Tutti
coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima e
con tutta la mente, con tutta la loro forza ed amano il loro prossimo
come se stessi, ed odiano il proprio corpo con i suoi vizi e peccati,
e ricevono il corpo ed il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e
fanno degni frutti di penitenza: quanto mai sono felici questi e
queste, facendo tali cose e perseverando in esse …
E' l'esordio di San
Francesco d'Assisi al prologo della Regola del terz'ordine
francescano, ad esortazione dei fratelli e delle sorelle della
penitenza. E' la via del bene e della fede che si contrappone alla
via dei “ciechi che non riconoscono la vera luce, il Signore nostro
Gesù Cristo”.
Nel formulare la regola
dei secolari Francesco opera lo spontaneo ragionamento del santo che
si conforma a Cristo e al suo Vangelo e lo propone ai suoi discepoli
come orientamento del cammino per la salvezza.
L'ispirazione biblica
(Dt 30, 1-3) è decisa. Dare la regola è dare un comandamento, il
primo e il più grande di tutti: l'amore totale per Dio; insieme con
l'altro che gli è simile: l'amore del prossimo come di se stessi.
Allo stesso modo l'ispirazione del salmo (Sal 1, 1-3) delle due vie è
luminosa:
Beato
l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via
dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace
della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. Sarà
come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo
tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue
opere.
Impegnativa
è l'ispirazione della conversione, il monito ancorchè biblico del
Battista: “preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri” (Lc 3,4). E appare sul cammino della santità
evangelica, che Francesco ha mostrato con la regola ai frati e alle
sore penitenti, luminosa, la conferma di Gesù: "Io
sono la via, la verità e la vita;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv. 14, 6).
Il Prologo della Regola
dell'Ordine Francescano Secolare è una esortazione di San Francesco
rivolta “ai fratelli e alle sorelle della penitenza” con
argomentazioni incoraggianti per “quelli che fanno penitenza” e
con argomentazioni scoraggianti per “quelli che non fanno
penitenza”. Nello stile semplice ed efficace della devota pedagogia
comunitaria ed ecclesiale che ha nella Didachè, l'anonimo
insegnamento apostolico dei primi secoli, un sorprendente modello di
riferimento spirituale.
Ecco l'esordio della Didachè:
“Due sono le
vie, una della vita e una della morte, e la differenza è grande fra
queste due vie. Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai
Dio che ti ha creato, poi il tuo prossimo come te stesso; e tutto
quello che non vorresti fosse fatto a te, anche tu non farlo agli
altri”.
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