Alla
fine del corso annuale di Archivistica alla Scuola Vaticana gli
studenti svolgono con la guida dei docenti una visita nei vari
ambienti dell'Archivio Segreto Vaticano: dalla Sala
degli Indici alle Sale di Studio e Consultazione, dal
Bunker ai Depositi, dal Piano Nobile alle Sale
Ghigiane e alla Torre dei Venti. Si tratta di una
esperienza didattica, fatta nel segno della globalità, che consente
di recepire l'unitarietà e la sistematicità delle diversificate
lezioni ed esercitazioni realizzate nel corso dell'anno accademico.
Le
tematiche teoriche ed organizzative della disciplina studiata,
insieme con l'interpretazione e la lettura degli antichi documenti
considerati nelle esercitazioni pratiche, trovano modo di essere
esperite e recepite con efficacia formativa e soddisfazione
conoscitiva, verificate nella modernità di impostazioni innovative e
nella consolidata tradizione conservativa dell'Archivio dei Papi.
Si
aggiunge l'importanza dei valori culturali ed estetici che si legano
alla visita che diviene anche storico-museale per le sale affrescate
del Palazzo Apostolico, per gli ambiti architettonici ed
artistici che accolgono, nella luce dei colori e nel silenzio dei
secoli, le arche sontuose e gli armadi legnosi nei quali si
conservano registri, libri, buste, fascicoli, pergamene e documenti
che, i più antichi, datano dall'Alto Medioevo.
Una
carrellata sul patrimonio storico e documentario si può avere
navigando il sito di LUX IN ARCANA, una suggestiva mostra
curata dallo stesso Archivio Segreto Vaticano che consente di
recuperare nell'esperienza multimediale testimonianze e curiosità su
avvenimenti e personaggi storici.
Ho
partecipato alla visita nel gruppo degli studenti guidati dai docenti
Luca Carboni e Giovanni Castaldo assistiti da Alfredo Tuzi segretario
della Scuola. Insieme con le stimolazioni del sapere disciplinare
della materia studiata durante l'anno, soprattutto attraversando le
sale seicentesche del piano nobile e in salita verso la Torre dei
Venti ho avuto occasione di percepire un senso religioso ed
ecclesiale e di osservare segni tangibili della storia della Chiesa.
“Questa
è la stanza di Cesare Baronio” ha annunciato il docente ad un
certo punto del cammino.
Il
cardinale discepolo di san Filippo Neri, agiografo e storico eccelso
della Chiesa, scrittore dei dodici volumi monumentali degli Annali
Ecclesiastici, vi stette in qualità di Bibliotecario di Santa
Romana Chiesa dal 1597 al 1607, anno della sua morte. L'Archivio
Vaticano fu separato dalla Biblioteca Vaticana e fu
istituito come entità autonoma 4 anni dopo, nel 1611, da papa Paolo
V.
Con
Cesare Baronio, seguendo gli Appunti di Diplomatica di
Sergio Pagano, Prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, ci si
porta ad un punto cruciale della storiografia ecclesiastica, alla
considerazione rigorosa del patrimonio delle fonti documentali della
Storia della Chiesa che in epoca post-tridentina viene
religiosamente rivisitato e apologeticamente trattato con il metodo
nuovo degli Annales cattolici che si contrappongono
alle Centuriae Magdebughesi dei protestanti.
Per
il Venerabile Cesare Baronio ho nutrito sempre un devoto ed ammirato
sentimento, motivato sia religiosamente e sia per il suo lavoro di
storico. Incominciai a consultare i suoi Annali nella
Biblioteca di Fano per qualche ricerca agiografica e di storia
locale e mi colpirono la vastità e la particolarità della sua
opera; ed ho sempre collegato la sua figura ad una biblioteca,
stimolato in ciò anche da qualche rappresentazione grafica che lo
ritraeva intento allo studio in una stanza piena di libri e con la
finestra aperta sulla campagna esterna. Un'ambientazione che ho
personalmente riscontrato simile in alcune sale della Biblioteca
Benedettina di Subiaco ed in altre biblioteche monastiche.
D'altro canto l'ambientazione con lo studioso ecclesiastico trova
anche riferimenti nell'iconografia artistica come quella del San
Girolamo di Antonello da Messina (1474) e del Sant'Agostino di
Vittore Carpaccio (1503).
La
stanza di Cesare Baronio che si incontra visitando le Sale
dell'Archivio Vaticano, e salendo verso l'alto della Torre dei Venti,
si affaccia sui Giardini Vaticani e prelude la visione più ampia
sull'intera Roma che si gode dal terrazzo della Torre.
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