sabato 31 ottobre 2020

“Strada facendo, predicate ...” (In memoria di don Tonino Vitale)


Ne ha fatto di strada quotidianamente, ferialmente, don Tonino, sacerdote frattese. Negli ultimi anni, dopo la dipartita nel 2015 di don Enzo Capasso suo confratello e compagno di cammino, cinque chilometri solo al mattino, dopo aver detto Messa, in giro per motivi terapeutici e per la spesa elettiva di libri, riviste e derrate nei negozi di cui era cliente abituale e che si trovavano nei punti distanti dal centro storico alla periferia del paese. La attraversava tutta la città, a piedi, dentro, in lungo e in largo. Spesso appariva un solitario camminatore; ma più spesso passeggiava in compagnia di amici, dialogando fraternamente con garbo di fatti interpersonali, ma anche discutendo appassionatamente di cose sociali, pubbliche ed ecclesiali, richiamando l’attenzione e la partecipazione anche di ascoltatori occasionali. Durante il cammino, con la testimonianza della fede forte, con le parole vissute del suo ministero sacerdotale, aiutava a ricostruire la sincerità umana e la via della ricerca e dell’amicizia di Dio. Raffinato intellettuale cattolico conoscitore profondo del magistero, di figure sacerdotali, di pensieri e di autori, egli donava cordiali e luminosi sprazzi sapienziali di teologia, di cristologia particolarmente, di dottrina sociale e di scienza umana dell’educazione.

Ritornava poi al suo studio, nella sua casa a Via Genoino, alla sua scrivania sormontata di pile di libri, a ripensare, a sistemare le idee. A prendere appunti e a ricevere amici per continuare ancora a dialogare prima del pranzo.

L’altra mattina il presbiterio frattese e diocesano si è riunito commosso nella celebrazione della sua Messa esequiale nella Basilica di San Sossio, presieduta dal vescovo don Angelo Spinillo. La commemorazione del vescovo, incentrata sulla “limpidezza” del ministero sacerdotale e sulla “graffiante” esortazione etica ed ecclesiale di don Tonino, ha fatto da eco a quella commossamente pubblicata di primo mattino dall’amico e confratello Antonio Anatriello, il quale con lui, come con il vescovo Alessandro D’Errico e con don Enzo Capasso, ha condiviso percorsi e discorsi fin dagli studi giovanili al Seminario di Aversa.


Il curriculum vitae di don Antonio Vitale, ed alcuni tratti della sua spiritualità hanno ricevuto una puntuale rappresentazione dalle parole affidate ai social da don Angelo Crispino, in qualità di Presidente della antica Congrega dei Preti Frattesi, e da Francesco Vitale suo fratello. Don Angelo ha evidenziato la ricchezza umana e l’impegno sacerdotale di don Tonino:


Questa sua ricchezza umana la coniugava intensamente con una vasta e profonda cultura, frutto di letture sistematiche e di studio serio con cui si cibava quotidianamente e metteva a disposizione di tutti specie nel suo magistero di educatore nella scuola primaria che lo ha avuto insigne maestro e risorsa esemplare nella istituzione scolastica" De Amicis" di S. Arpino.

Anche in campo ecclesiale, è stato portatore di un ricco patrimonio sacerdotale che ha avuto origine nel Santuario dell'Immacolata ed è stato ereditato da una pull di luminosi sacerdoti frattesi negli anni 60/70 che hanno splendidamente operato nel territorio e sono stati a fondamento di una storia civile e religiosa che fa onore alla nostra città.

Nel solco delle eccellenti testimonianze umane e sacerdotali di don Gennaro Auletta, don Nicola Russo, don Angelo Perrotta, don Luigi Pezzullo, don Ciccio Caserta, anche Tonino, come tanti altri ancora in cammino di servizio sacerdotale, ha maturato la sua vocazione unitamente a don Sandro D'Errico oggi Nunzio apostolico a Malta e in Libia, e il compianto don Enzo Capasso e ha realizzato il suo impegno di sacro ministero come collaboratore pastorale di don Michele Costanzo nella parrocchia di Maria SS. del Carmine e S. Ciro e come assistente spirituale del gruppo scout, intessendo con tutti rapporti di familiarità, di amicizia e di condivisione associativa e spirituale.

