lunedì 5 novembre 2018

Frattamaggiore e la Grande Guerra


Il principio ispiratore del progetto governativo riguardante il Centenario della Grande Guerra (1915-18) è stato: il recupero della memoria storica, da condurre anche attraverso la riscoperta, il restauro e la valorizzazione di luoghi, dei monumenti e dei “paesaggi commemorativi” che sono stati teatro di eventi civili e militari. Centrale sarà la diffusione delle “infrastrutture della memoria” su tutto il territorio, che andranno a costituire un "Museo diffusodella storia e dell’identità nazionale, anche in chiave europea.

Nel discorso di fine anno 2017 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella disse:
«Nell'anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto».
In occasione di una intervista per il centenario della vittoria, il 4 novembre 2018, lo stesso Presidente Mattarella ha detto:  
"L'amor di Patria non coincide con l'estremismo nazionalista. L'amor di Patria viene da più lontano, dal Risorgimento. Un impegno di libertà, per affrancarsi dal dominio imposto con la forza: allora da Stati stranieri. Dopo la Grande Guerra fu una parte politica a comprimere la libertà di tutti. In questo risiede il profondo legame tra Risorgimento e Resistenza"... "Occorre la forza della ragione per riesaminare e comprendere perché la fine della Guerra non generò una vera pace, perché si sviluppò ulteriore volontà di potenza, perché il nazionalismo esasperato alimentò smanie espansioniste e di sopraffazione, persino l'odio etnico. Le democrazie hanno bisogno di un ordine internazionale che assicuri cooperazione e pace, altrimenti la forza dei loro stessi presupposti etici, a partire dall'inviolabilità dei diritti umani, rischia di diventare fragile di fronte all'esaltazione del potere statuale sulla persona e sulle comunità. Ma l'Europa si è consolidata nella coscienza degli europei, molto più di quanto non dicano le polemiche legate alle necessarie, faticose decisioni comuni nell'ambito degli organismi dell'Unione Europea".

Memoria storica, identità nazionale, valorizzazione di luoghi, monumenti e “paesaggi commemorativi”, costituiscono la complessa motivazione per recuperare anche sul piano locale i significati etici ed educativi della celebrazione del centenario della fine della Grande Guerra (4 novembre 1918 – 4 Novembre 2018).
Anche in Frattamaggiore è possibile recuperare segni materiali ed avvenimenti che costituiscono una “infrastruttura della memoria” che la rendono partecipe al progetto nazionale.
Si tratta di focalizzare la ricerca storica ed antropologica su fatti ed eventi che rimandano alla Grande Guerra e che ad essa sono riferibili.
E’ un percorso interessante che si può compiere anche in buona compagnia, con l’ausilio della narrazione che ci viene proposta dagli Storici frattesi che nel corso del tempo hanno scritto delle cose della loro città.
Annotiamo subito le denominazioni toponomastiche ispirate alla Grande Guerra per alcune vie frattesi che all’inizio del XX secolo s’incrociavano con il Corso Vittorio Emanuale III: Via Vittoria e Via Monte Grappa, Queste vie si integravano nella parte del sistema urbano cittadino di formazione post-unitaria (nuova residenza, stazione, scuole, ospedale) e funzionale allo sviluppo del trasporto ferroviario, della manifattura industriale canapiera e dei servizi scolastici ed ospedalieri. Allo stesso scopo annotiamo anche la denominazione dello stadio cittadino dedicata a Pasquale Ianniello, al quale fu conferito la medaglia d’oro al valore militare per l’atto eroico che lo portò a cadere in combattimento sul Monte Grappa.
Annotiamo ancora l'erezione in Fratta di due monumenti dedicati alla memoria dei Caduti della Grande Guerra: un'area sacra intorno ai loro Nomi scolpiti sul bronzo di una grande Daga con Lampada Perpetua nella Piazza principale della città; ed un Sacrario al centro del Cimitero cittadino con Statua e Pannelli bronzei dedicato alla memoria delle Battaglie e della Vittoria effigiata nelle vesti di una donna armata di gladio e scudo.

