Il
22 Gennaio si celebra la festività liturgica in onore di Santa
Caterina Volpicelli vergine e fondatrice. La presenza in
Frattamaggiore da molti decenni di una Casa delle Ancelle del Sacro
Cuore ha reso particolarmente solenne la celebrazione nella Basilica
Pontificia di San Sossio ed ha stimolato questo approfondimento
agiografico della figura della santa; ho così rivisto e ripercorso
per un aggiornamento alcuni aspetti della sua storia e della sua
spiritualità.
Il
libro Caterina Volpicelli donna della Napoli dell’Ottocento
di mons. Antonio Illibato, Archivista della Diocesi di Napoli, è un
tomo di circa 600 pagine che pone il lettore a confronto con un
contesto storico complesso e con una personalità affascinante. Esso
è stato dato alla stampa nel 2008, nell'ultimo anno del decennio
trascorso dalla beatificazione di Caterina (2001) alla sua
canonizzazione (2009), e si comprende l'importanza del suo contributo
alla conoscenza della figura della santa napoletana. Le rigorose
pagine di storia scritte e documentate con il riferimento diretto
alle fonti archivistiche e bibliografiche, riguardanti il quadro
epocale ed il succedersi degli avvenimenti, costituiscono dimensioni
ed approcci oggettivi che lasciano al lettore l’intuizione e la
scoperta dell’anima della protagonista del libro.
Il
taglio archivistico ed il procedimento della ricerca dell’autore
consentono la tracciatura di un tratto storico del cattolicesimo
napoletano tra prima e seconda metà dell’ottocento. Si tratta di
un percorso conoscitivo, per molti aspetti inediti, che porta alla
scoperta di un mondo, di una cultura e di un certo numero di
personalità, relativamente note ma di grande rilevanza e significato
nella chiesa cattolica europea dell’epoca.
La
figura di Caterina Volpicelli, con lo sviluppo della sua opera
religiosa, viene continuamente stagliata e rapportata ai vari momenti
storici; e ne emerge una documentata storia personale della santa
relazionata agli avvenimenti napoletani e ai riverberi europei,
soprattutto italiani e francesi, della cultura e della spiritualità
cattolica legata alla devozione del Sacro Cuore di Gesù.
Personalmente,
attraverso la lettura del libro, ho colto l’opportunità che la
ricerca storica ed archivistica,
svolta da mons. Illibato intorno alla figura di Caterina Volpicelli e
sulla Napoli dell’ottocento,
ha offerto per la ricezione delle istanze proprie della evoluzione
spirituale della protagonista.
Una evoluzione che viene presentata e documentata per l’intero arco
della vita di Caterina e relazionata con le varie età ed eventi
significativi per lo sviluppo della sua personalità di donna di
credente e di fondatrice. Si intuisce, dalla lettura documentata
della oggettività storica, la storia dell’anima di Caterina: dalla
inquietudine della giovanetta che vuole rimanere fedele alla sua
vocazione religiosa ed impegnarsi nella vita sociale, attraverso le
sperimentazioni di affinità, di scelte e di identificazioni con
modelli di vita spirituale esterni durante l’età giovanile e
matura, fino all’assunzione intima, ecclesiale e definitiva, dello
schema nuovo ed autonomo di vita religiosa propostole, per lei e per
le sue consorelle, dal cardinale Sisto Riario Sforza con il nome e la
fondazione delle Ancelle del Sacro Cuore.
Nel
giorno della canonizzazione di Caterina Volpicelli (1839-1894), il
ritratto spirituale della santa si arricchisce dei tratti eucaristici
descritti dall'omelia di Benedetto XVI pronunciata sul sagrato di San
Pietro e si completa nella sua splendida definizione.
La
spiritualità di Caterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelle
del Sacro Cuore, era già stata considerata dal cardinale Michele
Giordano “tutta cristologica” , per il suo fondamentale
riferirsi alla consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. Si
tratta di una particolare espressione della Volpicelli che aderì in
maniera originale alla devozione che si sviluppò nel panorama della
vita religiosa e della riflessione teologica che si delinearono nella
cattolicità europea, a partire dal XVI secolo, sulla base
dell’esperienza mistica di Santa Margherita a Paray-le-Monial.
