sabato 12 gennaio 2013

Il dialogo tra credenti e non credenti in Italia: la “perlustrazione” di Giorgio Napolitano

Fonte: quirinale.it

E' stata un'esperienza di grande significato poter ascoltare il ragionamento del Presidente della Repubblica Italiana durante l'incontro “Dio, questo sconosciuto. Dialogo tra credenti e non credenti" svoltosi ad Assisi il 5 ottobre del 2012 nell'ambito dell'iniziativa vaticana del Cortile dei Gentili.
L'incontro seguito da migliaia di presenti e da milioni di spettatori è stato moderato da Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, e si è incentrato sul dialogo tra il Presidente Giorgio Napolitano ed il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Giorgio Napolitano ha motivato l'approccio storico-politico del suo intervento come il più congeniale alla sua personale ricerca di risposte sul mistero e sulla fede, e come necessario per esprimere la sua riflessione di Presidente degli Italiani tesa a rappresentare e ad unire insieme le posizioni dei credenti e dei non credenti. Ha così svolto una profonda disamina di idee e di parole recuperate dal pensiero e dalla cultura politica degli anni della Repubblica a partire dall'epoca della Costituzione.
Nell'accoglienza dei valori di una “antropologia di base”, concetto mutuato dal dialogo con il cardinale Ravasi, e nel riconoscimento di “Dio presente nel mistero del mondo e dell'animo umano”, il luogo della devota tradizione religiosa francescana si è disposto all'ascolto del magistrale discorso laico del Presidente della Repubblica.
Dalla sua “rapida perlustrazione” sono emersi spunti interessantissimi ed approfonditi di una cultura tutta italiana che ha riconosciuto i caratteri sacrali della solidarietà e della convivenza civile e che, con le sue proposte e le sue analisi, secondo le parole di Napolitano, ha espresso il senso di misura e di rispetto che ha caratterizzato l'atteggiamento di personalità tra le maggiori del mondo laico italiano verso la sfera della fede e il fatto religioso”.
In riferimento al dibattito sulla religiosità avvenuto in Parlamento nella fase costituente, le personalità di varia provenienza ideologica indicate da Giorgio Napolitano sono state Leopoldo Elia dossettiano e costituzionalista, Giorgio la Pira dossettiano e deputato costituente, Palmiro Togliatti deputato comunista, Piero Calamandrei deputato socialdemocratico, Francesco Saverio Nitti senatore, Concetto Marchesi deputato comunista, Alcide De Gasperi.

Fonte: cortiledeigentili.com
Per l'esplicitazione delle ragioni della sua personale riflessione sul mistero di Dio e sulla fede, Giorgio Napolitano ha fatto riferimento al pensiero dei filosofi Benedetto Croce e Norberto Bobbio, del narratore Thomas Mann. E non ultimo al pensiero di Benedetto XVI, ricavando dal discorso di Regensburg l'intento del Pontefice di "superare la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento", di "dischiudere ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza", così che possano "ragione e fede ritrovarsi unite in modo nuovo".
Nel finale del suo discorso, auspicando lo sviluppo del senso del "bene comune", Giorgio Napolitano ha indirizzato il suo omaggio allo “spirito di Assisi” che ha reso possibile l'incontro: “Abbiamo bisogno in tutti i campi di apertura, di reciproco ascolto e comprensione, di dialogo, di avvicinamento e unità nella diversità. Abbiamo bisogno, cioè, dello spirito di Assisi”.

Il discorso del Presidente sul portale del Quirinale
Il video dell'incontro sul portale del Cortile dei Gentili



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