Ripetita
iuvant. La presentazione e l'analisi dell'iconografia di san Sossio,
nei secoli della storia dell'arte dal '400 all'800, hanno assunto una
espressione accademica essendo state affidate alle relazioni di
docenti delle Università di Salerno e di Napoli svolte al seminario
del 7 Maggio 2013 nella sala consiliare del palazzo comunale di
Frattamaggiore. Acquisizioni particolari e trattazioni attese sulla
tematica non si sono però completamente identificate con il sapere e
l'acquisizione della ricerca nuova. I relatori hanno piuttosto
operato una rivisitazione, una carrellata che ha riattraversato e
riproposto con una certa sistematicità l'analisi storico-artistica
di opere rappresentative della figura del santo martire patrono di
Frattamaggiore, per altro ampiamente celebrata da qualche decennio
con numerose opere apologetiche e agiografiche e con dettagliate
mostre iconografiche prodotte nello stesso humus culturale in cui ha
agito l'Arcipretura frattese che ha generato e promosso la
valorizzazione museale e la conoscenza del patrimonio religioso e
storico-artistico della Basilica Pontificia di San Sossio.
Interessanti
sono stati i rilievi svolti dai docenti per le opere da loro
considerate. Per il XV-XVI secolo Donato Salvatore ha considerato il
polittico quattrocentesco del monastero dei Santi Sossio e Severino
che si conserva al Museo di Capodimonte, i Corali miniati dello
stesso secolo e dello stesso monastero conservati a Montecassino, la
tavola cinquecentesca del Lama che si conserva nella Basilica
frattese, e qualche altra opera. Per il '600 e il '700 Mario Alberto
Pavone ha operato una lunga carrellata tra numerosi dipinti ed
artisti che hanno rappresentato il martirio alla Solfatara di San
Gennaro e degli altri santi campani, facendo riferimenti anche ad
opere di Solimena e di De Mura presenti nella chiesa frattese.
Almerinda Di Benedetto ha trattato soprattutto le opere ottocentesche
di Altamura Maldarelli e D'Agostino presenti a Frattamaggiore nel
Cappellone dei Santi Sossio e Severino.
Non
vi sono stati riferimenti alla tradizione storiografica frattese e
alla ricerca iconografica degli Autori locali che hanno scritto opere
numerose nell'ambito degli studi storici e religiosi locali e che la
gran parte degli argomenti accademicamente trattati hanno ampiamente
anticipato ed approfondito.
Il
2° seminario di Studi su san Sossio rientra tra le iniziative
previste a livello locale per celebrare durante l'Anno della fede
(2013), indetto da Benedetto XVI, il 17° centenario dell'Editto di
Costantino (313) che consentì ai Cristiani di professare liberamente
la propria fede e di superare la fase delle persecuzioni. Il vescovo
Spinillo, ordinario della sede di Aversa, ha colto l'occasione per
esprimere la 'novità' di un atteggiamento devozionale verso i Santi
patroni martiri che può scaturire da questa celebrazione
anniversaria. Egli ha svolto un parallelo con il periodo
post-costantiniano che vide l'opera della misericordia e della carità
dei Cristiani affermarsi nelle relazioni sociali della civiltà
romana e che portò l'imperatore Giuliano l'Apostata a riaccusare i
Cristiani come causa della debolezza
dell'Impero. Quell'imperatore per sottrarre l'iniziativa caritatevole
ed assistenziale ai Cristiani propugnò un diretto intervento etico
dello Stato. Il ricordo delle persecuzioni e dei martiri prima del
313 è sempre stato legato ad una religiosità popolare
caratterizzata da esaltazioni devozionalistiche dell'esempio dei
santi; un cristianesimo che si confronta consapevolmente con le
strutture civili per attuare le forme contemporanee della carità può
essere un esito indotto oggi da una nuova riflessione sull'esempio
dei Martiri e dalla stessa celebrazione del 17° centenario
dell'Editto di Tolleranza.
Bibliografia:
Biblioteca
Storica e Agiografica Frattese
(Istituto
di Studi Atellani, Pro Loco 'F. Durante', Basilica Pontificia San
Sossio)
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