La mattina del 17 settembre 2009 in un attentato kamikaze a Kabul, capitale dell’Afganistan, sono morti 6 militari italiani e numerosi civili afgani. Diversi sono stati anche i feriti tra i militari italiani e la popolazione.
Le notizie immediate della stampa parlano dell’attacco ai militari italiani avvenuto sulla strada per l'aeroporto di Kabul, dove un'autobomba è esplosa contro due blindati Lince uccidendo sei paracadutisti della Brigata Folgore. La dinamica dell’attentato viene descritta con un 'auto carica di esplosivo che si è lanciata contro il primo mezzo del convoglio, uccidendo i cinque militari occupanti ed un’altro sul secondo Lince. Sul secondo Lince sono rimasti feriti gravemente anche tre paracadutisti ed un aviere. Il ministero dell'Interno afghano ha contato una decina di vittime tra i civili e oltre 50 feriti.
Le fonti del Ministero della Difesa, dopo aver avvisato i familiari, hanno reso noti i nomi dei sodati uccsi:
Il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli; il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto e primo caporal maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (Salerno).Tutti i vertici istituzionali, dal Presidente della Repubblica ai rappresentanti del governo e dei partiti politici, hanno espresso il loro cordoglio rimarcando il valore del sacrificio dei caduti nella missione di pacificazione in quell’area martoriata dalla guerra ed impegnata sul difficile cammino per una ordinata evoluzione civile e democratica. Il Santo Padre Benedetto XVI non ha fatto mancare il conforto della sua parola e della preghiera della Chiesa.
Presidenza della Repubblica Italiana
Ministero della Difesa Italiano
Esercito Italiano
Agenzie e Stampa nazionale ed estera
Le notizie immediate della stampa parlano dell’attacco ai militari italiani avvenuto sulla strada per l'aeroporto di Kabul, dove un'autobomba è esplosa contro due blindati Lince uccidendo sei paracadutisti della Brigata Folgore. La dinamica dell’attentato viene descritta con un 'auto carica di esplosivo che si è lanciata contro il primo mezzo del convoglio, uccidendo i cinque militari occupanti ed un’altro sul secondo Lince. Sul secondo Lince sono rimasti feriti gravemente anche tre paracadutisti ed un aviere. Il ministero dell'Interno afghano ha contato una decina di vittime tra i civili e oltre 50 feriti.
Le fonti del Ministero della Difesa, dopo aver avvisato i familiari, hanno reso noti i nomi dei sodati uccsi:
Il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli; il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto e primo caporal maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (Salerno).Tutti i vertici istituzionali, dal Presidente della Repubblica ai rappresentanti del governo e dei partiti politici, hanno espresso il loro cordoglio rimarcando il valore del sacrificio dei caduti nella missione di pacificazione in quell’area martoriata dalla guerra ed impegnata sul difficile cammino per una ordinata evoluzione civile e democratica. Il Santo Padre Benedetto XVI non ha fatto mancare il conforto della sua parola e della preghiera della Chiesa.
La presenza dei militari italiani in Afganistan si inquadra tra le Missioni in Atto dell’Esercito Italiano in vari luoghi del mondo. In particolare la missione afgana è denominata ISAF in corso dall'Agosto del 2003:
"La forza di intervento internazionale denominata "International Security Assistance Force", ha il compito di garantire un ambiente sicuro a tutela dell'Autorità afghana che si è insediata a Kabul il 22 dicembre 2001 a seguito della Risoluzione n. 1386 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2001. Iniziata come Missione Multinazionale, dall'agosto 2003 il contingente è passato alle dipendenze della NATO.La natura dell'impegno per i reparti forniti dall'Esercito Italiano non è però cambiata, provvedendo alla sicurezza del Comando della Missione oltre alle attività di bonifica da ordigni esplosivi e chimica." (Fonte: Eserito Italiano)
Fonti "La forza di intervento internazionale denominata "International Security Assistance Force", ha il compito di garantire un ambiente sicuro a tutela dell'Autorità afghana che si è insediata a Kabul il 22 dicembre 2001 a seguito della Risoluzione n. 1386 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2001. Iniziata come Missione Multinazionale, dall'agosto 2003 il contingente è passato alle dipendenze della NATO.La natura dell'impegno per i reparti forniti dall'Esercito Italiano non è però cambiata, provvedendo alla sicurezza del Comando della Missione oltre alle attività di bonifica da ordigni esplosivi e chimica." (Fonte: Eserito Italiano)
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