Tale
spiritualità ebbe anche eccezionali originalità mariane
nell’esperienza di Caterina, la quale “nel Sacro Cuore”
attinse sicuramente le energie per rendere operanti ed esemplari la
carità e la direzione spirituale della sua Congregazione, ma anche
“nella fede della Vergine” ella pose la speranza del suo
agire e del suo servizio di “Ancella del Signore”. Un
riferimento storico in tal senso fu l’originalità mariana della
vocazione giovanile di Caterina, la quale amava nominarsi Maria
Caterina e frequentava l’oratorio delle Sacramentine ove si
venerava la Madre del Buon Consiglio, portando al suo polso la
decina di un rosario di corallo per pregare anche nelle occasioni
mondane.
Un
luogo importantissimo della spiritualità di Caterina Volpicelli è
rappresentato oggi dal Santuario della Beata Vergine del Rosario
di Pompei, ove il 18 maggio 2003 avvenne la celebrazione del 2°
anniversario della sua beatificazione; e ove nello stesso anno il
beato papa Giovanni Paolo II celebrò il Rosarium Virginis Mariae
da lui arricchito dei Misteri della Luce. Riconducibile al
luogo di Pompei è il riferimento alla santa amicizia che Caterina
aveva con il beato Bartolo Longo fondatore del santuario mariano; una
amicizia che si sviluppò nel contesto di una comunione di fede e di
preghiera e che coinvolse anche molte altre personalità del
cattolicesimo napoletano della fine dell’800 (es: il beato
francescano Ludovico da Casoria, la contessa Marianna De Fusco, il
medico santo Giuseppe Moscati, il card Sisto Riario Sforza). Caterina
Volpicelli, che lo aveva ospitato nel suo palazzo a Materdei,
iniziò Bartolo Longo alla devozione mariana con il dono della
medaglia miracolosa, e questi la tenne sempre con sé e
ricambiò il dono, sul finire della vita di Caterina, offrendole il
suo crocifisso benedetto dal Papa. Anche all’origine della
fondazione del Santuario mariano di Pompei si ritrova l’influenza
della Volpicelli. Infatti, quando ebbe innalzato il Tempio del
Rosario, Bartolo Longo non nascose l’ispirazione ricevuta dalla
costruzione del Santuario del Sacro Cuore che Caterina aveva
già eretto in Napoli come tempio per le sue Ancelle; ed il
primo altare maggiore di marmo del santuario mariano fu proprio un
dono della Volpicelli.
La
spiritualità che diviene azione ed animazione ecclesiale,
costruzione nella carità della comunità di preghiera e di
condivisione fraterna delle problematiche del popolo, è il tratto
dell'opera di Caterina Volpicelli indicato dal Cardinale Crescenzio
Sepe in occasione del 125° anniversario della fondazione del
Santuario napoletano del Sacro Cuore ( 21 dicembre 2008).
I
tratti eucaristici della spiritualità della beata Caterina
furono sottolineati direttamente da Giovanni
Paolo II nell'omelia per il giorno della beatificazione in San Pietro
(29 Aprile 2001):
“La
Beata Caterina Volpicelli dall’Eucaristia seppe trarre sempre
quell’ardore missionario che la spinse ad esprimere la sua
vocazione nella Chiesa, docilmente sottomessa ai Pastori e
profeticamente intenta a promuovere il laicato e forme nuove di vita
consacrata. Fu la prima “zelatrice” dell’Apostolato della
Preghiera in Italia e lascia in eredità, specialmente alle Ancelle
del Sacro Cuore, una singolare missione apostolica che deve
continuare ad alimentarsi incessantemente alla fonte del Mistero
eucaristico”.
Con
le parole che Benedetto XVI ha dedicato alla santa napoletana nel
giorno della canonizzazione, Domenica
26 aprile 2009,
si completa il suo ritratto spirituale:
“Testimone
dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò
di “essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad
incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi
spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia.
Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa
vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale
con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per
proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in
eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche
educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove
generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come
amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato
gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può
trovare la sua “stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue
figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una
conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni
coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per
costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà,
superando quello squilibrio economico e culturale che continua a
sussistere in gran parte del nostro pianeta.”
Molti
altri riferimenti ed aspetti della spiritualità volpicelliana si
ritrovano quindi nella complessa
sua opera missionaria (anche etica, pedagogica e sociale), della
quale sono continuatrici
le Ancelle del Sacro Cuore di Gesù nei vari contesti della
loro presenza ed attività.
Bibliografia:
AA.VV.,
Caterina Volpicelli nella cordata di santi dell’Ottocento
meridionale, Napoli 1995
Antonio
Illibato, Caterina Volpicelli donna della Napoli dell’Ottocento,
Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2008
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