sabato 26 gennaio 2013

Il ritratto storico e spirituale di Caterina Volpicelli santa napoletana

Il 22 Gennaio si celebra la festività liturgica in onore di Santa Caterina Volpicelli vergine e fondatrice. La presenza in Frattamaggiore da molti decenni di una Casa delle Ancelle del Sacro Cuore ha reso particolarmente solenne la celebrazione nella Basilica Pontificia di San Sossio ed ha stimolato questo approfondimento agiografico della figura della santa; ho così rivisto e ripercorso per un aggiornamento alcuni aspetti della sua storia e della sua spiritualità.

Il libro Caterina Volpicelli donna della Napoli dell’Ottocento di mons. Antonio Illibato, Archivista della Diocesi di Napoli, è un tomo di circa 600 pagine che pone il lettore a confronto con un contesto storico complesso e con una personalità affascinante. Esso è stato dato alla stampa nel 2008, nell'ultimo anno del decennio trascorso dalla beatificazione di Caterina (2001) alla sua canonizzazione (2009), e si comprende l'importanza del suo contributo alla conoscenza della figura della santa napoletana. Le rigorose pagine di storia scritte e documentate con il riferimento diretto alle fonti archivistiche e bibliografiche, riguardanti il quadro epocale ed il succedersi degli avvenimenti, costituiscono dimensioni ed approcci oggettivi che lasciano al lettore l’intuizione e la scoperta dell’anima della protagonista del libro.
Il taglio archivistico ed il procedimento della ricerca dell’autore consentono la tracciatura di un tratto storico del cattolicesimo napoletano tra prima e seconda metà dell’ottocento. Si tratta di un percorso conoscitivo, per molti aspetti inediti, che porta alla scoperta di un mondo, di una cultura e di un certo numero di personalità, relativamente note ma di grande rilevanza e significato nella chiesa cattolica europea dell’epoca.
La figura di Caterina Volpicelli, con lo sviluppo della sua opera religiosa, viene continuamente stagliata e rapportata ai vari momenti storici; e ne emerge una documentata storia personale della santa relazionata agli avvenimenti napoletani e ai riverberi europei, soprattutto italiani e francesi, della cultura e della spiritualità cattolica legata alla devozione del Sacro Cuore di Gesù.
Personalmente, attraverso la lettura del libro, ho colto l’opportunità che la ricerca storica ed archivistica, svolta da mons. Illibato intorno alla figura di Caterina Volpicelli e sulla Napoli dell’ottocento, ha offerto per la ricezione delle istanze proprie della evoluzione spirituale della protagonista. Una evoluzione che viene presentata e documentata per l’intero arco della vita di Caterina e relazionata con le varie età ed eventi significativi per lo sviluppo della sua personalità di donna di credente e di fondatrice. Si intuisce, dalla lettura documentata della oggettività storica, la storia dell’anima di Caterina: dalla inquietudine della giovanetta che vuole rimanere fedele alla sua vocazione religiosa ed impegnarsi nella vita sociale, attraverso le sperimentazioni di affinità, di scelte e di identificazioni con modelli di vita spirituale esterni durante l’età giovanile e matura, fino all’assunzione intima, ecclesiale e definitiva, dello schema nuovo ed autonomo di vita religiosa propostole, per lei e per le sue consorelle, dal cardinale Sisto Riario Sforza con il nome e la fondazione delle Ancelle del Sacro Cuore.

