Sabato
16 Giugno 2012 alle ore 8.20 sono partito in bicicletta per Napoli.
Alle ore 9.10 stavo già sull'atrio della basilica di San Lorenzo ove
si teneva il Convegno Chiesa di tutti e particolarmente dei
poveri. Il titolo è una frase del beato papa Giovanni XXIII. E'
stata una passeggiata di 15 chilometri tutti in pianura e discesa. Il
Convegno è stato organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio in
collaborazione con l'Arcidiocesi di Napoli e la Comunità Papa
Giovanni XXIII, ed ha coinvolto oltre un centinaio di raggruppamenti
'amici dei poveri' provenienti da tutta l'Italia. Non son mancate
testimonianze di confessioni e gruppi stranieri, in particolare gli
ortodossi greci di Apostoli. L'amplissima chiesa gotica era
gremitissima. Ho faticato un poco ad individuare tra la folla la
collega Anastasia che, operante nell'ambito dei progetti napoletani
della Comunità di Sant'Egidio, mi ha spesso proposto di partecipare
a qualche incontro. Prima di intravederla, ho potuto scambiare
qualche parola con il prete ortodosso seduto in prima fila,
interprete dell'intervento previsto in greco, e ho potuto salutare
l'amico Giorgio, prete della diocesi di Aversa e mio compaesano,
impegnatissimo nell'assistenza al volontariato sociale e appassionato
pure lui della bicicletta. La
collega mi ha presentato ad Alfano, impegnato nella Caritas di Nola.
Qualche foto prima dell'arrivo puntuale del cardinale Sepe e subito
le parole del Convegno. Alcune le ho fissato sulla brochure ricevuta
all'entrata, scaricabile in PDF.
Molto
bella e significativa l'icona del convegno in stile 'paleocristiano':
due fratelli, uno con l'albero rigoglioso e l'altro con l'albero
impoverito, che condividono il cesto con i frutti colti dall'albero
pieno.
Alcune
parole della moderatrice Gabriella Pugliese sono per la chiesa dei
francescani e per Napoli che ospita l'incontro: “una città segnata
da profonde povertà ma allo stesso tempo capace di grandi slanci di
generosità”.
Altre
parole sono di Antonio di Donna, Vescovo ausiliare di Napoli, che
riferisce lo spirito del Concilio Vaticano II a riguardo delle
povertà, rileggendo il N. 8 della Lumen Gentium. Importante nella
sua lettura critica e teologica il riporto del concetto di don
Milani: “fare strada ai poveri, senza farsi strada”.
Le
parole di Francesco Soddu, Direttore della Caritas nazionale, sono
preliminarmente rivolte alle sette diocesi recentemente terremotate
dell'Emilia e della Lombardia; poi esprimono l'opzione e i servizi
che la Chiesa realizza per i poveri.
Le
parole del cardinale Crescenzio Sepe appaiono ricche di riferimenti umani e
teologici, intrecciate con la narrazione personale. Egli accoglie i
convenuti come Città e come Chiesa, come Cittadino Onorario e come
Vescovo. La sua comunicazione sulla realtà dei poveri è ricca di
aspetti antropologici, cristologici, sacerdotali ed ecclesiologici.
La sua verve accompagna verità e concetti profondi; anche con
ironia, quando elenca i vescovi presenti quasi a rappresentare
l'intera Conferenza Episcopale Campana da lui convocata sul tema
delle povertà. Non manca il ricordo di Giovanni Paolo II, il suo
“grande maestro” che invitava a “spalancare le porte a Cristo”,
e le sue parole ispirate dal papa beato sono state : “Questo
è un tempo in cui tutto si chiude. Perciò, mentre tutto si chiude,
la Chiesa deve aprire: aprire ogni giorno una nuova porta, che sia
quella di una chiesa, di un centro di ascolto, di una casa che
accoglie. Soprattutto deve aprire le porte del cuore. Solo così sarà
possibile vincere anche battaglie impossibili. Chi è amico dei
poveri è amico di Cristo e chi è amico dei poveri di Cristo, è
amico della Chiesa.”
Ha salutato tutti con il solito “E 'a Maronna v'accumpagna.”
Le
parole di Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant'Egidio, chiaro e profondo nel suo discorso di Storia
ecclesiastica e di Storia contemporanea, nell'orizzonte
dell'insegnamento del Concilio Vaticano II, hanno viaggiato per la
casistica, la statistica e la problematica delle povertà assolute e
relative, descrivendo quadri storici ed attuali, evidenziando
criticità e proponendo prospettive di servizio, di impegno e di
speranza. L'esempio del francescanesimo, fare storia a partire dai
poveri e vivere la gratuità sono stati i concetti chiave
della sua relazione che è stata la fondamentale del Convegno. Alcune
sue frasi:
“Si
può fare storia a partire dai poveri, perché c’è una forza
attrattiva e diffusiva del bene. Ogni
incontro con il povero suscita energie di amore, che non si trovano
in una vita individualista ed egoista.
La solidarietà con i poveri è una straordinaria energia di
cambiamento”;
“La
gratuità libera l’uomo di oggi dal sentimento di estraneità
all’altro, di paura e di diffidenza. Mostra la comunanza di destini
ed indica un futuro assieme. Emancipa dalla solitudine delle proprie
sofferenze e crea un sentimento più largo”.
Qualche
minuto prima di mezzogiorno vi è stato un intervallo con uno stacco
musicale. Ho avuto occasione di scambiare qualche parola con il
cardinale Sepe e con Marco Impagliazzo sulla gratuità. Abbiamo
ricordato che la gratuità ha un riferimento evangelico ed è anche
il motto contenuto nello stemma del vescovo di Aversa mons. Angelo
Spinillo: gratis accepistis, gratis date (Mt
10,8).
Sono
ritornato a Fratta passando prima per le bancarelle di Port'Alba,
dove ho acquistato qualche vecchio libro agiografico, e risalendo
sotto un bel sole per la via della 'Doganella'.
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