giovedì 2 gennaio 2014

Presenza Benedettina Verginiana in Campania. Il libro dell'Archivio Storico Diocesano di Aversa

Il pellegrino che si reca a Montevergine e che percorre in lenta ascensione, a piedi o in bicicletta, le ultime rampe in salita che lo separano dal pianoro del Santuario dedicato alla Madonna, può rivolgere lo sguardo in lungo e in largo sul panorama circostante. Egli può scorgere ampi squarci di un territorio ove s'incontrano i confini delle diverse provincie della Campania. Centrato sul contrafforte avellinese dell'Irpinia che si eleva sulla pianura e sulle colline, lo sguardo si volge a settentrione sull'area beneventana e casertana che si estende dal Taburno al Petrino; si volge ad occidente e a meridione sull'area che va dai Campi Flegrei fino al mare, alle isole e alle terre che circondano il Vesuvio, verso la Costiera e i primi contrafforti lucani.
Ammirando la vastità e le caratteristiche di questo panorama si comprende tutto il valore, anche simbolico e religioso, del legame che naturalmente e storicamente unisce il luogo del Santuario Verginiano con l'intera Campania. Esso è il luogo alto e maestoso dal quale la Vergine divina rivolge il suo sguardo dolce e materno alle popolazioni campane, e a quelle delle regioni viciniore, assicurando loro l'ausilio del suo patrocinio insieme con la meta spirituale più alta per la loro devozione, per la loro ascesi e per il loro pellegrinaggio.
I tanti tratti del cammino regionale che conduce dalle diverse provincie circostanti il Partenio, inerpicandosi verso l'alto fino al Santuario, officiato da circa un millennio dai Monaci Benedettini Verginiani fondati da San Guglielmo, sono punteggiati di chiese, grancie ed edifici sacri dedicati alla Madonna di Montevergine. Quasi tutti di origine medievale i luoghi verginiani sono testimoni di una storia civile ed ecclesiastica che si caratterizza con la particolare funzione di civiltà e di organizzazione del territorio che il monachesimo verginiano ha svolto in Campania; con una precipuità che si può rilevare anche in rapporto ad altre forme organizzative religiose e signorili che si riscontrano nella storia del territorio campano.
Fin dal suo sorgere l'Abbazia di Montevergine ha ricevuto la considerazione delle dinastie e dei poteri signorili che si sono esercitati in Campania. Essa ha potuto estendere i confini dei suoi possedimenti grazie a riconoscimenti ecclesiatici pontifici, a donazioni di signori normanni ed angioini, a benefici numerosi di ceti nobili e contadini. Della pratica storica funzione religiosa e territoriale dell'Abbazia di Montevergine i luoghi verginiani sono vere testimonianze monumentali; come lo sono le centinaia di pergamene dell'Archivio abbaziale raccolte e regestate nei volumi del Codice Diplomatico Verginiano.

Il libro Presenza Benedettina Verginiana in Campania, curato da mons. Ernesto Rascato e pubblicato nel 2013 nella collana Fonti e Studi dell'Archivio Storico Diocesano di Aversa, ci offre una documentata sintesi che evidenzia il ruolo storico e religioso svolto in Campania dai Monaci Benedettini di Montevergine. Il libro pubblicato dall'Archivio Diocesano di Aversa è stato realizzato grazie anche alla collaborazione sinergica delle realtà e dei soggetti culturali della Biblioteca Statale di Montevergine e dell'Abbazia di S. Lorenzo Fuori le Mura di Aversa. Con questa collaborazione tra la Chiesa di Aversa e la Congregazione Monastica Verginiana si è messa all'opera un vero e prestigioso centro di cultura monastica benedettina. Il legame tra queste due entità è antico quanto è antica la loro origine sul territorio campano, e molte volte nella storia si sono incrociati i tratti del loro cammino specifico.