Nel giorno della canonizzazione di Caterina Volpicelli (1839-1894), il ritratto spirituale della santa si arricchisce dei tratti eucaristici descritti dall'omelia di Benedetto XVI pronunciata sul sagrato di San Pietro e si completa nella sua splendida definizione.
La spiritualità di Caterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore, era già stata considerata dal cardinale Michele Giordano “tutta cristologica” , per il suo fondamentale riferirsi alla consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. Si tratta di una particolare espressione della Volpicelli che aderì in maniera originale alla devozione che si sviluppò nel panorama della vita religiosa e della riflessione teologica che si delinearono nella cattolicità europea, a partire dal XVI secolo, sulla base dell’esperienza mistica di Santa Margherita a Paray-le-Monial.
Tale spiritualità ebbe anche eccezionali originalità mariane nell’esperienza di Caterina, la quale “nel Sacro Cuore” attinse sicuramente le energie per rendere operanti ed esemplari la carità e la direzione spirituale della sua Congregazione, ma anche “nella fede della Vergine” ella pose la speranza del suo agire e del suo servizio di “Ancella del Signore”. Un riferimento storico in tal senso fu l’originalità mariana della vocazione giovanile di Caterina, la quale amava nominarsi Maria Caterina e frequentava l’oratorio delle Sacramentine ove si venerava la Madre del Buon Consiglio, portando al suo polso la decina di un rosario di corallo per pregare anche nelle occasioni mondane.
Un luogo importantissimo della spiritualità di Caterina Volpicelli è rappresentato oggi dal Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, ove il 18 maggio 2003 avvenne la celebrazione del 2° anniversario della sua beatificazione; e ove nello stesso anno il beato papa Giovanni Paolo II celebrò il Rosarium Virginis Mariae da lui arricchito dei Misteri della Luce. Riconducibile al luogo di Pompei è il riferimento alla santa amicizia che Caterina aveva con il beato Bartolo Longo fondatore del santuario mariano; una amicizia che si sviluppò nel contesto di una comunione di fede e di preghiera e che coinvolse anche molte altre personalità del cattolicesimo napoletano della fine dell’800 (es: il beato francescano Ludovico da Casoria, la contessa Marianna De Fusco, il medico santo Giuseppe Moscati, il card Sisto Riario Sforza). Caterina Volpicelli, che lo aveva ospitato nel suo palazzo a Materdei, iniziò Bartolo Longo alla devozione mariana con il dono della medaglia miracolosa, e questi la tenne sempre con sé e ricambiò il dono, sul finire della vita di Caterina, offrendole il suo crocifisso benedetto dal Papa. Anche all’origine della fondazione del Santuario mariano di Pompei si ritrova l’influenza della Volpicelli. Infatti, quando ebbe innalzato il Tempio del Rosario, Bartolo Longo non nascose l’ispirazione ricevuta dalla costruzione del Santuario del Sacro Cuore che Caterina aveva già eretto in Napoli come tempio per le sue Ancelle; ed il primo altare maggiore di marmo del santuario mariano fu proprio un dono della Volpicelli.
La spiritualità che diviene azione ed animazione ecclesiale, costruzione nella carità della comunità di preghiera e di condivisione fraterna delle problematiche del popolo, è il tratto dell'opera di Caterina Volpicelli indicato dal Cardinale Crescenzio Sepe in occasione del 125° anniversario della fondazione del Santuario napoletano del Sacro Cuore ( 21 dicembre 2008).
I tratti eucaristici della spiritualità della beata Caterina furono sottolineati direttamente da Giovanni Paolo II nell'omelia per il giorno della beatificazione in San Pietro (29 Aprile 2001):
La Beata Caterina Volpicelli dall’Eucaristia seppe trarre sempre quell’ardore missionario che la spinse ad esprimere la sua vocazione nella Chiesa, docilmente sottomessa ai Pastori e profeticamente intenta a promuovere il laicato e forme nuove di vita consacrata. Fu la prima “zelatrice” dell’Apostolato della Preghiera in Italia e lascia in eredità, specialmente alle Ancelle del Sacro Cuore, una singolare missione apostolica che deve continuare ad alimentarsi incessantemente alla fonte del Mistero eucaristico”.
Con le parole che Benedetto XVI ha dedicato alla santa napoletana nel giorno della canonizzazione, Domenica 26 aprile 2009, si completa il suo ritratto spirituale:
Testimone dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia. Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua “stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta.”
Molti altri riferimenti ed aspetti della spiritualità volpicelliana si ritrovano quindi nella complessa sua opera missionaria (anche etica, pedagogica e sociale), della quale sono continuatrici le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù nei vari contesti della loro presenza ed attività.

Bibliografia:
AA.VV., Caterina Volpicelli nella cordata di santi dell’Ottocento meridionale, Napoli 1995
Antonio Illibato, Caterina Volpicelli donna della Napoli dell’Ottocento, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2008



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