I
toponimi di un'antica piazza e di un antico palazzo del centro
storico di Frattamaggiore ricordano alcuni avvenimenti successi alla
fine del XV secolo e collegati con la presenza ebraica nel Regno di
Napoli. Nel linguaggio popolare la piazza è ancora chiamata 'a
chiazza r'o Vicario ed il palazzo è detto della Vicaria;
sono diciture che persistono da oltre cinque secoli ed evocano storie
e leggende nell'immaginario del paese.
A
spiegare la provenienza di questi toponimi è il canonico Antonio
Giordano rappresentante della storiografia napoletana dell'800,
originario frattese e Bibliotecario della Reale Biblioteca
Borbonica di Napoli. Nella sua monumentale opera di storia
comunale (A Giordano, Memorie Istoriche di Fratta Maggiore,
Stamperia Reale, Napoli 1834, pag. 119 e segg.) egli riporta alcuni
brani delle Storie scritte in forma di Giornali di Giuliano
Passero, cronista storico napoletano tra la fine del 400 e l'inizio
del 500 (V. Passero Giuliano, Storie in forma di giornale
pubblicate da Michele M.a Vecchioni, Napoli 1785, in 4° a fol.
56). I brani riguardano l'insediamento a Frattamaggiore del
Tribunale della Vicaria, che fu costretto dall'infierire di un
morbo pestilenziale a trasferirsi da Napoli in Provincia insieme con
altre istituzioni del Regno. Per la stessa ragione la Corte si
trasferì a Capua ed ad Aversa, la Sommaria si trasferì a
Nola, e la Dogana si trasferì a Torre del Greco. Il cronista
fa riferimento alla moria che travolse circa trentamila
christiani e circa venticinquemila judei che all’epoca
si trovavano a Napoli.
La
notizia del Passero riportata dal Giordano si riferisce agli Ebrei
che erano giunti a Napoli dopo l’espulsione dalla Sicilia e dalla
Sardegna, isole che appartenevano al dominio spagnolo.
Sulle
piste della ricerca storica che riguarda la presenza ebraica in
Italia meridionale, si rinvengono fonti e documentazioni che
riguardano la Puglia, la Calabria, la Sicilia, il Sannio e la
Campania. In particolare in Campania la presenza delle comunità
ebraiche è testimoniata nei diversi periodi storici ed in vari
luoghi. Pozzuoli e l’area flegrea sono interessate dagli
insediamenti ebraici fin dall’antichità cristiana (Atti degli
Apostoli), come le aree bizantine e longobarde lo sono per il
periodo altomedievale (Epistolario di papa Gregorio Magno).
Dalla documentazione medievale, dal
X al XIII secolo (Monumenta ducali, Chronicon monastici,
Codici Diplomatici Normanno e Svevo)
si evidenzia la presenza di floride comunità ebraiche e dei loro
quartieri (giudecche) a Napoli, a Capua, a Salerno, ad Aversa
e nell’area beneventana.
Altri
riferimenti possono trarsi dalla storia moderna e dagli avvenimenti
che portarono, tra XV e XVI secolo, tra espulsioni (decreto del 1542
del Vicerè Pedro De Toledo) ed accoglienze, ad un allontanamento
degli ebrei dal Viceregno spagnolo di Napoli e alla formazione dei
ghetti di Venezia e di Roma. Il regime borbonico favorì poi nel ‘700
il ritorno degli Ebrei a Napoli.
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