Quando il monastero di Montevergine fu fondato da San Gugliemo nel XII secolo, il monastero benedettino di San Lorenzo già rappresentava l'istanza monastica normanna più notevole presente in Campania e nelle regioni meridionali limitrofe; e la sua giurisdizione si estendeva sul 'cammino micaelico' che portava fino al Gargano e ai porti pugliesi deputati all'imbarco dei pellegrini e dei crociati per la Terra Santa. Lo stesso Santuario dell'Apparizione dell'Arcangelo Michele sul Gargano, che era la più importante delle mete del pellegrinaggio medievale europeo, rientrava nella giurisdizione del monastero di San Lorenzo.
Lo sviluppo territoriale dell'Abbazia di Montevergine avvenne sullo stesso territorio e si realizzò perciò accanto alle presenze del monastero aversano, stabilendo con esso contatti e relazioni che qualificano oggi molta parte della storia del monachesimo benedettino in Campania, che peraltro assume ulteriori dimensioni culturali legate alle presenze dei Volturnensi, dei Cassinesi e dei Cavensi.
Resta in evidenza, nel legame tra la Chiesa di Aversa e l'Abbazia di Montevergine, l'importanza e la specificità originaria del 'pellegrinaggio' che accomuna le due realtà: la prima fondata dai militi Normanni che all'inizio del XI secolo, 'in abito peregrino', intendevano recarsi al santuario micaelico del Gargano per poi recarsi in Terra Santa; e la seconda fondata dal monaco pellegrino Guglielmo che, dopo l'esperienza giovanile del Cammino di Santiago in Galizia e desideroso di recarsi anch'egli in Terra Santa, si ritrovò eremita e padre di monaci tra i boschi sulla cima del Partenio.
Nelle pergamene del Codice Normanno di Aversa e del Codice Diplomatico di Montevergine si leggono moltissime le testimonianze delle donazioni e delle partenze dei pellegrini penitenti. A tal maniera che tra le pagine del Codice Verginiano è possibile leggere anche i contenuti di un vero Trattato di Teologia e Mistica del Pellegrinaggio Cristiano, il cui autore è il Padre Benedettino Verginiano Archivista Placido Mario Tropeano, di cara memoria, curatore dei volumi dello stesso Codice.

Nella sede della presentazione del libro pubblicato dall'Archivio Storico Diocesano, in una gremitissima sala dell'Abbazia di San Lorenzo di Aversa, la sera del 5 Dicembre 2013, la chiave di lettura del 'pellegrinaggio' è stata quella preferita dai Relatori che hanno offerto spunti e riflessioni interessantissimi.
Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa ha proposto gli aspetti teologici e diocesani del pellegrinaggio mariano sviluppando il legame tra la fede, la devozione popolare e le mete religiose locali: il sacello della Madonna di Loreto in Cattedrale, e gli altri santuari e luoghi diocesani dedicati ai titoli mariani: Casaluce, Campiglione, Casapesenna, Immacolata, Annunziata ecc..
D. Beda Paluzzi OSB, Abate di Montevergine, ha incentrato il suo intervento sull'analisi iconografica della venerata effigie della Madonna di Montevergine, ed ha descritto nel confronto storico la pastorale ed il significato dell'odierno pellegrinaggio di massa che si attua con circa un milione di fedeli all'anno che si recano devotamente al santuario irpino.
Mons. Ernesto Rascato, Direttore dell'Archivio Storico Diocesano di Aversa, ha presentato i significati storici e religiosi del repertorio delle presenze monumentali e spirituali dei Benedettini Verginiani, descrivendo i contenuti del libro pubblicato ottavo nella collana Fonti e Sudi e dedicato ai “pellegrini di Montevergine”, ed inquadrandone i significati culturali nell'ambito dei beni ecclesiastici regionali e nell'ambito della tradizione e della spiritualità monastica benedettina in Campania.

Alla presentazione hanno partecipato anche il dott. Giuseppe Sagliocco, Sindaco di Aversa, e Valeria Chianese, Giornalista de “L'Avvenire”.
Il libro è in bella edizione con oltre 170 pagine, ricco di una preziosa documentazione archivistica e fotografica, articolato in tre parti: Saggistica di carattere storico e artistico, repertorio degli Insediamenti Verginiani (oltre una ventina) di carattere storico e agiografico, e Itinerario Storico Artistico Verginiano nel Territorio Aversano di carattere espositivo e di catalogazione.

La pubblicazione del libro si è avvalsa di un contributo della Presidenza del Consiglio Regionale della Campania; la Mostra connessa alla presentazione visiva dei suoi contenuti è stata curata dalle Associazioni “Amici dell'Abazia di San Loranzo” e “In Octabo”; non è mancata la promozione istituzionale della Soprintendenza SBAPSAE di Caserta-Benevento e del Comune di Aversa.