Una testimonianza che è continuata nel servizio di sacro ministero presso le Suore di Cristo Re, come cappellano,nel Santuario dell' Immacolata come collaboratore del Rettore don Mimmo De Rosa e infine nella parrocchia di S. Sossio dove lo ringrazieremo e lo saluteremo oggi partecipando come presbiterio diocesano e frattese alla liturgia di suffragio e di commiato accompagnandolo nel suo viaggio verso il Signore della luce e della vita per ricevere il premio della gloria e della felicità eterna.


Il fratello Francesco ha voluto rimarcare la vocazione sacerdotale di don Tonino ed alcuni suoi riferimenti spirituali ispirati al Servo di Dio, il vescovo don Tonino Bello.

Davvero mai come in queste ore desidero rendere grazie a Dio, Nostro Signore Gesù Cristo, per l’istituzione del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia e del servizio sacerdotale. Pensavo, nel corso della Celebrazione del suo rito funebre, che Dio, ogni qualvolta nasce un bimbo o una bimba, ci sorride e ci da nuova fiducia e speranza (paradossalmente, ha Lui fiducia di noi!) e ogni qualvolta un giovane decide di rispondere con il suo “Eccomi!” alla Sua chiamata, il Signore stesso ci soccorre, materialmente, con la concretezza della testimonianza dei Suoi Sacerdoti, per darci forza e coraggio, sostegno e speranza viva nel nostro cammino, non sempre facile, per la nostra umanizzazione. Ringrazio ancora tutti, anche a nome della mia famiglia, per il calore umano che ci ha circondati e che ha reso, in una certa misura, la nostra comunità cittadina - la nostra pur grande, ormai, cittadina - fraterna, accogliente e inclusiva, come una piccola comunità come la nostra amatissima Frattamaggiore lo è stata, sicuramente, un tempo ormai lontano. Ancora grazie a tutti e a ciascuno, e grazie a Dio, per il dono di Tonino che amava tanto sentirsi chiamare “don Tonino”, sol perché gli ricordava un suo caro modello di Sacerdote, uno dei suoi tanti, quel “don Tonino” Bello, anche lui, pur Vescovo, così lontano dal potere; con quella sua esortazione a passare “dai segni del potere al potere dei segni” con la coerenza di una intera traiettoria di vita terrena tale che “salda le parole con i fatti”.


Da Malta Il Nunzio Apostolico Alessandro D’Errico, appena saputo della dipartita di don Tonino. Ha scritto:

Pessima notizia..... di quelle che non vorresti mai sentire.... che mi ha reso molto triste... Perdo un Fratello ... Un Grande.... Un degnissimo Sacerdote, che fa onore alla tradizione del Clero frattese ..... Riposa in pace, caro Tonino.... Continua a ricordarti di noi.... Ci consola la promessa dell'immortalità futura.


Don Nicola Giallaurito, parroco emerito, lo ha così ricordato:

Come Gesù anch'io piango alla morte dell'amico Lazzaro, ben sapendo che "questa malattia non è per la morte, ma è per la Gloria di Dio" (Gv.11,4). 

Ho perso … , una vera passione rivissuta nel mio cuore, la dipartita di un caro amico: Un Sacerdote di strada "don Tonino" Vitale, ricercatore instancabile e difensore della Verità. Egli ha perseguito "tutto quello che è vero, nobile, giusto ecc. quello che è virtù e merita lode...è stato oggetto dei suoi pensieri…" Ammettilo, Signore nella Luce della Eternità beata.


E così don Mimmo De Rosa, Rettore del Santuario dell’Immacolata:


Questa mattina il mio cuore è triste… don Antonio Vitale è tornato alla Casa del Padre! Ho perso un fratello, un amico, un confidente, un sacerdote che dava sempre il cuore. Riposa in Pace fratello caro!



Numerosi altri commenti commemorativi sono stati pubblicati da amici ed ammiratori.

