venerdì 17 maggio 2013

San Pasquale Baylon. Una scheda agiografica


Vita – San Pasquale Baylon da giovane ed umile pastorello desiderò ardentemente di divenire frate francescano nel convento di Santa Maria di Loreto presso il quale egli portava le sue pecore al pascolo. Nacque e morì in un giorno di Pentecoste: il 16 Maggio 1540 a Torre Hermosa ed il 17 Maggio 1592 a Villareal. La sua vocazione religiosa fu intensamente vissuta, impegnata nello studio autodidatta, arricchita di ascetiche attese, incoraggiata da visioni divine e dalla apparizione dei Santi Francesco e Chiara. La spiritualità eucaristica, unita alla devozione mariana, fu il tratto fondamentale della sua vita religiosa, interamente vissuta nell’obbedienza dell’umile frate servitore del convento e dei poveri, e nella costante contemplazione del mistero della presenza sacramentale del Signore. In un contesto storico caratterizzato dalla disputa con i protestanti che si affermavano in Europa, Pasquale viaggiò molto per il suo Ordine ed affinò i ragionamenti a difesa e a testimonianza della fede cattolica. Scrisse anche un compendioso trattato teologico ed apologetico che fu utilissimo per i molti suoi confratelli studiosi e teologi impegnati nelle controversie dell’epoca. La sua vita fu ricca di carità e di segni miracolosi, e la sua morte fu accompagnata da prodigi collegati alla sua devozione e alle celebrazioni eucaristiche nella Chiesa del suo convento. Era stato ammesso tra i francescani alcantarini nel 1564, come fratello laico, dopo 6 anni dalla sua richiesta e dopo aver dato prova di una vocazione santa ed irrinunciabile. Fu proclamato beato nel 1618 e fu canonizzato nel 1690. Il suo culto si diffuse subito a Roma, in Spagna, nel Regno di Napoli e negli altri luoghi della dominazione spagnola e della missione francescana nel mondo.


Il francescanesimo in Campania – L’ordine francescano fu portato in Campania verso il 1215 da frate Agostino d'Assisi, discepolo di san Francesco, e da allora fu avviata la “Provincia Terrae Laboris” che abbracciava gran parte del Regno di Napoli. Nel 1670 la Provincia francescana di Terra di Lavoro era divisa in Osservante e Riformata, e fra queste, favorita dal Viceré Don Pietro d'Aragona, si inserì anche la Custodia di San Pietro d'Alcantara, di provenienza spagnola e dotata di Costituzioni austere, impegnative e fortemente ascetiche. Gli Alcantarini presero possesso della Casa di Santa Lucia al Monte di Napoli e si estesero in tutto il Regno, fino a Lecce, diffondendo anche la loro devozione a San Pasquale.

In Campania essi, incorporando anche i riformati Barbanti, ebbero i conventi di Santa Caterina e San Pasquale di Grumo Nevano, di San Giambattista di Atripalda, e di Santa Maria Occorrevole e San Pasquale di Piedimonte Matese.
Questi Frati avviarono una esperienza religiosa all'interno della quale si formarono Santi come Giovanni Giuseppe della Croce, Maria Francesca delle Cinque Piaghe, il Beato Egidio di San Giuseppe ed il beato Modestino di Gesù e Maria.
Nella prima metà dell’ 800 i Frati Alcantarini erano diffusi in più conventi del napoletano e del casertano, ed erano riusciti a scampare alle leggi punitive borboniche e alla soppressione napoleonica. Oggi tutti i Francescani di Terra di Lavoro, da Minturno a Teano, da Roccamonfina a Caserta, da Piedimonte Matese a Pietramelara, da Orta di Atella a Grumo Nevano, da Afragola a Somma Vesuviana, da Napoli a Torre, sono riuniti nella Provincia del SS. Cuore di Gesù, istituita nel 1942.



Patrono dei Congressi Eucaristici - Noi pensiamo che la grazia più segnalata largitaci da Dio debba indicarsi nello sviluppo tra i fedeli della devozione verso il Sacramento della Eucaristia, per merito dei celebri Congressi tenuti nel nostro tempo a tale scopo. […] Per animare i cattolici a professare con franchezza la loro fede e a praticare le virtù proprie dei cristiani, non c’è mezzo più efficace che nutrire e aumentare la pietà del popolo verso questo ineffabile pegno di amore, che è vincolo di unità e di pace […] Spesso lodammo i Congressi e le Associazioni eucaristiche, ora, nella speranza di vederli produrre frutti più abbondanti, giudichiamo utile di assegnare loro un Patrono celeste, scelto tra i Santi che hanno bruciato di più ardente carità verso il Santissimo Sacramento dell’Eucarestia.

Ora fra i Santi, la cui pietà verso questo sublime mistero si è manifestata con un fervore più vivo, Pasquale Baylon occupa il posto più degno. Dotato di un gusto mirabile per le cose celesti, dopo di aver santamente passata la gioventù a guardare il gregge, abbracciò una vita più austera nell’Ordine dei Frati Minori della stretta osservanza; e, con la contemplazione abituale dell’augusto Convito dell’altare, pervenne a una conoscenza più perfetta di questo Sacramento d’amore.
Anche sprovvisto di lettere, ebbe tale scienza celeste, che fu capace di dare responsi sui dogmi più difficili e perfino di scrivere libri di fede. Professò apertamente in faccia agli eretici la verità Eucaristica, per il che ebbe a patire molte e gravi persecuzioni; ed, emulo del martire Tarcisio, fu minacciato più volte di morte. Finalmente l’affettuoso ardore della sua pietà sembrò prolungarsi al di là della vita mortale, perché, durante i funerali, pur disteso nella bara, aprì, come si dice, gli occhi due volte, al momento delle due elevazioni.
Noi siamo persuasi che le Associazioni cattoliche, di cui abbiano parlato, non possano essere affidate a un patrocinio migliore. […] Sperando che la Nostra decisione favorisca l’interesse e il bene del popolo cristiano, Noi dichiariamo e constituiamo, di nostra suprema autorita’, e in virtu’ delle presenti lettere, San Pasquale Baylon, Patrono speciale dei Congressi Eucaristici e di tutte le Associazioni che hanno per oggetto la divina Eucaristia, tanto di quelle che sono già esistenti, quanto di quelle che saranno per sorgere.
Facciamo voti, con molta fiducia, che, per gli esempi e il Patrocinio di questo gran Santo, aumenti, tra i fedeli, il numero di coloro che consacrano tutti i giorni il loro amore, i loro disegni e il loro zelo a Gesù Cristo nostro Salvatore.
                                                Lettera Pontificia di Leone XIII del 28 novembre del 1897






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