L’altro
giorno (6 agosto) il prof. Tarcisio Salvato ha concluso la sua
vicenda terrena. Nel paese natio (Frattamaggiore) la notizia è stata
commentata e vissuta con commozione dalla gente perché Tarcisio era
conosciuto da tutti e da tutti stimato come uomo di chiesa e
testimone della carità del Vangelo. Nonostante il periodo estivo la
Basilica di San Sossio si è riempita di persone di tutte le età per
onorare la sua memoria e partecipare alla celebrazione religiosa che
è stata presieduta da Mons. Angelo Spinillo Vescovo di Aversa.
Molti
sulla rete dei social hanno voluto ricordare con ammirazione i tratti
fondamentali della personalità umana e cristiana di Tarcisio, che
negli ultimi anni ha vissuto assistito dalla famiglia ed ha
partecipato alle funzioni religiose accompagnato con una sedia a
rotelle.
Il
suo percorso quotidiano, prima della infermità, si svolgeva tra le
parrocchie cittadine, soprattutto la Basilica di San Sossio,
Sant’Antonio e San Rocco, impegnato nella catechesi giovanile,
nell’aiuto ai poveri, nel canto corale e nella costante preghiera
di adorazione al Santissimo. Era l’ultimo ad uscire alla chiusura
dopo ore di orazione genuflessa nel silenzio della chiesa, e
raggiungeva casa con una bicicletta sempre diversa, perché quasi
sempre gliela portavano via.
Mons.
Angelo Crispino, in pellegrinaggio a Lourdes con la comunità
parrocchiale dell’Assunta, è stato il primo a divulgare sui social
la notizia della dipartita di Tarcisio e a tratteggiarne la memoria
in relazione alla esperienza ecclesiale frattese: “Sono
in molti a scrivere che è una "persona per bene" ma è
troppo poco ricordarlo così perché chi ha avuto la gioia e la
consolazione di incontrarlo, di conoscerlo e di condividere con lui
esperienze umane, culturali, professionali e pastorali non può
chiudere bocca, tanta è la luce, la grazia e l'amore che promanava
dalla sua persona e dalla sua testimonianza. Uomo dolce e mite, uomo
di fede vera e di servizio, uomo di cultura ed educatore insigne,
uomo di bontà e di carità sono solo alcuni aspetti della sua
personalità incline al bene del prossimo e ad accogliere quanti
vivevano condizioni di disagio sociale, di difficoltà esistenziali,
di emarginazione culturale, di povertà materiale! Tarcisio è stato
l'uomo di tutti, a servizio dei singoli ma ancora di più, esemplare
e lodevole nelle istituzioni scolastiche agendo da educatore sapiente
e generoso, e nelle varie comunità ecclesiali dove ha prestato la
sua preziosa collaborazione quale ministrante, catechista, animatore
dei ragazzi affidati alla protezione di S. Tarcisio, benemerita
associazione fondata dalla cara mamma e ancora, quale esperto di
canto nella corale parrocchiale. Una ricchezza carismatica che viene
lasciata in eredità alla nostra città!”
Antonio
Anatriello, in occasione degli auguri per il compleanno 2016 postati
su fb, a lui si rivolse con queste parole: “In
questo giorno: un solidale e affettuoso pensiero, ricordando la tua
bontà, la tua fede, la tua sincera ma non chiusa fedeltà alla
Chiesa, la tua semplicità, la tua signorilità e gentilezza, la tua
riservatezza...”
Papa
Francesco, da Cardinale nel 2002 commentando il Mistero
dell’Assunzione di Maria, espresse l’interrogativo: “Non
cerchiamo il nostro vero volto negli occhi degli altri? Non è vero
che riposiamo da questa ricerca solo quando incontriamo il volto di
un altro che ci ama e che vogliamo contemplare?”
Con
questa ispirazione sicuramente qualche tratto del ‘volto’ di
Tarcisio lo possiamo rilevare dalle
sue stesse parole: quelle della commemorazione che egli fece nel 2003
della figura di don Pasqualino Costanzo, che scrisse con enfasi
autobiografica per Il Nuovo Pellegrino della Parrocchia
di San Rocco, e che leggiamo di seguito.
