In
quella occasione mi fu donato una copia del Calendario Storico dei
Carabinieri 2004. Ci eravamo recati, docenti ed alunni del Liceo
Scientifico e delle Scienze Sociali di Mondragone, alla locale
Caserma dell'Arma per consegnare il segno della partecipazione della
Scuola al lutto per i 19 caduti nella strage causata da un attacco
terroristico suicida alla base militare italiana di Nassirya in Irak.
Tra i caduti, insieme con 5 militari e 2 civili, si contarono 12
carabinieri.
Rileggo
nella presentazione di quel calendario i tratti essenziali della
storia italiana dell'Arma, bicentenaria nel prossimo anno 2014, ed
il suo impegno esteso “per la pace e la sicurezza di tutta la
comunità internazionale”.
Il
valore comunitario della pace emerse subito nella riflessione che si
avviò tra gli studenti che vollero dedicare al tragico avvenimento
ricerche, approfondimenti, pensieri e parole che scrissero
singolarmente, affissero in strisce cartacee alla bandiera italiana,
e riunirono in un file multimediale che vollero personalmente
consegnare ai Carabinieri operanti in città. Fu una esperienza
commossa e partecipata con sinceri sentimenti di fraternità e
vicinanza.
Ho
riguardato nel mio archivio didattico multimediale anche le pagine
predisposte dagli studenti per il laboratorio giornalistico
scolastico 'Galileo' che si cimentava con la pubblicazione del
periodico 'News delle Scienze Sociali'. Oggi che si conta un numero più
alto di caduti italiani nelle missioni di pace in varie parti del
mondo, e che in Italia e nella Capitale si celebra ufficialmente il
decennale dei caduti di Nassirya, queste pagine assumono un
meritevole valore educativo e di memoria nell'ottica giovanile.
Le
ripropongo alla lettura odierna contestualmente alle pagine
istituzionali che riguardano le espressioni dei due Presidenti della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, riferite ai
caduti di Nassirya e alla celebrazione della loro memoria.
Dichiarazione
del Presidente Ciampi appena appresa la notizia dell'atto
terroristico alla base dei carabinieri italiani a Nassyria, in Irak
C
o m u n i c a t o
Il
Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, appena appresa la
notizia dal Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Gen. Guido
Bellini, dell'atto terroristico alla base dei carabinieri italiani di
stanza a Nassyria, in Irak, ha rilasciato la seguente
dichiarazione:
"Il mio primo pensiero va alle famiglie dei
carabinieri uccisi da un ignobile atto di terrorismo.
Sono loro
vicino nel dolore.
Esprimo all'Arma dei Carabinieri tutta la mia
solidarietà.
Sono militari caduti mentre facevano il loro dovere,
per aiutare il popolo iracheno a ritrovare la pace, l'ordine, la
sicurezza.
I nostri carabinieri, le nostre Forze Armate sono in
Irak su mandato e per volontà del Parlamento.
Tutta l'Italia si
stringe attorno a loro e li sostiene in questo momento, in questa
dura prova.
Parto per gli Stati Uniti con animo profondamente
commosso.
Incontrerò il Presidente Bush e il segretario generale
dell'ONU Kofi Annan.
Ho la coscienza di rappresentare un Paese
unito e forte. Continueremo a svolgere, insieme con i nostri alleati
e con le Nazioni Unite, il nostro ruolo nella lotta al terrorismo
internazionale."
Strage di Nassirya: commosso pensiero alle vittime di una inaccettabile e vile barbarie
"Rivolgo
il mio deferente omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita
adempiendo con onore al proprio dovere, al servizio dell'Italia e
della comunità internazionale". Lo ha scritto il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato, in
occasione della celebrazione della Giornata dedicata al ricordo dei
caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace,
al Ministro della Difesa, Mario Mauro.
"Rivolgo - ha
continuato il Capo dello Stato - il mio deferente omaggio a tutti
coloro che hanno perso la vita adempiendo con onore al proprio
dovere, al servizio dell'Italia e della comunità internazionale. Nel
10° anniversario della strage di Nassirya, che oggi ricorre, un
commosso pensiero va, in particolare, ai 19 italiani tragicamente
caduti in quell'efferato, gravissimo attentato ed agli iracheni che
con essi perirono, vittime di una stessa inaccettabile e vile
barbarie. I militari ed i civili che, anche a rischio della vita,
operano nelle aree di crisi, in tante travagliate regioni del mondo,
sono l'espressione di un paese che crede nella necessità di uno
sforzo comune per la sicurezza e la stabilità. Sono il simbolo di un
impegno forte a tutela dei diritti fondamentali dell'uomo e per la
cooperazione pacifica tra i popoli. I caduti che commemoriamo in
questa giornata sono stati interpreti coraggiosi e sfortunati di
questo grande impegno italiano. Dobbiamo esserne orgogliosi e
tributare loro la nostra riconoscenza per quanto hanno dato".
"Con
questi sentimenti - ha concluso il Presidente Napolitano - sono oggi
affettuosamente vicino ai familiari di quegli uomini e di quelle
donne e partecipo al loro dolore".
Nell'ottica della fede cristiana ripropongo anche le parole dette il 12 novembre 2008 dal Vescovo Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare d'Italia, nell' Omelia per la S. Messa in suffragio delle vittime di Nassirya celebrata nella Basilica Santa Maria degli Angeli.
Nella
nostra preghiera ci rivolgiamo a Dio Padre e gli affidiamo uno per
uno i nostri militari defunti, le loro famiglie, tutti gli italiani
che sono in altri Paesi per una nobile missione. Con loro affidiamo
al Signore la nostra Patria, il rispetto per la vita umana, la pace
nel mondo. La pace: è il grande tesoro che non dobbiamo lasciar
strappare dalle nostre coscienze e dai nostri cuori, neppure da parte
di terroristi, che vanno fronteggiati con il coraggio e la
determinazione di cui siamo capaci; ma che non odieremo, anzi, non ci
stancheremo di far loro capire che l’impegno dell’Italia,
compreso il suo coinvolgimento militare, è orientato a promuovere
una convivenza umana in cui ci siano libertà e diritto per ogni
popolo, cultura e religione.
Il
diritto e la libertà sono essenziali per evitare ricadute non
rispettose dell’uomo. Un diritto, però, che si fondi su un alto
senso della dignità e della giustizia. Salvaguardare la dignità
dell’uomo non significa soltanto non ucciderlo o non torturarlo.
Significa anche dare alla fame e sete di giustizia e libertà che è
in lui la possibilità di essere saziate, impegnandoci, ciascuno
secondo le proprie capacità, a raddoppiare gli sforzi per liberare
la persona da ogni forma di esclusione ed emarginazione. Il ricordo
del dramma di Nassirya, l’omaggio alle vittime esige il dovere
della memoria, che scuota cuore e mente a portare la ragione a
riconoscere il male e a rifiutarlo, suscitando in ciascuno il
coraggio del bene e della resistenza contro il male.
Siamo
qui non per odiare insieme, ma per insieme amare. L’insegnamento
della memoria contribuirà a rendere sempre più umano l’uomo. Un
uomo che possa essere di più e non solo avere di più, che impari
non solo a vivere con gli altri, ma per gli altri, come i nostri
amati militari caduti a Nassirya.
Sito di News delle Scienze Sociali
Omaggio degli studenti ai caduti di Nassirya
Portale dei Carabinieri
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