In
quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì
sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto
e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini
conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e
parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme...
E'
il Vangelo della Trasfigurazione (Lc
9, 28-36),
quello della II domenica di Quaresima di questo 2013, che viene
commentato dal Santo Padre affacciato su Piazza San Pietro per la
recita del suo ultimo Angelus insieme con oltre 100.000 fedeli giunti
da ogni parte del mondo. Egli lo applica al suo disporsi al compito
della preghiera che il Signore gli assegna a
compimento del suo pontificato:
“Questa
Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo
momento della mia vita. Il Signore mi chiama a “salire sul monte”,
a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma
questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede
questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la
stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino
ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze.”
E
si congeda rimanendo con la gente, vicino al cuore della speranza,
accanto, nella preghiera che ci avvicina nella luce del Signore oltre
il tempo ed il luogo.
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