La chiesa abbaziale di San Lorenzo fuori le mura è l'edificio centrale del più antico complesso monastico di Aversa. Essa fu fondata prima dell'anno mille ad septimum, nelle propaggini del territorio della Capua longobarda, sulla diramazione stradale che conduceva verso Napoli e verso il litorale flegreo. In epoca normanna (XI-XII secolo) essa assunse un'importante rilievo nel rappresentare il polo monastico nella proto-contea di Aversa che nel 1054 era stata elevata a sede episcopale da papa Leone IX. Sia l'abbazia e sia la cattedrale, dedicata a San Paolo, condivisero i tratti del monachesimo. Alla fine dell' XI secolo i normanni Guitmondo e Guarino, fratelli e monaci benedettini, si ritrovarono rispettivamente vescovo di Aversa e abate di san Lorenzo. Nell'epoca della espansione normanna il monastero aversano ebbe la disponibilità di possedimenti estesi e dislocati lungo la via sacra tra Campania e Puglia fino al santuario micaelico del Gargano. Nella vicenda storica del monastero, dal medioevo ai tempi recenti, si evidenziano aspetti significativi ed originali della cultura benedettina.
La scelta della chiesa di San Lorenzo per la presentazione (17 febbraio 2012) del libro di d. Mariano Dell'Omo monaco di Montecassino, paleografo storico e docente, è stata definita “irrinunciabile” da mons. Ernesto Rascato parroco-rettore dell'abbazia. Irrinunciabile per le specificità monastiche della storia di Aversa, per i natali aversani dell'autore, per l'intrinseca valorizzazione del bene culturale dello studio e della ricerca accademica locali.
Il libro (M. Dell'Omo, Storia del monachesimo occidentale dal Medioevo all'età contemporanea. Il carisma di San Benedetto tra VI e XX secolo, Jaca Book, Milano 2011) è un volume ponderoso di oltre 600 pagine ricco di bibliografia e diviso in due parti: I- Da Benedetto a Bernardo e II- Dall'Autunno del medioevo alle soglie del terzo millennio. La presentazione è stata organizzata congiuntamente dall'Associazione Amici dell'Abbazia di San Lorenzo, dal Monastero delle Benedettine di San Biagio e dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Paolo, predisponendo per l'evento un taglio culturale religioso ed accademico. La Cappella Lauretana, diretta da mons. Francesco Grammatico ed il Coro delle monache hanno eseguito un repertorio di canti gregoriani.
Hanno rivolto saluti: Mons Angelo Spinillo vescovo di Aversa, Madre Cecilia M. Farina abbadessa di San Biagio, Mons. Ernesto Rascato rettore di San Lorenzo, Prof. D. Emilio Nappa direttore dell'ISSR S. Paolo. Ha moderato Claudio Coluzzi de “Il Mattino”. Hanno relazionato: Mons. Mario Iadanza docente universitario, Prof. Ulderico Parente docente universitario, Mons. Lorenzo Chiarinelli vescovo emerito di Viterbo e già vescovo di Aversa. Tra le personalità presenti: Mons. Mario Milano arcivescovo emerito di Aversa, Mons. Francesco Marino vescovo di Avellino, Mons. Paolo Dell'Aversana vicario generale della diocesi, Prof. Luciano Orabona storico della Chiesa. La vastità dell'argomento ha dato occasione a ricezioni e riflessioni molteplici sviluppate e comunicate dai diversi intervenuti.
Il vescovo di Aversa ha rimarcato il valore spirituale della storia del monachesimo evidenziando un legame simbolico con la natura e le funzioni del canto gregoriano. Come il canto celebra nella varietà dei temi e dei tempi la liturgia e la preghiera monastica riattualizzando una memoria antica ed una speranza nuova, così nella storia si ripropone e si riverifica la tensione originaria che ha animato l'opera del santo patriarca; doni ambedue di Dio alla civiltà dell'uomo: il monachesimo ed il suo santo fondatore. Il concetto espresso dal vescovo attraverso il simbolismo ha riguardato l'esplicitazione di due caratteristiche del monachesimo benedettino: persistente “identità dello spirito” originario impresso da Benedetto e “flessibilità del corpo” che ha assunto variazioni ed adattamenti nel corso del tempo.
Madre Cecilia ha sottolineato aspetti spirituali e vocazionali del monachesimo benedettino ancora oggi teso a realizzare un'opera di preghiera, parafrasando la regula, affinchè “nulla si anteponga all'amore di Cristo”.