Personalmente mi lega a don Tonino una amicizia lieta ed antica. Alle classi elementari, nella seconda metà degli anni ‘50 sedevamo come capiclasse insieme nello stesso banco: alla prima e alla seconda con il maestro Burrone prematuramente scomparso, alla terza con il severo don Vincenzo Cirillo parroco di San Filippo, e alla quarta con il bravissimo maestro Peluso. Alla quinta la nostra classe fu smembrata e capitammo in sezioni diverse. Diverso fu anche il percorso degli studi di scuola secondaria. Però non ci perdemmo mai di vista e conservavamo sempre il ricordo delle marachelle del Marconi. Ci reincontrammo in età giovanile per la motivazione religiosa e per la fraterna amicizia comune con Antonio Anatriello, quando egli in Seminario era ormai avviato agli studi teologici per il sacerdozio.


La Parrocchia di San Rocco, all’epoca del parroco don Giuseppe Ratto, fu un luogo privilegiato per i contatti con don Tonino Vitale, quando lo si vide partecipare con le sue catechesi all’esperienza del gruppo giovanile che si andò formando con la guida pastorale di Antonio Anatriello, e quando divenne poi egli stesso stretto collaboratore del parroco per la cura della comunità ecclesiale.

E’ stata la vita partecipe alle vicende, ai cambiamenti, e ai discorsi ecclesiali, che ci ha fatto poi sempre reincontrare nei momenti significativi, celebrativi e culturali che trovavano un riverbero anche sul piano locale.

L’amicizia con don Tonino Vitale non ha potuto mai prescindere da quella con Antonio Anatriello, con Enzo Capasso, con Alessandro D’Errico, sacerdoti della sua generazione; e non ha potuto prescindere da quella con tutti gli altri componenti della comunità ecclesiale locale, sacerdoti e ministri che hanno avuto il dono del dialogo forte e sincero con don Tonino.


Ricordo che come maestro di scuola elementare, fortemente relazionato al direttore Vergara, egli faceva riferimento spesso alla figura di Don Lorenzo Milani, e alle esperienze educative innovative di Orlando Limone maestro santarpinese di lui amico. Ricordo la testimonianza dei suoi interventi pubblici ai convegni e ai dibattiti laici sulla cultura giovanile, sulla letteratura, sul cinema e sulla politica. Ricordo la sua appassionata ricerca dei temi teologici e della spiritualità contemporanea; il correre stipato insieme con i suoi confratelli nella mia cinquecento, all’ascolto di Carlo Carretto nell’Annunziata di Capua che spiegava il suo “Deserto in città”; oppure all'ascolto del vescovo Chiarinelli che teneva conferenze di filosofia al Pontano, scuola retta dai Gesuiti.

Ricordo le domeniche in cui gli ho servito Messa alle 12.30 come diacono nella Basilica di San Sossio e le sue omelie sul Risorto dette con il cuore e con la mente, e come in attesa della risposta della Chiesa.

Ricordo l’appassionata e ammirata celebrazione che il vescovo Milano volle dedicare nella Basilica di San Sossio al 40° della sua ordinazione sacerdotale.

Non nascosto era il suo amore per la spiritualità francescana, che esemplificava con le sue esperienze vissute insieme con il presbiterio diocesano al tempo del vescovo Chiarinelli che lo conduceva al pellegrinaggio reatino, e che recentemente ha rivissuto umilmente partecipando in preghiera alla cerimonia di ammissione all’ordine francescano secolare del fratello Francesco.

Ho camminato spesso con lui accompagnandolo nel suo intero percorso cittadino.

Con il vescovo Angelo Spinillo, quasi coetaneo, don Tonino si è sempre dato del tu; e sicuramente nel suo cammino quotidiano ha potuto far talvolta riferimento al motto evangelico dello stemma episcopale gratis accepistis, gratis date” (Mt 10,8). Per trovare una analogia al significato del suo cammino frattese quotidiano, che come sacerdote e guida d’anime, non gli poteva sfuggire nella sua valenza di apostolato itinerante: In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.