Personalmente
penso che la figura di Tarcisio possa essere compresa bene nella
dimensione della testimonianza storica ed ecclesiale di un laico
impegnato nella vita della comunità locale; in maniera così intensa
che non si può fare a meno di legarla al ministero del servizio e
della pastorale nella Chiesa. La carità operante, la guida per i
giovani, l’esemplare vita spirituale espressa nella testimonianza e
nella preghiera, le condivise esperienze della ricerca di Dio, il
chiaro riferimento alla guida dei Pastori e alla collaborazione con i
sacerdoti, portano a comprendere Tarcisio nella schiera di quei laici
esemplari che sono organicamente vicini ai parroci e ai loro
collaboratori nel cammino e nel progetto pastorale. Esempi di questi
laici ce ne sono sempre stati nella storia della chiesa locale, in
particolare nella chiesa post-conciliare che ha vissuto la
transizione della pastorale giovanile, fondata sulla Azione Cattolica
sull’Oratorio e su nuovi percorsi comunitari e di volontariato, tra
questi ricordo Michele Imbembo, Peppino Sessa, molti altri e lo
stesso Tarcisio (per un approfondimento di questo argomento puoi leggere questo post).
In
particolare per la conoscenza di Tarcisio posso far riferimento ad
alcuni altri avvenimenti ed impegni che hanno caratterizzato la
qualità della sua testimonianza cristiana.
Nell’attività
della Caritas di San Rocco egli è stato il volontario della
frontiera; l’ho visto immergersi senza mezze misure e/o ritrosie, e
con grande spirito di servizio, nell’opera di misericordia
corporale e spirituale svolta per qualche persona indigente che
viveva in strada ai margini della parrocchia.
Amante
della Parola di Dio, che spesso proclamava come lettore dall’ambone,
egli ha partecipato nel 2008 a La Bibbia Notte e Giorno
organizzata dalla CEI, leggendo, tra i tanti lettori che si
alternarono nella Chiesa di Santa Groce di Gerusalemme a Roma, alcune
pagine del Libro del Siracide, in particolare i brani da lui
amati sull’amicizia.
Nel
2010, e poi anche negli anni successivi, fu impegnatissimo per far da
guida di pastorale turistica a schiere di fedeli Frattesi, tra i
quali il sottoscritto, che si recavano in pellegrinaggio alla
Cattedrale di Policastro per vivere la grazia dell’apertura del
processo di beatificazione del Vescovo Federico Pezzullo (1890-1979).
Si comprende l’entusiasmo personale e coinvolgente di Tarcisio,
nipote del vescovo Federico che era fratello di sua madre (per un approfondimento di questo argomento puoi leggere questo post).
In
particolare nell’ottobre del 2010 un evento importante della
cultura storica ecclesiatica della Diocesi di Aversa registrò il suo
intervento ufficiale tra i relatori della presentazione del libro del
prof. Luciano Orabona, scrittore e docente di Storia della Chiesa:
Laici
e Vangelo in terre del Mezzogiorno - L'Azione Cattolica di Aversa e
della Campania tra cronaca e storia.
La
presentazione si tenne nella Chiesa della Madonna dell Grazie e
quello di Tarcisio fu un intervento ricco di riferimenti storici e
spirituali.
Nel
2011 Tarcisio fece l’esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa
organizzato dalla Comunità della Basilica di San Sossio. Partecipai
a quel pellegrinaggio anch’io e raccolsi la testimonianza di
Ernesto che condivideva la stanza d’albergo circa la sua continua
preghiera, per la quale si raccoglieva anche di notte.
Vissuto
nella spiritualità eucaristica, in onore pure del Santo di cui porta
il nome, Tarcisio volle ringraziare e lodare il Signore
con intensità in tutte le circostanze. Nella chiesa di Sant’Anna a
Gerusalemme, particolarmente nota per la sua acustica, volle
partecipare al canto religioso e sublime dei
tanti che si cimentavano con bravura e sentimento.