D.E. Nappa ha rilevato il contributo di ricerca e di approfondimento della cultura benedettina dato dall'opera di Dell'Omo, ed ha rimarcato l'impegno dell'ISSR S. Paolo nel valorizzarla come strumento di studio per le discipline storico-ecclesiastiche locali.
Mons. Iadanza ha salutato il libro com una “nascita gioiosa”, compimento di un lungo percorso di ricerca e di insegnamento dell'autore nell'ambito della storia del monachesimo benedettino.
Ha voluto rimarcarne l'importanza per la storia ecclesiastica e per la storia d'Europa, esemplicando documenti personaggi e vicende significativi; ad esempio le Lettere di papa Gregorio Magno riferite a san Colombano e alla missione dei monaci benedettini nelle isole britanniche. Ha sottolineato gli aspetti storico-teologici legati al carisma di san Benedetto.
U. Parente ha evidenziato alcune caratteristiche del libro: la sua “utilità” come strumento di studio e di ricerca grazie alla sistematicità e all'abbondanza della bibliografia intercettata; ed il suo porsi come “opera interessante” per la sobrietà e l'equilibrio delle parti e dei contenuti non riferiti a visioni e periodizzazioni precostituite ed eurocentriche. Ha colto l'euristicità di tematiche ulteriori presenti “al di là dei titoli” predisposti. Ha segnalato l'importanza della relazione tra il carisma di Benedetto e le istituzioni da esso suscitato.
La relazione del vescovo Chiarinelli è stata molto ampia, comunicata con verve chiarezza e profondità, armoniosamente sviluppata su diversi piani concettuali (estetico, storico, culturale, teologico, simbolico, biblico, magisteriale, politico, pastorale). Ha iniziato con l'esplicitazione dei sentimenti personali sul “tema” monastico (ispirazione ed aspirazione della sua vita); sul “luogo” dell'abbazia di san Lorenzo (da lui riaperta e restituita alla cultura storica e religiosa locale quando era vescovo di Aversa); sul “libro” (opera 'temeraria' imponente e sintetica che spazia negli ambiti diversificati della storiografia e delle istituzioni monastiche benedettine). Ha realizzato uno splendido percorso discorsivo aperto con la chiave di lettura del 'carisma', recuperata dal sottotitolo ed utilzzata preliminarmente per significare la 'mens benedettina' che permea l'intera opera di dell'Omo. Ha lanciato uno sguardo generale ai contenuti: “radici e missione”, “continuità ed innovazione”, riferite alla presenza dello Spirito nel dinamismo della storia. La I parte del libro riguarda l' 'autenticazione' delle radici: regola, pedagogia e progetto di vita monastica. La II parte riguarda l' 'arborizzazione': espressione e tensione delle istituzioni monastiche dall'eurocentrismo alla mondialità. E' uno sguardo richiamante la necessità di una comprensione in chiave simbolica e di un riferimento biblico allo sguardo di Mosè dall'alto del monte Nebo sulla terra promessa da lui non raggiunta. Ed il vescovo utilizza la 'metafora del monte' per cogliere lo spirito ed il carisma del cammino benedettino nella storia: il 'monte della preghiera', (nihil Operi Dei praeponatur (R.B. 43,3), niente si anteponga all'opera di Dio); il 'monte della trasfigurazione' (conversio); il 'monte della sofferenza' (fino ad entrare nel Mistero); il 'monte delle beatitudini'. Una comprensione retrospettiva sulla storia monastica, grazie a questi approcci, ci rimanda la visione di “una omologhia della fede e di una sinfonia delle culture”; uno sguardo in prospettiva teologica ci inoltra verso “una nuova frontiera: spiritualità monastica in dimensione domestica e dimensione domestica in spiritualità monastica”. Le implicazioni che attualizzano lo spirito benedettino nella contemporaneità riguardano l'opportunità di vivere ecclesialmente i suoi riferimenti nella vita di relazione (politeia), nella vita religiosa (ecumenismo), nella riflessione spirituale (teologia).
La presentazione del libro si è conclusa con l'intervento dell'Autore che ha voluto, tra l'altro, informare il pubblico della estesa documentazione riguardante la storia dell'abbazia di San Lorenzo e della cultura monastica in Aversa.
Approfondimenti:
Nessun commento:
Posta un commento