E’
il titolo di un libro-ricerca di storia locale completato nel 2004 e
pubblicato nel 2010 in self-publishing. Si avvale della lettura in
anteprima fatta da Sosio Capasso che volle realizzarne la prefazione
di pugno per accoglierlo nella collana ‘Paesi e luoghi nel
tempo’ dell’Istituto di Studi Atellani e per segnalarlo agli
Amministratori del Comune di Frattamaggiore con il fine di ottenere
un patrocinio favorevole per la pubblicazione. E’ stato pubblicato
e reso accessibile in rete per una serie di difficoltà legate alla
tradizionali soluzioni tipografiche locali.
La
conoscenza ed il messaggio affidati al libro sono sintetizzati nella
Presentazione e nei contenuti introduttivi della Prefazione
di Sosio Capasso e della Introduzione dell’autore.
Sono
direttamente leggibili sul portale di ilmiolibro.it; li
pubblico su Doctrina et Humanitas per contribuire al dibattito
e all’opera che caratterizzano da qualche secolo la storiografia
locale frattese e continuamente la amplificano e la rinnovano.
PRESENTAZIONE
- Bartolommeo
Capasso, archivista insigne dell'800, inquadra le origini del locus
di
Fratta nelle dinamiche dello sviluppo agricolo del territorio
dell'antica città di Atella, la cosiddetta Liburia
(Terra di Lavoro), ove nel IX secolo i vantaggiosi contratti agrari
richiamano molti coloni disposti a lasciare i luoghi costieri
minacciati dai saraceni e ad insediarsi sui terreni dell'entroterra.
Attraverso la lettura delle cronache e dei codici monastici medievali
della Campania si può anche dimostrare che l'origine etimologica del
termine Fratta è un prodotto proprio dell'humus
culturale benedettino ed è riferito ad un tipo di territorio da
disboscare e da recuperare al contado, su cui si esercita la
giurisdizione dei monaci dopo averlo acquisito come donativo
signorile. Fracta
è un toponimo diffuso anche in altre parti d'Italia e, come si
evince dagli studi di Emilio Sereni, in quasi tutti i casi esso è
individuabile come luogo di sviluppo rurale ed insediativo, inserito
nell'orbita di città cospicue ed episcopali e ove si esercitano la
contrattazione agraria della mezzadria e la gestione della Terra
Sancti Benedicti.
Tali sono i tratti originari della moderna comunità urbana che viene
narrata in questo libro: una città piccola ma millenaria, di
dimensione europea per la meta religiosa e culturale che essa
rappresenta con il suo santuario dedicato al martire Sossio e al
monaco Severino evangelizzatore dei popoli barbarici europei, la
quale si confronta con la sua storia, con il suo linguaggio, con i
suoi culti e con i suoi progetti. La ricerca storica su Fratta ha
interessato il campo dell'Archivistica,
dell'Agiografia,
della Storia
Civile
ed Ecclesiastica,
dell'Arte,
della Letteratura,
delle
Tradizioni Popolari,
della Toponomastica,
dell'Economia,
della Sociologia
e dell'Urbanistica.
PREFAZIONE
- Quando nel 2004 fu approntato per la pubblicazione questo libro fu
letto in
anteprima da Sosio Capasso, fondatore della Rassegna Storica dei
Comuni e dell’Istituto di Studi Atellani. Volle scrivere
di suo pugno una presentazione agli Amministratori comunali
dell’epoca per ottenere un patrocinio. La lettera, che rimane tra
le sue ultime testimonianze scritte a favore della conoscenza della
Storia Locale, viene utilizzata come prefazione del libro.
INTRODUZIONE
- La conoscenza della storia della città è un valore indiscutibile
e necessario che serve a mantenere viva nel tempo l'identità della
comunità antica e a rafforzare le radici, le tradizioni e i
riferimenti celebrativi della comunità moderna.
Questa
conoscenza è ancora più necessaria nell'impatto con le
trasformazioni urbane e nei processi di transizione sociale, quando i
caratteri della comunità moderna e le espressioni urbanistiche
della città tendono a configurare situazioni comportamentali ed
ambientali diverse e disgreganti rispetto all'antico humus etico
e storico-culturale.
Questo
potrebbe essere il caso di Frattamaggiore, qualora non si coltivasse
la conoscenza della storia della città e, in concomitanza, si
verificassero l'ignoranza, l'abbandono e la negazione dei valori
della comunità locale antica; dei valori, cioè, tramandati
attraverso le forme lapidarie, i codici e i segni assunti nel tempo
dalla vita civile, religiosa e popolare.
Per
fortuna la tradizione storiografica frattese ha sempre tenuto e tiene
buoni maestri, e ciò lo si può affermare in questa sede senza la
necessità di esplicite citazioni per altro facilmente recuperabili
dall'ampia bibliografia locale. Essa ha sempre offerto al dibattito
extra ed intra-cittadino spunti di riflessione ed opportunità di
partecipazione e di interventi di recupero e di politica
culturale; attraverso Istituti ed iniziative significative e
variegate agganciate alle manifestazioni più alte degli studi
accademici e alla valorizzazione istituzionale.
Questo
lavoro coglie l'esempio di tale storiografia, e propone una
riflessione operativa circa le problematiche del recupero urbanistico
e circa le tematiche del centro storico della città; a partire
appunto dall'importanza che la conoscenza e la ricerca assumono nella
disposizione di un repertorio primario, descrittivo toponomastico ed
espressivo, utile alla progettualità comunale
e all'identificazione della persistente immagine della città antica
di Fratta.
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