Iniziamo il percorso storiografico con il contributo scritto nel 1942 dal canonico Vincenzo Giangregorio, originario del beneventano ed operante nel sistema scolastico frattese.

Frattamaggiore e la grande guerra
Vasto è stato il contributo apportato dai frattesi a tutte le Guerre da Adua a quella mondiale, in questa si ebbero 152 caduti, tra i quali una medaglia d’oro: Pasquale Ianniello, i cui nomi sono stati incisi nel bronzo, bronzo rappresentante una daga romana, opera dell’artista Filippo Cifariello, tale daga è incastonata ai piedi del Campanile della chiesa di San Sossio; uno nella Guerra di Spagna e 16 nella guerra attuale tra i quali risplende il nome del Capitano Cav. Vincenzo Ferro ex segretario Politico, spiccata figura di galantuomo e di professionista.
(Can. Vincenzo Giangregorio, Frattamaggiore dall’origine ai giorni nostri, Napoli 1942; pag.13).


Con la lettura delle pagine dedicate alla Grande Guerra da Sosio Capasso (Frattamaggiore, Napoli 1944) si scoprono ancora importanti riferimenti che riguardano l’elenco dei caduti e la medaglia d’oro per Pasquale Ianniello.

Numerosi partirono i giovani frattesi per servire la Patria in armi; di essi ben duecentotrentacinque fecero olocausto della vita per la sua grandezza, molti si distinsero per valore e sprezzo del pericolo, tutti si batterono da prodi. Le virtù eroiche di nostra gente sono sintetizzate dal luminoso sacrifizio della medaglia d’oro Pasquale Ianniello, nato il 9 gennaio 1891 e caduto il 24 ottobre 1918 sul Monte Grappa.
Così la motivazione descrive ed esalta la sua eroica fine:
Ferito alla testa e ad una spalla, rimaneva al suo posto, rinunciando ad ogni cura, sino alla fine del combattimento. Al riaccendersi della lotta fuggiva dal posto di medicazione, eludendo la sorveglianza del sanitario che ne aveva disposto l’inoltro in un ospedaletto da campo, ed accorreva alla battaglia, debole bensì per il molto sangue perduto, ma animato dalla più ardente e più pura fede. Cadeva sulla soglia delle Porte di Salton, che la incessante ed intensa mitraglia nemica interdiceva, e che egli per primo aveva voluto varcare, consacrando con una gloriosa morte il suo fulgido valore. (Sosio Capasso, Frattamaggiore, Napoli 1944; pag 110 e segg).

Una ricerca storica d’approccio, riguardante la medaglia d’oro di Pasquale Ianniello e la consultazione di archivi digitali istituzionali, consente di individuare notizie e documenti relativi alla sua biografia e al suo gesto eroico.
Risulta difficile recuperare il documento fotografico del quadro dell’eroe che campeggiava in bella vista nella sede locale dei Combattenti e Reduci fino a qualche anno fa. Più facile può essere il recupero del materiale celebrativo esistente nella Sede Comunale di Frattamaggiore.
Leggiamo comunque di seguito:

una scheda descrittiva della figura dell’eroe frattese; vedi questo link


una sua biografia essenziale; vedi questo link


un documento pergamenato contenente la motivazione ufficiale della decorazione della medaglia d’oro al valore militare. Vedi questo link



Da Sosio Capasso (Frattamaggiore, 1944) leggiamo di seguito la pagina 121 riguardante gli artistici monumenti cittadini dedicati alla memoria dei Caduti della Grande Guerra.

