiori e di luci, si onora del ritorno dei parenti lontani; si celebra con il racconto delle gesta, degli esempi e delle scelte, nei quali rivivono, talora non senza la gioia e il convivio dei celebranti, protagonisti gli estinti; la cui anima si spera trasformata in lume di gloria.

E si prega il Signore che mantenga la fede e la vita intorno e oltre la morte:

"Signore... hai voluto essere deposto in un sepolcro e ti sei degnato di accordare ai tuoi fedeli l'esempio della risurrezione...". 


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