mercoledì 2 dicembre 2009

LA DIPLOMAZIA ED IL SERVIZIO PASTORALE DI MONS. D’ERRICO

Giovedì 19 Novembre 2009 nella Basilica Pontificia di San Sossio (Frattamaggiore (NA) - Diocesi di Aversa) si è tenuta la presentazione del libro DIPLOMAZIA E SERVIZIO PASTORALE in occasione del decennale dell’Ordinazione Episcopale di S. E. Mons. Alessandro D’Errico, Nunzio Apostolico in Bosnia ed Erzegovina. Il libro, una raccolta antologica di omelie discorsi e conferenze, si è avvalso della prefazione del cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo, ed è stato pubblicato a cura dall’Istituto di Studi Atellani. La pubblicazione del libro che mi ha visto tra i curatori e l’evento celebrativo in Basilica svolto in onore di don Sandro mio amico mi offrono l’occasione di questa breve riflessione.
Nella Scrittura gli Autori Sacri, e poi i Padri ed il Magistero, hanno proposto immagini della Chiesa che esprimono con semplicità l’intreccio di caratteri antropologici e teologici: arca, città, vigna, nave, sposa, popolo, comunione…
L’esperienza di vita nella Chiesa esprime da sempre una vocazione che è adesione personale ed attiva alla sua missione, ai compiti e ai ministeri che Cristo ha legato e consacrato all’annuncio del Vangelo: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15). La vocazione vissuta all’interno della Chiesa, immagine e continuazione della prima comunità apostolica che realizza il mandato del Signore nel mondo contemporaneo, è quella propria di don Sandro vescovo e nunzio apostolico.
Nel luogo ‘apostolico’ converge, difatti, ogni altra immagine che concorre a determinare e a disvelare il mistico simbolismo della Chiesa. L’apostolo è l’umile lavoratore della vigna del Signore, il sacerdote dell’arca santa, il pastore del popolo di Dio, il costruttore della città spirituale, l’umano e storico punto d’incontro della comunione con Cristo, un modello per la santità del Padre proposto ai credenti.
Ricca di tali significati, la vocazione di don Sandro assume un senso particolare per la storia personale e familiare di lui, ed insieme lo assume anche per la città nativa apparendo egli come punto di riferimento spirituale ed ecclesiale per la gente che ha visto in lui, nella sequenza cronologica della sua formazione e della sua attività sacerdotale, la luce piena del pastore.
Nel cammino vocazionale il giovane seminarista diocesano è divenuto il sacerdote studioso degli Atenei Pontifici, il prelato di Nunziatura attento all’immagine della Chiesa e all’annuncio del Vangelo nei luoghi della politica, del diritto, dell’etica e dei rapporti internazionali tra gli Stati.
Don Sandro è divenuto il Vescovo che pone il Popolo di Dio, il popolo della carità fraterna, la Chiesa che egli rappresenta a nome del Santo Padre, a confronto e a modello nel dialogo con i popoli e con le culture presso cui è stato inviato e dove egli è andato.
Don Sandro è sacerdote del dopo-Concilio Vaticano II, ed ha vissuto la sua esperienza nella Diplomazia Vaticana con diverse destinazioni ed incarichi in campo nazionale ed internazionale. Egli ha maturato la sua opera nella luce apostolica del grande papa Giovanni Paolo II, che lo ha voluto come prelato di Nunziatura nella sua Polonia e, nel 1999, come vescovo e nunzio apostolico nel Pakistan islamico a rappresentarlo in una delle aree più critiche del globo dal punto di vista della politica e del confronto ideologico tra le culture. Si è trattato per don Sandro di una esperienza vissuta nella contingenza internazionale caratterizzata dal terrorismo e dagli eventi bellici che, a partire dall’attacco dell’11 settembre del 2001 alle Twin Towers di New York, hanno caratterizzato gli eventi internazionali dei primi anni del 3° millennio ed i territori dell’Irak, dell’Afganistan e del Pakistan. L’esperienza diplomatica di don Sandro si è congiunta con una pastorale che hanno fatto della sua opera un punto di riferimento ed un ponte per la politica e la solidarietà internazionale, sia per le molte relazioni estere da lui promosse e sia per lo sviluppo di opere caritative e formative, all’interno dello stato pakistano, tese allo sviluppo di un cattolicesimo locale qualificato ed impegnato.
L’esperienza così maturata da don Sandro ha poi portato il nuovo pontefice Benedetto XVI ad inviarlo come nunzio apostolico in Bonia-Erzegovina, nazione dei Balcani in ricostruzione etica e politica, proveniente dal dissolvimento dell’ex-Jugoslavia, ove egli ha condotto a compimento il concordato tra la Santa Sede e lo Stato: un concordato che è divenuto di fatto un modello di riferimento anche per le altre confessioni e religioni presenti sul territorio, per la componente cristiana-ortodossa e per la componente islamica.
Il 2009 è l’anno celebrativo del decennale di episcopato di don Sandro, e questo evento è subito apparso all’analisi storica come indicativo di un periodo ricco di gesti, di memorie, di fatti generali e particolari che risaltano per l’esemplarità del significato umano e teologico: un significato recepito e vissuto nella letizia e nella gratitudine che la comunità locale esprime per il l’arcivescovo Alessandro D’Errico.

Approfondimenti in:
http://www.sansossio.it/bollettino/Notiziario_11_2009.pdf

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