I Caduti nella prima guerra mondiale sono ricordati da una targa posta alla base del campanile, nella Piazza Umberto I; questa targa è opera del famoso scultore Cifariello ed ha forma di daga romana,al disopra  della cui elsa due angeli pongono una corona d'alloro. In alto si legge:

Frattamaggiore
ai suoi Caduti
1915-1918

e seguono i nomi degli Eroi. Essa fu compiuta totalmente a spese del Gr.Uff. Carmine Pezzullo, allora Sindaco, e venne inaugurata con solenne cerimonia il 27 settembre 1920. 


Nel Cimitero, ove vi sono belle Cappelle gentilizie e diversi monumenti, è stato, inoltre, elevato ai Martiri di quell'immane conflitto un monumento ossario, lavoro dello scultore Parlato; vi si vede una  bella statua, raffigurante la Vittoria, e sulla base di essa dei bassorilievi raffiguranti episodii guerrieri; sul cancello che chiude l'ipogeo è un lavoro in bronzo raffigurante una corona d'alloro traversata da una spada. Il monumento reca la scritta:

Frattamaggiore ai suoi
Figli caduti per la Patria
Maggio 1915- III novembre 1918



Leggiamo l’intreccio di dati storici ed antropologici in: Pasquale Costanzo, Itinerario frattese, Frattamaggiore 1987 (1.a ed. 1972); pag. 37.

Nel primo conflitto mondiale (1915-18) caddero 235 frattesi tra ufficiali, graduati e soldati. Il Comune, a ricordo, fece scolpire, sul primo ordine del campanile della Parrocchia di S. Sosio, un monumento di bronzo; sopra la gradinata marmorea, chiusa da catene di bronzo, arde perenne una lampada votiva
[...]
Il 4 novembre di ogni anno, in ricordo del conseguimento della vittoria dell’Italia del 1918, il popolo rende omaggio ai caduti di tutte le guerre, deponendo una corona d’alloro ai piedi del monumento. La piazza Umberto I pare trasformarsi in un tempio. I cittadini assistono commossi al rito solenne; sono presenti il Sindaco, la Giunta Comunale, il Maresciallo dei Carabinieri, i viglili Urbani ed altre autorità.


Una serie di notizie di storia locale riferibili al periodo della Grande Guerra si possono rilevare nei seguenti luoghi bibliografici.

In Pasquale Ferro, Frattamaggiore sacra 1974 (pag. 148 e seg.) si legge:

Nel 1915 a causa della guerra l’Ospedale di Pardinola fu militarizzato e pertanto venne adibito come ospedale di riserva per i soldati feriti e convalescenti e come tale funzionò fino al 1918.

In Pasquale Pezzullo, Frattamaggiore da casale a comune, 1995 (pag. 92) si legge:

A seguito di questa elezione (ottobre 1913) divenne parlamentare per la prima volta un frattese, il medico Angelo Pezzulo, fratello del Sindaco della città, Carmine Pezzullo. Questo rappresenterà la comunità frattese al Parlamento italiano per tutte le legislature precedenti la dittatura fascista, cioè dalla XXIV (1913-1919) alla XXVII (1924-1927).

Dalla Raccolta dei Canti delle Canapine Frattesi (L. Mosca e P. Saviano, La stoppa strutta, 1998) ricaviamo ulteriori ed interessanti annotazioni di carattere storico ed antropologico.

Nell’Italia post-unitaria, i lunghi anni di leva militare trascorsi lontano dalle loro case dai giovani paesani, ed il loro recarsi in guerra (sia quella del ’15-‘18 che quella del ’39- ‘45), procurarono grandi sofferenze alle ragazze e alle madri; e in questo periodo, che è anche quello del maggiore impegno artigianale e industriale della pettinatura, il tema amore-lontananza diviene il tema più coralmente elaborato. Nel canto delle pettinatrici, infatti, questo tema assurge a vera e propria base di un continuo dialogo canoro, tra le donne al lavoro, fortemente evocatore degli affetti più cari. In questo senso è possibile considerare alcuni brani che seguono come variazioni sul tema, facenti, in effetti, parte di una unica lunga nenia: un vero e proprio poema popolare nel quale si impegna, alternandosi in assoli e in cori, il canto sia delle giovani che delle donne mature.


