Ho incrociato lo sguardo del papa beato un mattino di primavera di qualche anno fa, quando ancora s'immergeva tra i fedeli di Piazza San Pietro ritto in piedi afferrato alla sbarra della papa-mobile scoperta. Un lento transito dal Braccio di Carlo Magno che lo ha portato con il volto a me vicino e al sorridente saluto personale. Ci siamo riconosciuti; nella piazza inondata dalle note che accompagnavano la sua preghiera del Salmo 27; forte la memoria della preghiera comune nelle albe romane dell'anno che vide la caduta del 'muro', e dei giorni giovanili di un Maggio miracoloso.
E' stato per me sempre buono e giusto partecipare ad incontri ispirati al suo magistero e alla sua preghiera. Perciò ho accolto l'invito della collega Anna M. Anastasia di partecipare alla presentazione del libro di Andrea Riccardi sulla biografia di Giovanni Paolo II che si è tenuta nella Basilica di Santa Restituta nella Cattedrale di Napoli la sera del 31 Marzo 2011.
Con l'Autore, docente di Storia Contemporanea e fondatore della Comunità di Sant'Egidio, sono intervenuti il moderatore Angelo Scelzo sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Giuseppe Galasso storico insigne, Massimo Franco del Corriere della Sera, ed il Cardinale Crescenzio Sepe arcivescovo di Napoli.
La presentazione napoletana della biografia ha così assunto i tratti culturali di una comunicazione storiografica, giornalistica e religiosa.
Galasso l'ha considerata un'opera imponente con valore di fonte importante per la Storia della Chiesa e per la Storia in generale, ed ha sviluppato alcune questioni poste dalla lettura del testo di Riccardi. In particolare egli ha discusso la natura del 'governo' di papa Wojtyla, i suoi aspetti carismatici e i rapporti con il governo curiale; ha evidenziato nell'opera del papa il compimento del Vaticano II, l'annullamento delle strumentalizzazioni interne ed esterne della Chiesa, la realizzazione di un cattolicesimo di popolo e la pratica di un devozionalismo innovativo. Non ha fatto mancare, frattanto, impressioni interpretative circa un pensiero filosofico del papa riferibile alla fenomenologia e allo storicismo, e circa il confronto con l'opera dei cardinali Casaroli e Ratzinger.
Franco ha considerato il libro del Riccardi, pubblicato alle soglie della beatificazione di Giovanni Paolo II, come un saggio sull'umanità e non sulla santità del papa. Come giornalista politico egli ha considerato le "radici polacche" e la prospettiva di Wojtyla rispetto all'Italia ricca di approcci religiosi-sociali e non propriamente politici. Ha accennato ad Andreotti come "cardinale esterno" ed ha riferito dell'opera comunicativa e di dialogo del papa con le altre cofessioni e religioni: i rapporti con il protestantesimo e l'ecumenismo, il rapporto con l'ebraismo, l'incontro per la pace ad Assisi.
Il Cardinale Sepe ha parlato di "top della storiografia e dell'analisi socio-politica" per la presenza di relatori "eccelsi" alla presentazione del libro, e per la chiarezza e la profondità dell'Autore: quanto di meglio si poteva sperare per la conoscenza ed il rilievo della figura di Giovanni Paolo II.
Significativamente inserita tra le iniziative del 'Giubileo per Napoli' da lui istituito, la presentazione del libro ha dato occasione al cardinale di fare memoria di un papa che ha avuto un'importanza straordinaria per la sua vita di uomo, di sacerdote e di vescovo. Egli ha narrato del papa molti episodi belli e sconosciuti ed ha tracciato alcuni tratti fondamentali della personalità.
L'elezione del papa polacco fu una "novitas attesa": all'Ufficio delle comunicazioni vaticane per l'incipente elezione furono predisposte 20 biografie di cardinali papabili e tra queste c'era anche quella di Karol Wojtyla. Un papa dalla personalità forte, un uomo libero e rispettoso, un uomo dell'ascolto, filosofo e teologo, poeta e pastoralista, politico e mistico, carismatico e profetico. Uomo di fede e di preghiera, sempre immerso in Dio come in una fonte, che pregava fin dall'alba per tutte le richieste di preghiera. Al grande Giubileo, guardando le folle immense, dialogando con il vescovo Sepe il papa ringraziava Dio per la Chiesa che riprendeva a pregare: ci vedeva il dito di Dio, il vescovo Sepe, tutta la mano ci vedeva il papa.
"Dio ha voluto scrivere una nuova storia e una nuova geografia attraverso la vita di papa Wojtyla": è stata la conclusione del Cardinale Sepe.
La scheda del libro della San Paolo Edizioni:
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