Mons.
Sossio Rossi, rettore della Basilica Pontificia di San Sossio di
Frattamaggiore, ha motivato la ricerca nell'Archivio della Basilica
per trovare notizie riguardanti la tradizione della festa della
seconda Domenica di Luglio a Pascarola. La comune appartenenza di
Fratta e Caivano, di cui Pascarola è frazione, all'antica area
atellana della diocesi di Aversa, è stato il punto di partenza della
ricerca che ha analizzato i dati che si leggono nelle Rationes
Decimarum delle Chiese e delle Cappelle del territorio tra la
fine del XIII e l'inizio del XIV secolo. Altri dati si evincono dalla
notevole storiografia realizzata negli ultimi anni dalla Rassegna
Storica dei Comuni – Istituto di Studi Atellani che ha messo a
disposizione in rete l'intero archivio delle sue pubblicazioni di
storia locale. Dalla Storia Ecclesiastica e dall'Archivio Diocesano
di Aversa sono stati ricavati altri dati riguardanti la devotio
medievale, le Santa Visite dei vescovi e il censimento
storico delle chiese e cappelle della diocesi. Grazie a questa
ricerca si è potuto stendere un'interessante relazione che funge
anche da riferimento storico per una catechesi ecclesiale sulla festa
a Pascarola comunicata dal monsignore.
Nella
Seconda Domenica di Luglio a Pascarola si realizza la festa
di Sant'Antonio da Padova e con essa si celebra anche la devozione
alla Madonna del Buon Consiglio, la cui effige per l'occasione viene
portata in processione e solennemente intronizzata sull'altare
maggiore della Chiesa patronale di San Giorgio martire.
La
tradizione e la religiosità di un paese sono fatti
importantissimi perchè esprimono tratti importanti della sua
identità storica e culturale. La fede diviene catalizzatrice della
memoria, della fatica e delle speranze di un popolo che procede con
dignità e con valori etici antichi attraverso i cambiamenti e le
criticità dei tempi moderni.
E
così la festa della Seconda Domenica di Luglio, celebrata in una
liturgia estemporanea (la Madonna del Buon Consiglio e Sant'Antonio
si celebrano ufficialmente in aprile e giugno), diviene il simbolo di
una devozione e di un comportamento che hanno motivi antichi e che si
ripropongono oggi come segni della tradizione religiosa di un popolo
che ha inteso santificare il duro lavoro dei campi e della mietitura
nell'orizzonte della festa ricca e gioiosa di una memorabile domenica
d'estate.
Lo
fa sicuramente celebrando l'Eucaristia, il rendimento di grazie al
Signore, e lo fa in particolare onorando la Madonna del Buon
Consiglio e Sant'Antonio.
C'è
sicuramente una ragione
percui il popolo di Pascarola da vita a questa particolare
modalità della festa. Provo a definire questa ragione con due
dimensioni della devozione
cristiana: quella del pellegrinaggio
e quella tradizione trasmessa dai
padri.
Vediamo
il pellegrinaggio. Dagli Archivi della Basilica di San
Sossio, in un libro del '500 si legge che era tradizione molto
consolidata nel popolo frattese quella di realizzare per un'intera
giornata di primavera un pellegrinaggio per i luoghi religiosi e le
cappelle degli antichi casali e delle campagne che facevano parte
dell'area atellana della Diocesi di Aversa. Il pellegrinaggio si
svolgeva a partire da San Sossio e toccava la chiesa di San Biagio a
Cardito, poi il Convento dei Cappuccini e la chiesa di Santa Maria di
Campiglione (tenuta dai Domenicani e poi dai Carmelitani) a Caivano;
si procedeva per le cappelle della campagna di Pascarola e di
Crispano; si ritornava per la chiesa di San Maurizio a Frattaminore e
per il Monastero degli Agostiniani di Pardinola. Come si vede si
tratta di un tipo di pellegrinaggio che può essere inquadrato tra
quelli che si sono da secoli realizzati nelle aree rurali napoletane
e campane, come quello della Madonna
dell'Arco e dello stesso Sant'Antonio
d'Afragola, che si svolgono avendo per meta santuari e
monasteri.