Maronna 'i Campiglione e scansamillo 'u primm 'ammore. - Comme chiagnevo 'nfacci' 'u ritratto; traditore! Tu che mm' he' fatto! -N'aggia avé 'n'or 'i nova che l'hann 'accidere ammiezz 'a via nova. - L'hann 'accidere 'u culunnello che s'ha pigliato crisciuto e bello. - Nun aggio, ne', comme fa 'u vulesse verè pe 'nci parlà. - Maronna, Maronna, si m' 'u scansi 'i fa' 'u surdato: te porto l'uoglio e t 'appiccio 'a lampa iuorno e nuttata.

Il canto L'UOMMINI RIFURMATI è la descrizione di una paradossale situazione amorosa e sentimentale, derivante dalla lontanza degli uomini partiti per la guerra.

E primme i giuvinotti nci ieveno cu' 'i mole mo ne hanno cacciato 'n 'ata moda 'i cose: e l'uommini rifurmati r' 'o distretto vuie 'i vvulite, vuie 'i vvulite, vanno 'a 'cito, l 'ite i' a gghittà! Povere figliulelle; Vuie sentite aro' sta... 'a giuvintù ne è rimasta poca. Fore 'u stabilimento e quann è 'u miezziuorno 'ite fatto 'u 'uaio, 'ite perso 'u scuorno! Madalè, fallo pe' mme! lievi 'i mmane 'a cuollo a mme! Figlimo è 'u cchiù brutto, riciti a sti pigneti! Mò che è ‘u cchiù bello, cammina arriuneto! Chist’è ll’ebbroca! Tenite ‘a faccia ‘i cuorno, ‘ite fatto ‘u ‘uaio ‘ite perso ‘uscuorno! Madalè, fallo pe’mme, lievi ‘i mmane ‘a’ cuollo a mme!


Una descrizione del contesto storico sociale e di alcuni fatti rilevanti riguardanti l’opera di Carmine Pezzullo si può leggere in: Pasquale Saviano, L’antico edificio scolastico di Frattamaggiore (Rassegna Storica dei Comuni n.144–145/2007).

A cavallo tra XIX e XX secolo lo schema dello sviluppo economico e sociale frattese trovò una sintesi eccezionale nella politica liberale e nell’attività dell’imprenditoria locale che risultò all’avanguardia europea con le esperienze esemplari di Carmine Pezzullo, industriale canapiero, e degli altri numerosi imprenditori locali.
Carmine Pezzullo fu la vera anima dello sviluppo cittadino dell’inizio del ‘900.
Nel 1898 egli fu eletto Assessore ai Lavori Pubblici, ebbe cariche a livello provinciale nel periodo ‘giolittiano’, fu sindaco della città dal 1908 al 1924, e fu a stretto contatto con la politica romana grazie al fratello Angelo, medico Direttore dell’Ospedale Civile, eletto deputato al Parlamento tra le fila giolittiane.
Al periodo della sua entrata in politica (1895-98), e del suo sindacato prima della grande guerra’ (1915-18), vengono riferiti la progettazione, l’origine ed il
completamento delle principali opere pubbliche della città: l’apertura del Corso Vittorio Emanuele III per favorire la ‘circolazione’ delle merci tra campagna, città, industria e ferrovia; la fondazione del grande Edificio della Scuola Elementare, come avamposto nello sviluppo urbano e civile frattese; l’istituzione della Scuola Tecnica Agraria ‘Bartolommeo Capasso’ nell’area della Ferrovia, che verrà poi sostituita, nel periodo gentiliano’, dalla Scuola di Avviamento Professionale sorta accanto all’edificio della Scuola Elementare; l’apertura di un Asilo Infantile per i figli dei combattenti durante la grande guerra; la memoria bronzea dei caduti in guerra affissa sul campanile della Chiesa di San Sossio.