Don
Armando Broccoletti è parroco solerte nello svolgimento del suo
ministero nella comunità di San Rocco di Frattamaggiore. La
Liturgia, la Carità ed il Pellegrinaggio sono ambiti preferenziali
del suo lavoro pastorale che nei tempi forti si integrano con
opportunità ulteriori che riguardano la ricerca teologica e la
riflessione spirituale. In questo senso egli ha promosso tre incontri
durante la Settimana Santa (Lunedì, Martedì e Mercoledì) per
consentire alla comunità parrocchiale di riflettere sulla propria
spiritualità, su Gesù e sui significati del Triduo Pasquale
(Passione, Morte e Risurrezione). Ha poi promosso anche altri tre
incontri di approfondimento su Gesù e l'Eucaristia nella II
Settimana dopo Pasqua, in concomitanza con i giorni dedicati alla
celebrazione delle Quarantore (Giovedì, Venerdì e Sabato).
In
ambedue le serie degli incontri sono stato designato per guidare la
riflessione del secondo giorno, avendo la possibilità di operare
sviluppi ed agganci tematici con gli argomenti discussi negli altri
giorni.
La
riflessione della Settimana Santa si è articolata con le
conversazioni su tre Costituzioni Conciliari: la Dei Verbum
letta in chiave teologica e biblica da don Salvatore Capasso, la
Gaudium et Spes letta in chiave antropologica da me, e la
Lumen Gentium letta in chiave ecclesiologica da don Giorgio Del
Prete Iorio.
Le
tre conversazioni, orientate sulla specificità dei contenuti
essenziali dei documenti del Concilio, sono state ricche di stimoli
conoscitivi e di approfondimenti ed hanno suscitato molto interesse e
partecipazione. Un tratto d'unione tra gli argomenti trattati è
stato il concetto di preghiera/dialogo
che ha consentito di integrare i concetti di sintesi delle tre
Costituzioni, di collegare l'opera di Gesù (opus
Christi), espressione dell'incarnazione del Figlio (DV),
con l'opera di Dio (opus Dei), espressione precipua nella
regola monastica benedettina della preghiera intesa come
irrinunciabile dialogo con Dio, e con il dialogo tra le culture
dell'uomo (GS) e all'interno della comunità dei credenti (LG).
La
riflessione delle Quarantore si è articolata nelle omelie serotine
sul tema eucaristico affidate a don Giuseppe Menditto (Gesù nella
Sacra Scrittura), a me (Gesù nella devozione), e a don Vincenzo
Vitale (Gesù nella Liturgia).
Le
tre omelie, incentrate sulla Presenza Eucaristica del Signore, hanno
assunto anch'esse una certa continuità tematica che ha coinvolto
l'interesse e la partecipazione attenta della comunità. Il taglio
pastorale arricchito di riferimenti alle letture del giorno ha
caratterizzato l'omelia della prima serata.
La
seconda omelia ha operato una carrellata che è partita dall'origine
nel IV secolo della devozione delle Quarantore (computo del tempo
trascorso dalla morte di Gesù alla sua risurrezione operato al tempo
di sant'Agostino) e continuata con la presentazione della mistica
medievale e moderna e della devozione di Santi e Pontefici nella
Storia della Chiesa (Giovanni, Paolo, Girolamo, Francesco,
Bonaventura, Tommaso, Ignazio, Alfonso, etc.; Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI).
La
terza omelia ha infine riguardato il mistero dell'Eucaristia
considerato nelle dimensioni della liturgia e della celebrazione
comunitaria.
Di
seguito presento i brani scelti per presentare nella seconda omelia
il valore spirituale perenne della devozione a Gesù.
San
Giovanni
Gv
6, 48 - Io sono il pane della vita. I vostri padri
hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane
che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il
pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in
eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.
Gv
19, 25 - Stavano
presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di
Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì
accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna,
ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!».
E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
San
Paolo
Gal
2, 20 - Non
vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel
corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha
consegnato se stesso per me.
San
Girolamo
Ignorare
la Scritture significa ignorare Cristo
Adempio
al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo: «Scrutate le
Scritture» (Gv 5, 39), e: «Cercate e troverete» (Mt 7, 7), per non
sentirmi dire come ai Giudei: «Voi vi ingannate, non conoscendo né
le Scritture, né la potenza di Dio» (Mt 22, 29). Se, infatti, al
dire dell'apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio,
colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né
la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo.
