Alla
triennale arsura che colpì verso il IX secolo a. C. il territorio
della Palestina pose fine una 'nuvoletta come una mano d'uomo'
avvistata in lontananza sul Mediterraneo di fronte al Monte Carmelo.
Il profeta Elia aveva fatto scalare per ben sette volte quel monte
della Galilea ad un suo giovane discepolo, prima di ottenere
l'annuncio della desiderata pioggia. Quel monte divenne sacro agli
antichi eremiti, e in epoca paleocristiana vi fu fondata una chiesa
mariana. I fratelli della Madonna del Monte Carmelo, sorti al tempo
delle crociate e cresciuti di numero nel XIII secolo ottennero
l'approvazione di una Regola da papa Onofrio III. Dopo la caduta
della roccaforte di San Giovanni D'Acri ad opera dei musulmani e dopo
il martirio dei frati rimasti sul monte, l'ordine dei Carmelitani si
diffuse in Europa ed ebbe tra le sue fila un santo frate inglese,
Simone Stock, al quale apparve direttamente la Beata Vergine del
Monte Carmelo nel 1251, e a lui che era stato eletto Generale
dell'ordine diede l'incarico di diffondere lo Scapolare per la
protezione e la salvezza dell'anima dei suoi devoti. La Vergine offrì
al suo servo l'abito simbolico e distintivo con una promessa:
"Ricevi,
figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia
fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani.
Coloro che moriranno rivestiti di questo Scapolare non andranno nel
fuoco dell'Inferno. Esso è un segno di salvezza, protezione e
sostegno nei pericoli e di alleanza di pace per sempre".
La
devozione alla Vergine 'bruna' è documentata in Frattamaggiore già
nel XIV secolo con una cappella nella chiesa complateare di san
Nicola un tempo prospiciente la piazza ove s'innalza ancora il più
antico tempio patronale di san Sossio martire. Si tratta per questa
devozione di un legame storico allacciato nel periodo angioino con
quella napoletana del Santuario del Carmine Maggiore tenuto dai Padri
Carmelitani. Con il santuario napoletano è anche condivisa la
leggenda d'origine della chiesa primordiale dedicata a san Nicola,
che a Frattamaggiore è documentata nel XIII secolo dalla Ratio
Decimarum della diocesi di Aversa. La devozione della 'Madonna
del Carmine' risulta presente in Frattamaggiore anche con una
congrega laicale, in una cappella rurale quattrocentesca ora
scomparsa ed in edicole urbane del '500 e del '600.
La
grande trasformazione urbana del paese, che negli ultimi 60 anni ha
perso le connotazioni antiche dell'ambiente rurale, sta all'origine
della dispersione di molti antichi simboli della religiosità e della
devozione popolare.
La
chiesa un tempo centrale dedicata a san Nicola e alla Beata Vergine
del Carmelo, e dal '700 anche a san Ciro, si ritrova oggi a causa di
questa trasformazione ad essere edificata in forme architettoniche
contemporanee in un quartiere periferico della città.
Una
sorte negativa è toccata ad una bella e significativa edicola
databile al '600, dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo,
effigiata in un decoroso affresco, situata in un vicolo antico sul
muro di un fabbricato e posta in alto rispetto allo sguardo dei
passanti devoti.
L'edicola
è scomparsa con l'abbattimento del vecchio edificio che ha lasciato
il posto ad una nuova costruzione. L'affresco non esiste più, ma mi
è stato possibile realizzare una sua 'restituzione visiva' al
patrimonio artistico-devozionale locale grazie alla bella abitudine
che ho di documentare con la fotografia luoghi e fatti della storia
del mio paese. Grazie alla documentazione fotografica si può
effettuare un'interessante analisi iconologica dell'affresco
scomparso.
La
Beata Vergine del Monte Carmelo è raffigurata nella veste dei colori
dell'ordine carmelitano ed ha il Bambino sul ginocchio sinistro. Due
angioletti svolazzanti la incoronano Regina ed ai suoi piedi stanno
ritti due santi importanti della tradizione religiosa frattese: alla
destra San Rocco patrono nella peste con accanto il cane di Gottardo, e alla sinistra San Sossio
patrono della città. Tra i due Santi in basso si ritrovano le fiamme
che avvolgono alcune anime che impetrano la grazia di essere liberate
dal Purgatorio. La Madonna ed il Bambino ambedue offrono uno
Scapolare ai due Santi: la Vergine lo offre a san Rocco e il
Bambino lo offre a san Sossio in un gesto di carità che lascia
intendere l'offerta dello strumento di salvezza anche alle anime del
purgatorio.
Nell'icona
si ravvedono la simbolica devozionale dello Scapolare
carmelitano e la tradizionale venerazione per la Beata Vergine del
Monte Carmelo. La simbolica e la venerazione sono altresì collocate
con precisione nel particolare contesto storico-culturale frattese
del '600. Il culto delle anime del Purgatorio è connesso con gli
avvenimenti tragici della peste del 1657 che a Fratta fece moltissimi
morti. Il ricorso alla Vergine del Carmelo fu spontaneo ed immediato:
nella chiesa a lei dedicata furono sepolti molti dei cadaveri. Il
ricorso a san Rocco protettore nella peste fu anch'esso necessario,
ed il santo fu raffigurato nell'affresco con la stessa caratteristica
veste principesca della statua fatta costruire dai devoti a metà
'600 ed ancora posta sull'altare maggiore della parrocchiale a lui
dedicata. Il san Sossio martire dell'icona fotografata, effigiato in
veste diaconale con la dalmatica rossa, ricalca lo stile e le forme
del santo patrono della città che è rappresentato allo stesso modo
sia nella iconografia ecclesiale e sia in quella popolare del '600.
L'icona
recuperata appare così un documento importante della storia e della
religiosità frattese. Ho voluto dare una giusta collocazione a
questo documento. Mi è apparso necessario far realizzare nella
tipografia amica dei fratelli Capone di Acerra una foto-poster
dell'icona (100x70 cm) e poi 'restituirla' come un quadro a don
Michele Costanzo parroco dell'attuale chiesa frattese dedicata alla
Beata Vergine del Monte Carmelo e a San Ciro, chiesa che è l'erede
diretta di quella antica di fondazione medievale che esisteva al
centro della città.
Il
dolcissimo sguardo della Vergine effigiata continuerà così a
consolare e a rivolgersi ai suoi devoti. Giusto in tempo anche per un
mio personale omaggio alla Beata Vergine del Monte Carmelo in
occasione della festa liturgica di quest'anno, e in onore anche
dell'onomastico di mio padre buonanima che ogni giorno passava per il
vicolo antico e faceva suo e nostro l'augurio della compagnia della
Madonna sul cammino della vita.
Grande devoto della Beata Vergine del Monte Carmelo fu anche il Beato Giovanni Paolo II che, in occasione del 750° della consegna dello Scapolare a San Simone Stock, il 25 Marzo del 2001 scrisse una lettera sulla devozione mariana all'Ordine Carmelitano.
Grande devoto della Beata Vergine del Monte Carmelo fu anche il Beato Giovanni Paolo II che, in occasione del 750° della consegna dello Scapolare a San Simone Stock, il 25 Marzo del 2001 scrisse una lettera sulla devozione mariana all'Ordine Carmelitano.
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