lunedì 4 febbraio 2013

Luoghi e miracoli di San Biagio vescovo e martire


1. Riferimenti agiografici. Una particolarità del martirio di Biagio, vescovo armeno di Sebaste, consiste nel fatto di essere stato subito dopo il 313, quando grazie all’editto di Costantino erano terminate ufficialmente le persecuzioni anticristiane. La data accreditata dagli agiografi è infatti l’anno 316, e si pensa che nei luoghi lontani da Roma vigessero ancora comportamenti arbitrari e contrastanti l’autorità imperiale.
La ricostruzione agiografica parla di Biagio come di un santo medico cristiano che viene chiamato ad essere vescovo del suo popolo. La sua fama si lega così a guarigioni miracolose; emblematica è quella operata, mentre viene condotto a morte, per la liberazione della gola di un bambino che rischia di morire soffocato da una lisca andata di traverso. E si lega alla guida spirituale per i tanti cristiani del suo popolo che vivono le difficoltà della testimonianza e del martirio. La narrazione agiografica riferisce anche di un intenso periodo di preghiera e di solitudine da lui vissuto in una spelonca, per sfuggire alle fasi intense della persecuzione, e per aiutare con la sua disponibilità con il suo conforto e con i suoi numerosi miracoli i cristiani in difficoltà che a lui si rivolgevano. Quando toccò a lui dare testimonianza della sua fede nel Cristo, egli lo fece con fermezza e coraggio, e affrontò l’atroce tortura dei pettini di ferro che si usavano per cardare la lana. Egli venne poi decapitato ed il suo corpo fu sepolto nella chiesa della sua città.
La pratica devozionale più caratteristica per la festa di San Biagio è la benedizione della gola dei fedeli operata accostando ad essa due candele; così come appare simboleggiata nella più nota delle icone popolari del Santo che si accosta benedicente con le candele incrociate al bimbo sostenuto dalla madre orante.

Verona - Cappella di San Biagio

2. Luoghi e reliquie. Intorno alle reliquie del popolarissimo santo taumaturgo della gola sono sorte varie tradizioni agiografiche che individuano in Maratea e in Verona i luoghi principali del suo culto. Molte altre città vantano la custodia di reliquie di san Biagio, tra queste la città dalmata di Ragusa (attuale Dubrovnik), Carosino in territorio tarantino, Ruvo di Puglia, Ostuni nel brindisino, Castel San Giorgio nel salernitano, Cardito nel napoletano. Moltissimi sono i paesi e le città che hanno il santo come patrono e con lui un particolare e sentito legame devozionale; ad esempio Fiuggi che lo venera dal medioevo come potente e portentoso liberatore e protettore, Montepulciano che gli ha dedicato un monumentale tempio extraurbano, e Cardito, in Diocesi di Aversa, che è luogo della presenza di una antica Ecclesia sancti Blasii (Ratio Decimarum del XIV secolo).
L’agiografia veronese riferisce di un cavaliere germanico che nel XII secolo affida alla città la custodia delle spoglie di San Biagio e di santa Giuliana, che egli aveva recuperato e portava
con se sul cammino di ritorno dalla Terra Santa. In Verona ai due santi fu dedicata una monumentale Cappella nella chiesa dei Santi Nazario e Celso.

Maratea - Basilica di San Biagio

La tradizione di Maratea narra di un miracoloso approdo della nave che verso la fine del IV secolo trasportava l’urna con le reliquie di San Biagio. L’urna fu accolta dagli abitanti cristiani e venne custodita nella chiesa situata sull’altura, detta poi Monte san Biagio, che sovrasta la città. La chiesa di Maratea dedicata alla Madonna delle Grazie e a San Biagio risale al VI secolo ed ha il titolo di Basilica Pontificia, ed è un santuario attrattivo di pellegrini e ricco di manifestazioni devozionali.
La città di Fiuggi commemora nella piazza del borgo superiore, con pile di legno infuocate (le stuzze), il miracolo di una barriera di fuoco che San Biagio erse nel periodo feudale per allontanare le truppe nemiche.


Cardito - Santuario di San Biagio
Per la città di Cardito appare importantissimo il riferimento alla passio e al tipo di martirio subito dal santo vescovo di Sebaste. Il patronato di San Biagio per questa città appare infatti il frutto di una pura scelta devozionale operata dalla fede popolare ed ispirata dalla predicazione agiografica medievale dei monaci benedettini di Aversa che detenevano la signoria del luogo. Il santo è ritenuto patrono delle attività agricole e dei cardatori di lana, a causa del suo corpo lacerato (quasi cardato) dagli uncini dei carnefici. Nel nome di Cardito risuona in effetti sia il nome dei cardi, cespugli campagnoli, e sia il nome della cardatura.
Un luogo, ricco per la manifestazione della spiritualità popolare e molto frequentato per la devozione ed il culto di San Biagio, è anche il Santuario dell’Immacolata Concezione di Frattamaggiore, ove in onore del santo si celebra una festa a cui partecipano con gioia e sentimento grandi e piccoli. 

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