Pascarola
si trova all'apice di un itinerario religioso che può prendere sia
la direzione del cammino
di san Michele Arcangelo (Maddaloni, Gualdo
San'Arcangelo, Pascarola, Casapozzano), sia la direzione del cammino
di Sant'Antonio (Pascarola, Caivano, Carditello,
Fratta, Afragola).
La
devozione di Pascarola a Sant'Antonio sicuramente s'inquadra nello
spirito del pellegrinaggio rurale che trova una sede importante nella
chiesa locale ed un importante riverbero foraniale.
Per
la Madonna
del Buon Consiglio, venerata a Genazzano nel Lazio,
vale la forza di una devozione mariana che dal XV secolo è estesa su
scala interregionale e che si integra e si alterna con la devozione
ai titoli locali della Madonna. Sicuramente nell'area della diocesi
di Aversa un punto di partenza, tra fine del '700 e inizio dell'800,
della diffusione della devozione alla Madonna del Buon Consiglio lo
si trova nell'opera dei Prelati di casa
Lupoli a Frattamaggiore i quali istituirono l'opera del
Ritiro e fondarono la Chiesa
dedicata alla Madonna che essi appresero a venerare nei collegi
laziali redentoristi della diocesi di Veroli. All'inizio dell'800 la
devozione al Buon Consiglio era diffusa in tutte le chiese di Fratta,
e fu portata dal giovane beato Modestino di
Gesù e Maria anche nell'area dei conventi francescani
napoletani. Oggi la devozione campana ha il suo punto di riferimento
principale nella Basilica di Capodimonte,
ed è presente in molte chiese e cappelle della diocesi di Aversa,
tra queste anche quella di Pascarola.
Vediamo
la tradizione trasmessa dai padri. La storiografia
diocesana che analizza i documenti delle Rationes
Decimarum, ci riferisce che in Pascarola nel XIV secolo
esisteva una Cappella dedicata a Santa Maria che aveva una funzione
vicaria rispetto alla principale Ecclesia
di San Giorgio; dopo qualche decennio la situazione si presentava
ribaltata: la Cappella era quella di San Giorgio e la Ecclesia
era quella di Santa Maria. Si tratta di patronati medievali che
vengono poi ridefiniti nel corso del tempo e soprattutto durante la
formazione delle Parrocchie e
delle Cappellanie stabilite dal
Concilio di Trento. Pascarola consolidò così il patronato della
chiesa parrocchiale di San Giorgio. La questione ci viene ben
presentata dal canonico Francesco Di
Virgilio che analizzò le Sante
Visite dei Vescovi del '500 e del '600 e negli anni '90
del secolo scorso pubblicò in due tomi il censimento storico di
tutte le chiese della diocesi di Aversa.
Secondo
il canonico aversano la Chiesa antica di San Giorgio aveva una
ubicazione diversa da quella attuale che sarebbe sorta sul luogo ove
nel 1943 fu abbattuta un'altra antica cappella pericolante.
La
lezione dei padri ci segnala così l'onore di un patronato antico
scomparso, che almeno la seconda domenica di Luglio viene ricordato e
celebrato con l'effige della Madonna sull'Altare Maggiore.
Dal
pellegrinaggio e dalla devozione tradizionale dei padri
ricaviamo due insegnamenti
per la nostra vita cristiana di oggi. Il primo è quello di mettere
sempre come meta del nostro percorso spirituale la santità che il
Signore ci fa apprezzare nell'esempio di sant'Antonio che oggi
Pascarola celebra per riempire delle grazie e dei doni del Signore la
fatica dei campi e la letizia della festa.
Il
secondo è quello di dare sempre un giusto peso alle tradizioni che i
padri ci hanno tramandato per vivere, anche nelle difficoltà e nei
mutamenti del presente, nello spirito della fede e dell'umiltà di
Maria, le verità perenni della Parola nel Signore.
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