Sant'Agostino
Commento
a Giovanni – La samaritana
Vuoi
vedere com’è forte il Figlio di Dio? Tutto fu fatto per
mezzo di lui, e niente fu fatto senza di lui; e
tutto senza fatica. Chi, dunque, è più forte di lui che ha fatto
tutte le cose senza fatica? Vuoi vedere ora la sua debolezza? Il
Verbo si è fatto carne e abitò fra noi (Gv
1, 1-3.14). La forza
di Cristo ti ha creato, la debolezza di Cristo ti ha ricreato. La
forza di Cristo ha chiamato all’esistenza ciò che non era, la
debolezza di Cristo ha impedito che si perdesse ciò che esisteva.
Con la sua forza ci ha creati, con la sua debolezza è venuto a
cercarci.
San
Francesco
Ti
adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono
nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai
redento il mondo.
San
Bonaventura
Trafiggi,
o dolcissimo Signore Gesù, la parte più intima dell'anima mia con
la soavissima e salutare ferita dell'amor tuo, con vera, pura,
santissima, apostolica carità, affinché continuamente languisca e
si strugga l'anima mia per l'amore e il desiderio di te solo. Te
brami, e venga meno presso i tuoi tabernacoli, e sospiri di essere
sciolta (dai lacci dei corpo) e di essere con te. Fa' che l'anima mia
abbia fame di te, pane degli Angeli, ristoro delle anime sante, pane
nostro quotidiano, pane soprannaturale che hai ogni dolcezza ed ogni
sapore e procuri la gioia più soave. Di te, che gli Angeli
desiderano di contemplare incessantemente, abbia fame e si sazi il
cuor mio, e della dolcezza dei tuo sapore sia riempita la parte più
intima dell'anima mia: abbia ella sempre sete di te, fonte di vita,
fonte di saggezza e di scienza, sorgente dell'eterna luce, torrente
di delizie, dovizia della casa di Dio.
San
Tommaso
A
Gesù Cristo crocifisso
Liberami,
Signore Gesù Cristo, con la forza ardente del tuo soave amore, dai
vincoli che mi legano alle cose di quaggiù. Possa così io morire
per amore del tuo amore, come tu, per amore del mio amore, ti sei
degnato di morire sulla croce.
Da
San Tommaso a Sant'Ignazio di Loyola
Anima
di Cristo,
santificami,
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami,
acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, fortificami.
Oh buon Gesù, esaudiscimi.
Nelle tue piaghe, nascondimi.
Non permettere che io sia separato da Te.
Dal nemico difendimi.
Nell'ora della mia morte chiamami,
e comandami di venire a Te,
Perché con i tuoi Santi ti lodi,
nei secoli dei secoli. Amen.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami,
acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, fortificami.
Oh buon Gesù, esaudiscimi.
Nelle tue piaghe, nascondimi.
Non permettere che io sia separato da Te.
Dal nemico difendimi.
Nell'ora della mia morte chiamami,
e comandami di venire a Te,
Perché con i tuoi Santi ti lodi,
nei secoli dei secoli. Amen.
Sant’Alfonso Maria de Liguori
Signor
mio Gesù Cristo, che per l'amore che porti agli uomini, Te ne stai
notte e giorno in questo Sacramento tutto pieno di pietà e di amore,
aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a
visitarti, io Ti credo presente nel Sacramento dell'Altare. Ti adoro
nell'abisso del mio niente, e Ti ringrazio di quante grazie mi hai
fatte; specialmente di avermi donato Te stesso in questo Sacramento,
e di avermi data per Avvocata la tua Santissima Madre Maria e di
avermi chiamato a visitarti in questa chiesa. Io saluto oggi il tuo
amantissimo Cuore ed intendo salutarlo per tre fini: primo, in
ringraziamento di questo gran dono; secondo, per compensarti di tutte
le ingiurie, che hai ricevuto da tutti i tuoi nemici in questo
Sacramento: terzo, intendo con questa visita adorarti in tutti i
luoghi della terra, dove Tu sacramentato te ne stai meno riverito e
più abbandonato. Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore. Mi pento
di aver per il passato tante volte disgustata la tua Bontà infinita.
Propongo con la tua grazia di non offenderti più per l'avvenire: ed
al presente, miserabile qual sono, io mi consacro tutto a Te: ti dono
e rinunzio tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e tutte le
cose mie. Da oggi in avanti fai di me e delle mie cose tutto quello
che ti piace. Solo ti chiedo e voglio il tuo santo amore, la
perseveranza finale e l'adempimento perfetto della tua volontà. Ti
raccomando le anime del Purgatorio, specialmente le più devote del
Santissimo Sacramento e di Maria Santissima. Ti raccomando ancora
tutti i poveri peccatori. Unisco infine, Salvator mio caro, tutti gli
affetti miei cogli affetti del tuo amorosissimo Cuore e così uniti
li offro al tuo Eterno Padre, e lo prego in nome tuo, che per tuo
amore li accetti e li esaudisca. Così sia.
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